Ci sono modi e modi di essere settimanali di informazione locale, di seguire le vicende che accadono “dietro casa”, di approfondire le tematiche più sentite dalla cittadinanza, di essere vicini alle comunità. Bra Oggi e Cuneo Sette, sotto l’impulso del nuovo direttore Marisa Quaglia, hanno optato per una strada meno battuta rispetto a quelle più frequentate; una strada che porta a un racconto del territorio vivace, profondo, umano.
Quaglia, lei, per anni, si è occupata, come reporter, delle vicende braidesi… Che impressione le ha fatto diventare direttore?
«Quando mi è stata proposta la direzione, nel giugno del 2020, ho chiesto espressamente all’editore di poter essere un direttore “operativo”, ovvero di poter continuare a scrivere, a cercare notizie in mezzo alla gente, senza quindi dover rimanere sempre in ufficio. Mi è stata accordata questa possibilità e così ho lasciato la collaborazione con La Stampa che durava da 15 anni. L’opportunità giunta da Bra Oggi e Cuneo Sette rappresenta, in generale, una nuova sfida, nuovi stimoli e possibilità».
Che realtà ha trovato?
«Bra Oggi stava attraversando un periodo piuttosto difficile. Ho ricostruito la squadra e l’ho fatto avendo in mente una linea ben precisa. Oggi il team risulta composto da professionisti che arrivano da esperienze diverse e che, di conseguenza, riescono a esprimere il meglio di loro stessi in ambiti differenti. Ci sono ancora tante cose da migliorare, ma siamo sulla strada giusta».
Ci dica di più del suo progetto di giornale.
«Come ho scritto nel mio primo editoriale, desidero che il nostro giornale racconti, nel vero senso del termine, il territorio braidese nelle sue mille sfaccettature. Bra e ogni paese di quell’area sono caratterizzati da personaggi, situazioni e storie che, per quanto comuni, esprimono un’identità territoriale unica, da salvaguardare. Ciò non significa dedicarsi esclusivamente all’approfondimento, anzi: lo spazio per le notizie più istituzionali e di servizio è assolutamente garantito. Vogliamo però andare oltre».
Un esempio?
«Prendiamo il bilancio comunale. Spesso è un tema che viene affrontato dai media in termini prettamente numerici. È un approccio corretto, ma i lettori chiedono altro: vogliono capire in che modo quei numeri incidano sulla loro quotidianità, sulla qualità della loro vita. Vogliono cioè poter leggere il bilancio dal punto di vista sociale. Ecco, noi cerchiamo di fornire tali risposte».
Concentrandoci sugli approfondimenti: quali sono gli spunti che offre la “città della Zizzola”?
«A Bra e nel territorio circostante c’è gente meravigliosa, che desidera raccontarsi e raccontare, andando oltre le polemiche e i luoghi comuni. Per la nostra redazione raccogliere quelle testimonianze è una scoperta continua. Vivo e conosco Bra da tempo, ma ogni giorno imparo qualcosa di nuovo».
Lo stesso vale per la vicina Cherasco?
«Assolutamente sì. Anche la “città delle Paci” offre molti spunti, non solo in ambito storico-culturale, in cui è sicuramente un’eccellenza, ma anche dal punto di vista dell’attualità. Penso, in particolare, alle vicende delle frazioni e delle associazioni, che sono decisamente molto attive».
Proporrete questi racconti sul anche sul web?
«Per quanto riguarda i nuovi canali digitali, al momento siamo presenti solo su Facebook. Ma, come dicevo, siamo agli inizi. Quindi, non c’è nulla di deciso e definitivo, se non il fatto che l’attuale priorità è continuare a rivitalizzare e far crescere l’edizione cartacea. Occorre prestare grande attenzione ai giornali tradizionali in quanto stanno affrontando un periodo molto difficile, alla luce proprio dell’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione che impongono regole diverse a quelle del passato, specie per quanto concerne il racconto dei fatti di cronaca. La fortuna dei settimanali locali cartacei è che il fascino di sfogliare le pagine e la bellezza di poter conservare per sempre un articolo stampato non verranno mai meno».
Le prossime sfide di Bra Oggi?
«Migliorare sempre più questa narrazione di territorio, che deve risultare ricca di spunti e piacevole per ogni tipo di lettore. Tutto ciò, ovviamente, senza mai perdere di vista le tematiche dell’attualità più discusse».
Spostiamoci nel capoluogo di provincia. Come si può descrivere Cuneo Sette?
«L’editore, Promogranda (che ringrazio di cuore per aver scommesso su di me), è lo stesso di Bra Oggi, ma l’impostazione del giornale è differente, soprattutto perché la squadra di Cuneo Sette era già costituita prima del mio arrivo. E si tratta di una realtà affiatata ed estremamente valida, tra cui figura anche Gianni Martini: se oggi sono qui il merito è suo e di ciò che mi ha insegnato».
Anche all’ombra del Monviso, l’obiettivo è quello di raccontare il territorio?
«Certo! Anche perché Cuneo e l’area circostante hanno tantissimo da raccontare. Per me poi si tratta di una sfida nella sfida in quanto, da canavesana d’origine e braidese d’adozione, conosco poco quei territori, se non dal punto di vista turistico ed enogastronomico. Più di una volta, infatti, ho visitato, nei panni di turista, quegli splendidi luoghi».
Su quali aspetti occorre puntare maggiormente?
«Al di là degli aspetti personali, come dicevo prima, le vallate attorno al capoluogo e i personaggi che le popolano meritano davvero di essere approfonditi, sui giornali ma non solo. Le potenzialità di quell’area, anche in termini economico-turistici, sono tantissime, quasi infinite. Basti pensare al fatto che si può trovare di tutto: dalla storia all’arte, dal cibo ai paesaggi».
In tale quadro, il vostro settimanale come si pone? Quali obiettivi intende raggiungere nel medio-lungo periodo?
«A livello editoriale, siamo impegnati a raccontare tale ricchezza seguendo uno schema più tradizionale rispetto a quello adottato per Bra Oggi. Sono sicura, comunque, che anche nel contesto in cui opera Cuneo 7, tra non molto, riusciremo ad andare… oltre. Vogliamo conquistare sempre più la fiducia dei cuneesi, senza rinunciare a fare la nostra parte, agendo, laddove possibile, da pungolo per la comunità e il territorio».
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