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«Un nuovo luogo dove far circolare le idee»

Il promotore dell’iniziativa Davide Bonino spiega la “lentezza positiva” della Granda

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La pandemia, con i distanziamenti e le chiusure (e al netto delle conseguenze sul piano sanitario), ha favorito in qualche modo l’introspezione su temi più profondi. E l’iniziativa che coincide con il primo evento TEDxCu­neo va esattamente in questa direzione. Il tema del dibattito previsto per sabato 15 maggio è riassunto nel titolo “Fe­stina Lente, a ognuno il suo tempo”. Dove la citazione latina sta per “Af­frettarsi lentamente”. So­no previsti gli interventi di 8 relatori provenienti da discipline differenti. Intanto il promotore dell’iniziativa, Davide Boni­no, spiega perché ha voluto portare a Cuneo questo appuntamento.

Bonino, il tema sembra particolarmente connesso alla real­tà che stiamo vivendo. È così?
«Lo era in realtà anche pri­ma della pandemia, solo che ora è più evidente».

Ritiene ci sia più bisogno di affrontare argomenti vicini alle persone?

«Questa è stata una delle motivazioni che ci ha spinto a organizzare un TEDx a Cuneo, anche se eventi di questo tipo ce n’erano già stati. Credo che sia importante favorire nei cittadini quella necessaria fiducia per il futuro».

Forse, dopo questo lungo periodo di pandemia, è au­mentata anche la sensibilità delle persone per questi temi?
«Ci si sente sempre più soli, tra i nostri pc e l’esigenza di tornare alla vita di prima, di sempre. Il cambiamento in corso è evidente, soprattutto nei giovani. Io ho due figli che studiano, so bene quanto sia complicato già solo scegliere la scuola più adatta in questo periodo storico. Non ci sono molti riferimenti, in un contesto che è in continua evoluzione. E allora, con questo TEDx la speranza è di poter ispirare qualcuno, portare idee, una nuova fiducia nel futuro».

Veniamo al significato di “Festina Lente”, un concetto espresso in latino eppure attuale.

«Il fatto che sia stato concepito duemila anni fa ci dice che certe problematiche sono sempre esistite per l’uomo. Ma oggi c’è un’accelerazione su tut­to e allora è necessario fermarsi per riflettere su come cambia la nostra vita. C’è il fatto che quella della lentezza è una definizione che tradizionalmente ac­com­pagna i cuneesi e in generale i piemontesi, spesso definiti “bogia nen”. Cuneo è radicata alle sue tradizioni e spesso la storia ha dimostrato quanto questa ca­rat­te­ristica si sia rivelata una buona cosa. Ecco il tema che vorremmo trattare e da cui partire».

Sono valori antichi da riscoprire?

«Sono valori classici. Di Cuneo si potrebbe pensare che non sia una terra dedita al­l’in­no­vazione, invece la realtà ha dimostrato che certi legami possono rivelarsi un vantaggio».

Dopo questo appuntamento quali altri temi saranno affrontati?

«Diciamo che siamo concentrati sul primo evento, ma ci sono idee che non aspettano altro che essere sviluppate. Avremmo vo­luto realizzare da subito un evento in presenza ma non ci siamo purtroppo riusciti e rimane un obiettivo per la prossima occasione, augurandoci che la situazione mondiale si riavvicini alla normalità. Comunque uno degli aspetti più interessanti di questa esperienza è che si sviluppa su più livelli. I nostri relatori avranno spazio su YouTube, per esempio, mentre a livello locale ci sarà un momento di condivisione grazie al networking, con l’obiettivo di creare un punto di contatto tra i relatori e il pubblico».

Qual è l’obiettivo che vorreste raggiungere attraverso il TEDxCuneo?

«Personalmente mi sento molto coinvolto in questa esperienza. Come detto, ho figli giovani e penso che sarebbe fantastico se da qui si potesse entrare nella sfera reale, se riuscissimo a creare un ponte sul piano pratico, reale. Se, cioè, avessimo la possibilità di dare ispirazione per nuove opportunità, magari anche per dare il via a altre iniziative come per esempio un “workshop” successivo all’e­ven­to, la creazione di un gruppo di lavoro che sappia portare proposte interessanti».

Proposte da girare alle istituzioni e alla politica?

«Anche: quello sarebbe l’approdo ideale. Ma noi re­stiamo umili, anche se siamo ambiziosi. Ci ri­promettiamo di guardare al futuro, ma un passo al­la volta. Vediamo qua­le sarà l’apprezzamento per questo primo evento e in seguito sapremo in quale direzione muoverci».