«Ogni presidente rimane in carica, insieme al direttivo eletto, per 12 mesi e non è prevista la possibilità di fare due mandati. Però, data la pandemia e vista l’impossibilità di incontrarsi in presenza per la maggior parte degli eventi, abbiamo scelto di portare a termine tutto il programma, congelando la regola del mandato unico. Quest’anno abbiamo dovuto saltare i momenti conviviali, i convegni, gli incontri, i direttivi in presenza, le gite, solo per fare degli esempi. Ho fatto la proposta di rinnovo al Direttivo e al presidente che doveva entrare in carica. Tutti l’hanno accolta in modo favorevole e quindi il mio e nostro lavoro andrà avanti! Si spera così di portare a termine le relazioni e il contatto con i soci, aspetti ai quali tengo moltissimo. Oltre ai tanti “service” che ci siamo prefissati di fare».
Così Armando Verrua, mostrando la consueta intraprendenza, illustra le ragioni per le quali sino a luglio 2022 sarà alla guida del Lions Club Bra Host.
Il suo anno da presidente è stato difficile per il Covid, ma comunque non privo di risultati…
«Nel 2020-2021, nonostante l’emergenza Covid e grazie alle quote dei soci, abbiamo fatto tanto! Circa 25 “service” per un totale di 18 mila euro di finanziamenti, distribuiti sul territorio. Come Direttivo, grazie alle piattaforme virtuali e a WhatsApp, ci siamo confrontati molto e abbiamo lavorato con grande impegno».
Quali sono gli interventi realizzati?
«Abbiamo sostenuto un’adozione a distanza a Capo Verde, l’associazione Amale; l’associazione Colline e Culture; la Banca degli Occhi; il Banco Alimentare; le sezioni braidesi di Fidca e Anioc. Abbiamo poi assegnato tre borse di studio per ragazzi diversamente abili; piantumato un albero nel bosco del Rotary cittadino; ci siamo spesi per i cani guida; occupati dell’acquisto alimenti per la Caritas locale; organizzato la cena di Natale delivery per i nostri soci; realizzato pandorini e colombine per i nostri Leo; donato “cardiocheck” alle crocerossine; finanziato un monumento a Genova, sotto il ponte Morandi; finanziato un gattile; partecipato al progetto del Bucettario, con ricavato in favore della Lilt; sostenuto la lotteria Aido; promoso l’acquisto di mascherine; partecipato alla raccolta fondi per acquistare un ecografo pediatrico da donare al reparto di cardiologia infantile dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, fatto una donazione in memoria del piccolo Mattia Sartori di Roreto di Cherasco; promosso la merenda di Pasqua, acquistato un autorespiratore per i Vigili del Fuoco; dotato di web-cam la Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale Ferrero di Verduno».
Da quando fa parte del mondo Lions?
«Sono entrato nel club il 10 giugno del 2016, con Sergio Provera come padrino. Il 28 aprile del 2020 sono stato eletto presidente e sono entrato in carica il primo luglio dell’anno passato».
Cosa significa far parte del mondo Lions?
«È un bel modo per servire il territorio, facendo dei “service” che vanno a beneficio delle nostre realtà e di chi ne ha bisogno. Ogni presidente e direttivo scelgono la propria linea d’azione per il proprio anno lionistico. E poi c’è il piacere di incontrarsi, ovviamente Covid permettendo, per conoscersi e scambiarsi idee e progetti. Gli incontri che organizziamo per far scoprire altre realtà del territorio sono molto interessanti».
“Service” a parte, quali sono i programmi futuri?
«Gli incontri con i soci, secondo quanto sarà possibile farlo. Continuare ad avere questa vicinanza tra i soci è importante. È un aspetto che nell’anno passato ci è mancato tantissimo!».