I cani interagiscono principalmente attraverso quattro sensi: l’olfatto, la vista, l’udito e il tatto. I cani, tecnicamente, non parlano, ma attraverso il loro corpo comunicano con i loro simili e gli esseri umani. L’olfatto è il senso più sviluppato del cane; questo perché i suoi recettori olfattivi sono più di 100 milioni.
I segnali olfattivi sono molto importanti nella comunicazione intraspecifica e vengono messi in atto per evitare possibili scontri. Quelli tipici dei cani sono: la marcatura tramite deiezioni e feromoni, sostanze biochimiche prodotte da ghiandole esocrine con l’obiettivo di inviare segnali ad altri individui della stessa specie.
Queste grandi capacità olfattive, inoltre, lo rendono un fantastico collaboratore nella ricerca e nella discriminazione di particolari sostanze; proprio durante la pandemia da coronavirus sono stati attivati dei progetti di ricerca in tutto il mondo che mirano a trarre beneficio da questa caratteristica. In particolare, attraverso uno specifico percorso di addestramento, i cani riuscirebbero a identificare soggetti positivi al Covid annusando semplicemente il sudore emanato dalla pelle umana. Incoraggiante, in questo senso, uno studio pilota realizzato in Finlandia: la ricerca ha mostrato che alcuni cani operativi in aeroporto si sono dimostrati capaci di individuare il virus nella quasi totalità dei casi.
Anche in Italia, presso i laboratori universitari di Fisio-Etologia, sono attualmente in corso studi specifici volti ad approfondire questa loro grande virtù.
Le orecchie, la coda, i peli, lo sguardo e la posizione del corpo possono dire molto su quello che un cane sta cercando di manifestare. Questo insieme di caratteri concorrono a chiarire quella che è definita “postura” del cane, atteggiamenti cioè sviluppati nel corso dell’evoluzione al fine di evitare scontri veri e propri, per esempio: leccarsi le labbra, mettersi a pancia in su e distogliere lo sguardo sono i tipici comportamenti distensivi. Mentre in condizioni di stress o paura notiamo che il nostro amico a quattro zampe spesso si blocca nel cosiddetto “freezing” oppure si lecca le labbra, espleta i propri bisogni oppure mostra i denti.
Al contrario, la piloerezione, cioè il fenomeno che si manifesta quando il pelo del collo si drizza, è un tipico segnale di minaccia o aggressività, insieme alle orecchie dritte e rivolte in avanti, il dorso inarcato o il sollevamento del posteriore.
Tali posture sono transitorie e specifiche nel contesto in cui si osservano. Se due cani sono liberi, di norma, è consigliabile far sì che siano loro a risolvere la controversia. Se, invece, i cani sono al guinzaglio sarebbe opportuno prevenire situazioni di pericolo con un allontanamento da parte dei proprietari per evitare possibili circostanze non gestibili o troppo bellicose. Il cane cerca sempre di comunicare, anche se spesso noi non siamo in grado di decifrare il suo linguaggio proprio perché la nostra comunicazione si basa prevalentemente sulla parola, mentre il cane usa una comunicazione non verbale. Dunque diventa importante approfondire proprio la comunicazione non verbale, imparando ad adottare un linguaggio diverso dall’uso della voce e che si concentri sulle posture, sugli sguardi, sui gesti: semplici e chiari con pochissime parole di supporto. Riusciremo così a essere più incisivi e a non creare reciproche incomprensioni e malintesi.
Articolo a cura di Francesca Abellonio, consigliere dell’Ordine dei Veterinari della Granda