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Riapre al pubblico il Castello di Rocca de’ Baldi

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Dopo il lungo e difficile periodo che ha condizionato così drasticamente la vita di tutti, ora, con le buone prospettive aperte dalla campagna vaccinale, abbiamo voglia e bisogno di riappropriarci dei tanti tesori storici e artistici presenti nei nostri territori.

«La nostra bella provincia è disseminata di borghi, castelli, chiese, paesaggi e musei. E Rocca de’ Baldi offre tutte queste opzioni insieme – racconta la Prof.ssa Caterina Lerda, responsabile degli allestimenti del Museo – Un antico borgo piemontese, il castello della prestigiosa famiglia Morozzo della Rocca, una chiesa parrocchiale impreziosita dall’altare barocco più significativo dell’area, piccole cappelle disseminate tra il verde smagliante dei campi conclusi dall’arco delle montagne… E un museo, il Museo Etnografico “Augusto Doro” pronto a riaprire le porte ai visitatori, un castello-museo nelle cui sale si sono stratificate le storie di personaggi della nobiltà e della borghesia, ma anche le dure storie degli ospiti della Colonia Agricola Orfani di Guerra».

La vita della famiglia Morozzo della Rocca scorre tra le eleganti sale del piano nobile del castello, mentre al secondo piano la storia della civiltà contadina si snoda con i suoi contenuti multimediali raccontando la nascita e lo sviluppo del nostro territorio, plasmato dal lavoro paziente e secolare dell’uomo, con scenografici allestimenti, documentazioni fotografiche, video, in una atmosfera capace di avvolgerti e di immergerti nella vita di ieri. Sale dedicate al grano, al mais, alle castagne e, ultime aggiunte, al baco da seta e alla pesca. Uno spazio importante ricorda la forte religiosità che impregnava la vita di ieri, documentata da un prestigioso carro processionale dedicato a San Magno, il santo protettore degli animali e della campagna, realizzato a Tarantasca nel 1827 dagli artigiani Pellegrino – Testa.

Oltre al Castello, sarà aperto ai visitatori anche il grande Parco, le cui importanti dotazioni saranno illustrate dagli operatori del Comizio Agrario di Mondovì, con il quale il Castello vanta un’ormai consolidata collaborazione. «L’impianto di alberi da frutta di antiche varietà locali risalenti al progetto Jardins del Alpes – dichiara il Direttore Attilio Ianniello – è oggi affiancato dalla Piattaforma Sperimentale Agraria che conserva oltre cento varietà di meli, e numerose varietà di ortaggi, e da uno spazio dedicato alle erbe officinali e aromatiche in un progetto che coinvolge l’Università di Torino.» Un’attenzione alle buone pratiche colturali e all’ambiente, che il Comizio testimonia anche con progetto di monitoraggio della presenza delle farfalle, effettuato proprio nel parco del Castello, sempre in collaborazione con l’Università di Torino.

«Giornate – conclude Michele Quaranta, presidente dell’Associazione che gestisce il Castello – da vivere tra storia, natura e attenzione all’ambiente, nel massimo rispetto delle norme di sicurezza».

A partire da domenica 6 maggio, con le aperture domenicali ordinarie (orario 14.30-18.30), con prenotazione via email a info@museodoro.it o al tel. 351.9568945, e ogni ultima domenica del mese, a partire dal 30 maggio, con le aperture straordinarie dedicate alla Famiglia Morozzo della Rocca e al filo che la lega al Castello, con partenze ad orario fisso (10.00-12.00-15.00-17.00) e prenotazione obbligatoria sul sito internet www.cuneoalps.it o al tel. 0171.696206.

c.s.