“L’Unione Europea deve bloccare le importazioni di prodotti alimentari che sfruttano i bambini e garantire che dietro tutti i cibi che arrivano sulle tavole ci sia un percorso di qualità che riguarda la tutela dei minori, oltre che del lavoro, dell’ambiente e della salute”. È quanto afferma Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, nel commentare il nuovo rapporto realizzato dall’Organizzazione internazionale del Lavoro (ILO) e dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF).
Dal Sudamerica all’Asia fino all’Africa, l’agricoltura è il settore in cui si concentra oltre il 70% dell’insieme dei bambini e adolescenti costretti a lavorare, cioè 112 milioni in totale, di cui una larga parte è rappresentata dalla fascia di età tra i 5 e gli 11 anni.
“Dopo il documentario Rice to Love, – spiega Moncalvo – realizzato dal giornalista Stefano Rogliatti, in cui si raccontavano le dinamiche dietro la coltivazione ed il commercio di riso in Myanmar, abbiamo voluto continuare con una nuova operazione di trasparenza, sempre con Rogliatti, per far conoscere e vedere cosa accade nei luoghi di produzione della nocciola turca nel periodo della raccolta, per raccontare la vera situazione a cui i raccoglitori, tra cui moltissimi minori, obbligati a lavorare per la sopravvivenza. Così è nato Né Tonda Né Gentile, un documentario unico nel suo genere che fotografa condizioni sociali di forte disagio e realtà produttive estremamente diverse da quelle italiane e piemontesi”.
“Lo sfruttamento minorile – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – è un fenomeno intollerabile che la crisi causata dalla pandemia rischia, purtroppo, di rendere ancora più diffuso, per questo serve un cambio di passo a livello comunitario, a partire da una maggiore attenzione agli accordi commerciali con quei Paesi dove si sfrutta il lavoro minorile. È importante consentire ai cittadini scelte di acquisto consapevoli estendendo a tutti gli alimenti l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza, entrata in vigore nel febbraio 2018, che pone l’Italia all’avanguardia in Europa. In tal senso è necessario accelerare sull’etichettatura dei trasformati della frutta, come succhi e marmellate”.
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c.s.