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«In pista non devono mancare grinta e voglia di vincere»

Il patron del Team Go Eleven, Gianni Ramello, analizza le prime gare del Campionato e non nasconde l’entusiasmo per la seconda posizione di Chaz Davies in Gara 2 all’Estoril! E avverte la sua squadra: «Continuiamo a guardare avanti con motivazione»

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La tensione è certamente una delle prime impressioni di questo inzio campionato! Le prime gare della stagione per il Team Go Eleven sono state un mix di emozioni incredibili come la “paura” di fare qualche errore, sempre nella speranza di iniziare con il piede giusto ed ottenere un grande risultato. Per una valutazione obiettiva e appassionata, la Rivista Idea ha incontrato Gianni Ramello, patron del Team Go Eleven.

È partito ufficialmente il WorldSBK. Come giudica alla luce della sua esperienza queste due prime gare?
«È stato sicuramente un buon inizio. Incominciare il Campio­nato con un nuovo pilota, e che pilota, a cui si somma l’arrivo di nuovi ragazzi nella squadra e soprattutto del nuovo capotecnico, inglese, non è sempre semplice. In queste fasi bisogna affinarsi con pazienza, cercare di risolvere le incomprensioni e lavorare con il massimo impegno, sin da subito. Comunque va sottolineato che abbiamo ottenuto subito dei risultati a dimostrazione che la squadra c’è. Non ci manca il pathos, capacità trasmessa a tutti, anche ai nuovi e questo atteggiamento mi fa essere molto ottimista per il prosieguo della stagione».

Al Motorland Aragon lo scorso anno il Team Go Eleven aveva raccolto la sua prima vittoria. Tornare “sul luogo del delitto”, cosa le ha rievocato?
«Tornare sul luogo del delitto non vuole dire commettere lo stesso reato! Sarebbe stato incredibile, ma era la prima gara, la prima esperienza tutti insieme e lavorando molto abbiamo comunque ottenuto già la prima vittoria come Team Independent. Poi ci si è messo anche il tempo a complicare le cose… L’anno scorso, sono convinto, fosse il momento giusto. Forse non capiterà più, ma l’abbiamo sfruttato, noi e il pilota, nonostante una moto diciamo vecchia…. Penso che se si riesce a ottimizzare la preparazione si possa fare la differenza anche con mezzi, leggermente meno performanti. Il ricordo di quella gara rimarrà sempre nella mia mente e nel mio cuore, così come sarà indelebile “cicatrice” nella storia di Go Eleven. Ogni anno che torneremo su questo circuito avremo davanti agli occhi bellissimi ricordi…».

Chaz Davies si è rivelato un guerriero: quali sono stati gli aspetti che secondo lei devono ancora essere affinati?

«Chaz è un grande combattente, è uno che non molla facilmente: sa tenere passi gara da paura, costanti, martellando sempre con tempi molto simili. E alla fine ha una resa al 100%, anche al termine della gara. Una dote evidenziata ad Ara­gon: nonostante la caduta e il doppiaggio ha offerto un grande esempio a tutti i piloti e soprattutto al team, risollevando la moto, rientrando al box dove non ha lasciato neppure il tempo di rimettere in sesto la carena… Ha voluto il cambio gomma, strappato con le sue mani la carena rotta e senza la pedana destra e senza un’ala (quindi con una moto che viaggiava un po’ inclinata….) e senza il freno posteriore, indispensabile per la sua guida, ha sfoderato una prestazione al top stampando il giro veloce e praticamente gareggiando con gli stessi tempi dei primi due…Questo è l’atteggiamento del nostro pilota, una dimostrazione di grande carattere, di amore e passione per le corse e soprattutto prova di grande rispetto per il Team, per i ragazzi che hanno lavorato per lui e che comunque hanno potuto assaporare l’emozione dei suoi giri sempre più veloci uno dietro l’altro…».

Quanto il fattore meteo, e di conseguenza la scelta delle gomme sono stati determinanti nella gara domenicale?

«Ormai, un po’ come anche in Formula 1 le gomme sono de­terminanti in ogni gara. Rap­presentano l’unico punto di ap­poggio tra la moto e l’asfalto e se sbagli mescola alla fine sei fregato… Ad Aragon la situazione era veramente complicata: la pioggia era molto fine, a sprazzi smetteva e dovevamo scegliere con cosa correre… Al mattino, nella Superpole Race, abbiamo azzardato una intermedia che di fatto non avevamo mai usato e che non è il massimo come performance. Invece, si è rivelata la scelta vincente. La domenica pomeriggio non abbiamo avuto il coraggio di rischiare: le condizioni erano ancora più incerte. Alla luce del risultato, ma si tratta del senno di poi, avessimo montato subito la slick avremmo fatto la differenza!».

Dalla Spagna al Portogallo e Chaz ha nuovamente dimostrato le sue qualità. Merito di un circuito che ha con lui un feeling speciale?
«Sicuramente Estoril è un circuito che gli piace, ma arrivava anche con aspettative oltre la norma avendo vinto l’ultima gara dell’anno scorso. È un pilota capace di interpretare bene la pista e sa sfruttare al massimo la moto in ogni situazione. Chaz ha molta esperienza. Non credo ci siano circuiti a lui non congeniali».

Non è stato facile trovare il giusto set-up per la moto… Poi la svolta, cosa è cambiato?
«È stato un week end molto complicato. Siamo partiti molto bene, subito nei primi 5-6, poi un problema al motore ci ha fermati impedendoci di fare il turno del pomeriggio dove era in programma una simulazione gara, utile per scegliere la gomma e trovare il giusto assetto. Non ci siamo persi d’animo e sabato mattina la moto era pronta per il turno, breve ma importante, in vista della Superpole. Purtroppo le regole delle corse non ci hanno permesso di stampare il tempo in Superpole. Quando Chaz insieme ad altri piloti si è lanciato per il giro è stata esposta la bandiera gialla in conseguenza di un pilota che si trovava fuori dalla pista. Questa azione fa sì che i giri di chi si trova in quel momento in pista vengano cancellati! Una delusione enorme! La svolta è venuta dopo un gran lavoro dello staff tecnico che, sfruttando le indicazioni di Chaz, ha saputo trovare un migliore assetto che ha premesso al pilota una rimonta spettacolare sia nella gara 1 che nella Superpole Race così da partire in gara 2 in terza fila».

Salire sul podio è stata una grande soddisfazione. Quanto ha giocato nel risultato, il supporto del team e dei ragazzi della squadra?
«Il Team è stato grande, in sole due gare si è creato un ottimo rapporto, un feeling quasi inaspettato. Chaz credo sia per la prima volta in una situazione a lui molto gradita: ha una squadra che lo ascolta, che è pronta a recepire qualunque richiesta, ad assecondarlo ed a spiegargli nei dettagli il lavoro che si deve fare. Credo che questa sarà la nostra arma vincente anche per il futuro».

Adesso Misano vi attende.. Fare pronostici non è mai cosa buona. C’è però un suggerimento che pensa possa aiutare il pilota ed il Team?

«Non ho suggerimenti particolari ma chiedo alla squadra e al pilota di scendere in pista con la grinta e la voglia di vincere, spinti dalla passione, dallo spirito agonistico che deve essere il vero Dna del Team. Da soli si fa bene, ma uniti si può vincere sempre ed in ogni occasione. Dopo tanta esperienza sul campo ho capito che l’amore per questo sport è il vero propulsore di un Team».