«Commentando la mia tesi il professor Daniele Gay sostiene che io abbia inventato un nuovo stile, il “realismo arcano”», racconta Andreoli «La tecnica è semplice: disegni a matita e foglia oro su carta A4. Uso normali fogli da computer, sottili, e poi inserisco minuscoli interventi dorati per sottolineare parti o simboli speciali. Il tutto viene lavorato con sfumini e gomme per mitigare la nettezza del segno e creare questo particolare effetto fotografico, è un procedimento complesso che può durare diversi mesi. La tecnica a matita, affinata fin da ragazzino, si abbina ai miei studi paralleli su culture antiche, scritture e simboli, affrontati prima di tutto per fare chiarezza dentro me stesso. Nei miei disegni sono spesso presenti riferimenti a soggetti speculari, al dualismo, a porte verso altri mondi diversi da quello in cui trascorriamo la nostra esistenza». «Mi affascinano i culti precristiani», prosegue il disegnatore cheraschese «e nelle mie opere dissemino riferimenti ad antiche divinità» in carne ed ossa, forse esistite in tempi remoti e non proprio buone e paterne come immaginiamo oggi Dio».