L’artista originario di Boves ha realizzato nel 2012 “Cala la notte”, un’opera di denuncia sulla ludopatia, quando ancora non era un fenomeno discusso. «Lanciai una “call” su Internet chiedendo di inviarmi dei “gratta e vinci” usati», spiega “Gec Art”, «Me ne mandarono 12mila che usai per creare il mosaico di un tramonto di sei metri per tre. Fui contattato da un gruppo di matematici che andavano nelle scuole per illustrare quanto statisticamente queste scommesse fossero un gioco perso in partenza. Iniziarono così a usare la mia opera durante le lezioni in cui spiegavano, tra le altre cose, che ogni secondo vengono spesi 10.000 euro in “gratta e vinci”. Parlare di percentuali e numeri non rendeva il dramma di questa dipendenza mentre il mio tramonto di “gratta e vinci” aveva un impatto enorme. Amo quando il mondo reale entra in un progetto artistico e lo porta altrove». «Con gli altri biglietti perdenti rimasti», conclude l’artista cuneese, «creai delle girandole con cui addobbai ponti e calli di Venezia durante la Biennale. Il tema era “la felicità”».