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«Si vede che l’Ospedale è nel cuore della gente»

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Una cosa la si è capita: a prescindere da dove sarà collocato il futuro nosocomio di Cuneo, l’Ospedale, inteso come servizio e istituzione, ha già il proprio posto, ed è ben radicato nel cuore dei cuneesi. Lo dimostra l’impegno che, a vario titolo e a più livelli, in tanti stanno profondendo per la causa. Tra questi anche il professor Giuseppe Tardivo.

Professor Tardivo, lei è stato uno dei soci promotori e fondatori della Fondazione Aso Santa Croce Carle di Cuneo. Perché è nata la Fondazione e qual è la sua “mission”?
«La Fondazione rappresenta l’approdo di un percorso di elaborazione e collaborazione tra diverse persone, unite dal comune intento di offrire al territorio e alla comunità uno strumento capace di contribuire alla tenuta e, possibilmente, al miglioramento del welfare sanitario e socio-assistenziale provinciale. La Fon­dazione vuole proseguire la storia che da 700 anni unisce la comunità del territorio cuneese all’Azienda Ospe­daliera Santa Croce e Carle, per dare ulteriore slancio al punto di forza che per sette secoli ha contraddistinto il nostro nosocomio, cioè l’essere non solo un centro di erogazione di servizi sanitari di altissimo livello, ma anche un luogo dove i valori più profondi della comunità, come la solidarietà e l’attenzione a chi fa più fatica trovano una risposta concreta nel lavoro prezioso della intera collettività di riferimento. L’idea di costituire una Fondazione a supporto dell’attività dell’Ospedale di Cuneo è scaturita dal desiderio di creare un organismo capace di essere un punto di riferimento, affidabile e trasparente, per la gestione delle risorse pubbliche e/o private frutto di donazioni destinate al mantenimento di una struttura d’eccellenza al servizio dell’intera comunità. La Fondazione nasce quindi per riaffermare il sentimento dell’Ospedale come bene comune, patrimonio prezioso di tutta la collettività con la consapevolezza che l’Azien­da Ospedaliera Santa Croce e Carle Cuneo da 700 anni è “l’Ospedale” della città ed oggi rappresenta la principale struttura ospedaliera della provincia, punto di riferimento anche per persone che arrivano da tutta Italia».

Come per­segue il suo scopo la Fonda­zione?

«La Fondazione persegue il proprio scopo principalmente attraverso tre azioni fondamentali. In primo luogo, intende promuovere e incrementare il patrimonio destinato a contribuire alla dotazione di apparecchiature, impianti, strumenti diagnostici ed arredi all’interno dell’hub provinciale di riferimento. Inoltre si preoccupa di finanziare progetti specifici individuati di concerto con la Di­rezione dell’Ospedale cuneese su proposta del Comitato Scientifico. promuovendo e favorendo le attività socio-assistenziali operanti nel Distretto Sanitario cuneese».

Quali sono i valori su cui si fonda?
«L’insieme dei criteri e dei principi che la Fondazione ha scelto di adottare in relazione ai propri scopi è orientato da 5 valori fondanti. In primo luogo, la centralità della persona, il rispetto della dignità umana, la trasparenza, l’equità e l’etica professionale; poi la qualità clinico-assistenziale, l’appropriatezza, il coinvolgimento e la qualificazione continua delle risorse umane da sostenere anche attraverso programmi permanenti di formazione e aggiornamento, volti al miglioramento del sistema aziendale sanitario. Di grande rilevanza, inoltre, la continua ricerca di percorsi assistenziali innovativi sia dal punto di vista tecnologico che organizzativo. Il quarto elemento è l’equilibrio tra i servizi offerti e le risorse disponibili, nel quadro degli indirizzi della politica gestionale della Re­gione Piemonte. Infine, conta il coordinamento con il sistema degli enti locali e gli stakeholder per accrescere l’efficacia dei propri interventi».

Quali sono i rapporti che la Onlus intrattiene con le Fondazioni di origine bancaria, il territorio e la collettività cuneese?
«La collaborazione con le Fondazioni Crc e Crt, con la collettività e il territorio, in primo luogo il Comune e la Provincia di Cuneo e le preziose donazioni dei soci fondatori e partecipanti e, più in generale degli “Amici della Fondazione” (persone umili che hanno donato anche modesti importi ma “con il cuore” rendendo sempre più profondo il legame della Fondazione con la collettività di riferimento) sono fondamentali. Esse hanno permesso di mettere a disposizione dei pazienti di Cuneo e provincia importanti apparecchiature quali la sala ibrida, dove più specialità possono operare sia con equipe miste, sia in autonomia, e la nuova Pet, indispensabile per indagini fondamentali in campo oncologico. Di recente è stata inaugurata l’attivazione di due nuovi acceleratori per la cura dei tumori da assegnare alla struttura di Radio­terapia del Santa Croce (in sostituzione di apparecchiatura datata) e all’istituendo servizio Radioterapia del nuovo Ospedale di Verduno in collegamento con l’Aso di Cuneo. Quest’ultimo progetto permetterà di garantire agli abitanti della provincia di Cuneo una qualificata e am­pia assistenza radiotera­pica nei presidi del Santa Croce».

Il futuro della Fondazione?

«Credo che per il futuro sia necessario garantire per il nostro Ospedale che, come già ricordato, è l’hub provinciale, (cioè l’ospedale di riferimento provinciale per molte specialità mediche e chirurgiche) quella continuità di risorse necessarie a mantenere, in sinergia con le istituzioni e le realtà già presenti sul territorio, un aggiornamento tecnologico costante e in linea con la complessità delle patologie trattate. In questo senso va interpretata l’opera della Fondazione, espressione della società civile a favore e a sostegno della collettività e del territorio.

Gli Amministratori passano, l’Azienda con il suo patrimonio umano e di competenze rimane nel tempo: la nascita di un nuovo soggetto a sostegno dell’Aso Santa Croce e Carle è la dimostrazione tangibile che, pur non nascondendo le difficoltà con cui quotidianamente operatori e utenti si confrontano, l’Ospe­dale di Cuneo è nel cuore della città ma soprattutto nel cuore della gente. La Fon­dazione, per svolgere la sua opera al servizio del territorio, ha bisogno della condivisione e del supporto della comunità di riferimento, della quale ogni persona è una componente importante ed essenziale e potrà continuare a sviluppare la sua attività solo con il sostegno di ogni singolo cittadino al quale va la nostra più profonda riconoscenza».