La Conferenza Intergovernativa Italia-Francia (Cig) riunitasi online nei giorni scorsi ha scelto la soluzione più veloce e meno costosa per completare il cantiere del Tenda bis, snodo fondamentale per la viabilità tra il nostro Paese e la nazione transalpina, interrotto dai danni dell’alluvione del 2 ottobre scorso in Valle Roya. Il nuovo tunnel di Tenda avrà una canna sola e attraverserà il Rio della Cà con un ponte di 65 metri, a doppio senso di marcia.
Secondo le previsioni di Anas, sarà pronto tra due anni, a fine 2023, e l’intero progetto con la seconda canna, che prevede l’alesaggio della galleria storica rifatta alle stesse dimensioni, entro fine 2025.
L’intervento costerà 45 milioni di euro in più di quanto già previsto dal progetto originario (133,5 milioni).
Anas ha presentato alla Cig due progetti e la scelta è caduta su quello che prevede di arretrare il vecchio traforo, avvicinarlo al nuovo in uscita lato Francia e farli confluire insieme verso un unico viadotto per superare il Rio della Cà. L’altra soluzione prevedeva di abbassare il piano viario dei due trafori per farli sbucare oltre la frana, con due nuove gallerie e un maggior costo di 86 milioni, oltre ad un iter autorizzativo molto più lungo con variabili maggiori rispetto alla costruzione del viadotto. Per realizzare il futuro ponte sarà infatti necessario un importante intervento di messa in sicurezza del versante, per il quale è già attivo il Comitato di Sicurezza per la Gestione del Versante.
Nel frattempo si lavorerà al ripristino estivo della cosiddetta “Strada dei Forti”, l’ex militare dall’imbocco francese del traforo fino al Forte Centrale di Tenda, come suggerito anche dal presidente della Provincia di Cuneo Federico Borgna nel corso delle riunioni preparatorie, per creare un collegamento provvisorio tra Limone e la Valle Roya, realizzando anche una pista per Casterino. A breve si riunirà un Tavolo tra le Prefetture, Anas e i Comuni per stabilire le condizioni di sicurezza, definire i lavori da effettuare e determinare le limitazioni di utilizzo.
Questo è il commento dell’assessore alle Infrastrutture della Regione Piemonte Marco Gabusi, reso a margine dell’incontro della Conferenza Intergovernativa Italia-Francia: «Ci sono ancora molti aspetti da approfondire e certamente dovrà essere portato avanti il confronto con l’impresa costruttrice del Tunnel bis, anche in relazione ai nuovi importi dei lavori. La decisione di realizzare il ponte è stata presa con l’intesa di entrambe le parti e nello spirito di fiducia che anche Anas ha espresso per una realizzazione rapida. Prevediamo infatti di aprire il ponte e la prima canna del nuovo tunnel per la fine del 2023 e ipotizziamo l’apertura anche della seconda canna per il 2025».
Hanno seguito la vicenda in prima persona anche i parlamentari della Lega Giorgio Bergesio e Flavio Gastaldi. Ecco cosa hanno dichiarato al termine della riunione: «Esprimiamo soddisfazione per l’intesa raggiunta nei giorni scorsi nell’ambito della Conferenza Intergovernativa Italia-Francia riguardo la ripartenza dei lavori per il tunnel del Tenda. Ringraziamo in particolar modo il viceministro Alessandro Morelli per aver sbloccato la situazione in pochissimo tempo dal suo insediamento a seguito del sopralluogo nelle aree colpite dalla tempesta “Alex” e, successivamente, indicendo un tavolo al Ministero coinvolgendo i rappresentanti locali. Da parte nostra continueremo a vigilare sul rispetto dei tempi di realizzazione indicati anche per il ripristino del tratto ferroviario da Breil a Ventimiglia nell’interesse dell’economia di tutto il nostro territorio».
Anche il Movimento 5 Stelle presta attenzione all’evolversi della situazione. Il consigliere regionale pentastellato Ivano Martinetti ha osservato: «I lavoratori transfrontalieri della provincia di Cuneo e della Valle Roya, al confine tra Francia e Italia, sono in seria difficoltà. Impossibilitati ad usare l’automobile per la chiusura del Tenda, si vedono costretti a ricorrere alla linea ferroviaria “Cuneo-Ventimiglia” (di cui si parla nel box a sinistra, ndr), unico mezzo di trasporto disponibile. Tuttavia le corse sono molto ridotte, con orari che obbligano talvolta i pendolari a pernottare vicino al proprio luogo di lavoro. Inoltre, da più segnalazioni, è emerso che i treni effettuerebbero lunghe soste, anche di un’ora, nelle stazioni di Limone e Vievole determinando un consistente allungamento dei tempi. I pendolari sono ormai logorati, fisicamente e psicologicamente, da questa situazione. Abbiamo quindi portato il caso in Consiglio Regionale, attraverso un’interrogazione. Continueremo a dare voce ai pendolari e ai cittadini, mantenendo alta l’attenzione».