Alberto Burri (Città di Castello, 1915-Nizza, 1995) è considerato uno degli artisti più importanti della tendenza informale che si diffuse a livello internazionale dopo la Seconda Guerra Mondiale. L’arte informale fu una tendenza artistica nata sul finire degli anni ‘40. In un mondo incerto e sconvolto dal conflitto mondiale, gli artisti avvertirono l’esigenza di una nuova modalità comunicativa che rifiutasse le forme, figurative o astratte che fossero, per dedicarsi direttamente alla materia attraverso gesti spontanei ed espressivi. Burri si è avvicinato all’arte in modo piuttosto rocambolesco. Dopo essersi laureato in medicina nel 1940, fu arruolato nell’esercito come sottotenente medico di complemento e nel 1943 venne mandato in Africa settentrionale. L’avventura militare durò poco perché qualche mese dopo venne catturato dagli inglesi e poi ceduto agli americani per finire ad Hereford in Texas in un campo di concentramento per non collaborazionisti della Seconda Guerra Mondiale. La detenzione in Texas tuttavia fu provvidenziale. Fu in quei lunghi mesi che Burri si avvicinò al mondo dell’arte, cominciando a dipingere. Raggiunse la fama internazionale nel 1953 con la sua prima personale americana “Alberto Burri: paintings and collages” presentata prima a Chicago e poi a New York. Le sue opere sono oggi esposte in alcuni fra i più importanti musei del pianeta, dal Centre Pompidou di Parigi al Guggenheim di New York e alla Tate Gallery di Londra.