Oltre 50 “start up” per l’Ancalau 2021

Tanti i giovani che hanno deciso di sottoporre il proprio innovativo progetto al premio di Bosia

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Il Premio Ancalau, forse uno dei primi tra i premi per i progetti di impresa dei giovani, nato a Bosia, in Alta Langa, nel 2015, riprende dopo la pausa Covid del 2020, con un risultato record di progetti (oltre 50!) di giovani tra i 18 e i 35 anni iscritti al “Torneo delle Idee”, com’è chiamata la singolare sfida dei 5 progetti finalisti che avrà luogo nell’osservanza delle norme anti-pandemia appunto a Bosia. Un alto numero di adesioni che conferma come lo stop di un anno, causa emergenza sanitaria, abbia moltiplicato l’interesse verso l’iniziativa promossa nel piccolo borgo in cui Ettore Secco, un sindaco dinamico, si è proposto di dimostrare la fattibilità di progetti ambiziosi anche per un piccolissimo Comune. «Alla condizione essenziale della buona volontà e della tenacia bisogna abinare il saper sollecitare e met­tere a frutto i contributi di persone che possiedono esperienza e visione», dice il primo cittadino, indaffaratissimo nei preparativi. Do­menica 20 giugno alle 17 i cinque prescelti avranno alcuni minuti a disposizione per poter argomentare in modo efficace le ragioni di mercato e i risultati attesi della loro idea di start up di fronte al pubblico e al giudizio finale di una Giuria di figure dell’economia, della società e della cultura presieduta da Oscar Farinetti, il creatore di Eataly, fresco reduce dalla inaugurazione del nuovo e vastissimo Eataly London (di cui parliamo nel box a destra, ndr). Il premio per il progetto vincitore sarà un assegno di 10.000 euro. «È una soddisfazione, certo, ma soprattutto è una conferma della buo­na strada intrapresa ormai sei anni fa quando poteva legittimamente apparire velleitario creare un evento così singolare in un paese così piccolo e dove il 20 giugno tutto ruoterà intorno al Premio per le start up e a tanti altri avvenimenti contemporanei, coerenti con l’idea di un’Alta Langa creativa, intraprendente e simpaticamente incontinente», chiosa sorridendo Silvio Saffirio, “un nome” della pubblicità italiana con un legame speciale al territorio e alla sua cultura unica.