Quant’è importante per le atlete mantenersi allenate anche nei mesi estivi?
«Importantissimo, soprattutto per le giovani; durante l’anno si vede già che saltando giorni di allenamento si perde un po’ per strada la tecnica che si era acquisita nei giorni e nelle settimane precedenti, a maggior ragione per due mesi estivi in cui si è totalmente a digiuno di pallavolo giocata, ma soprattutto di lavoro tecnico in palestra. Il lavoro giornaliero di qualità paga sempre, si nota anche nelle atlete più esperte che sembrerebbero avere tutti i mezzi per riprendere subito e bene dopo un periodo di pausa medio/lungo, invece anche loro hanno bisogno di un periodo di riadattamento al lavoro con il pallone e alla concentrazione tecnica. Io consiglio sempre, in mancanza di allenamenti estivi, di fare tanta attività di beach volley o di green volley, per mantenere almeno il contatto con la palla e conservare le capacità atletiche che si sono sviluppate durante l’anno».
Su cosa punta maggiormente la pallavolo femminile di oggi rispetto al passato?
«La prima cosa che salta agli occhi è la velocità di gioco che si è alzata soprattutto negli ultimi anni; scuola americana e asiatica sono quelle a cui ci siamo ispirati. Le squadre di alto livello italiano ed europeo hanno come prerogativa la velocità di gioco sia in “side out” (cambiopalla) che in fare “breakpoint” (rigiocata dopo difesa), questo è un vantaggio per la squadra che attacca con il muro quasi sempre a uno o scomposto, di contro però bisogna avere palleggiatrici di elevata caratura tecnica, e di alta precisione altrimenti il giochino è fine a se stesso. Il secondo particolare è la fisicità che si sta ricercando nelle atlete e di conseguenza la forza sul colpo, in modo da prendere la palla sempre più in alto, ma anche di avere più potenza nell’attacco. Un punto in cui noi del femminile ci soffermiamo sempre è il lavoro tecnico individuale, che continua ad esserci in grande quantità, ma negli anni il globale (6 vs 6 o giochi di 4/5 contro 4/5) sta aumentando di quantità durante la settimana, avvicinandoci forse ad allenamenti più maschili»