Basta poco, a volte, per capire una persona. Basta un’immagine, un racconto d’estate. Benedetto Vigna, 52 anni, nuovo amministratore delegato della Ferrari, è uno dei più affermati manager del mondo, ma la sua vacanza ideale rimane al paese in cui è nato, arroccato sulle Dolomiti lucane: Pietrapertosa, nemmeno mille anime, un grappolo di case costruite sulla roccia. Lì è semplicemente Benedetto, lo trovi seduto al bar con gli amici di sempre, rievocare scorribande infantili e aneddoti scolastici: l’alba di una vita di successo. E allora cogli la semplicità e l’umiltà, il valore delle radici e della famiglia, la priorità della sostanza sull’apparenza.
Dopo quell’età spensierata, il liceo a Potenza e l’incontro con Franco Biscione, docente di matematica e fisica, forse determinante per le scelte future. Benedetto sceglie l’università di Pisa, si iscrive a Fisica Subnucleare, si laurea con lode e abbraccia il mondo della tecnologia. Tutte le biografie raccontano che fra i suoi brevetti figura il sensore di movimento tridimensionale utilizzato nei comandi senza fili della consolle da casa Wii Nintendo, ma meno noto è il retroscena che molto dice della bravura, della competenza, della determinazione di Vigna. Un mese dopo il suo arrivo in Stm, società che lascia oggi per la Ferrari, gli chiedono se è interessato ai Mems, sistemi micro-elettronico-meccanici destinati a trasformare un voltaggio in movimento fisico: non è un esperto, ma si tuffa nello studio, si trasferisce all’Università di Berkeley per approfondire, pochi anni dopo concepisce un “chip” capace di rilevare i gesti in tre dimensioni, crea un prototipo e conquista la Nintendo che lancia le vendite su scala mondiale. Storia di undici anni fa, Wii diventa il videogioco il più ricercato, lui viene inserito fra i primi trenta geni al mondo e candidato al premio “Inventore europeo dell’anno”. I brevetti sono oltre 200 e riguardano molteplici settori: nella Ferrari, dove inizierà a lavorare dal primo settembre, lasciando dopo 26 anni Stmicroelectronics, dove ricopre l’incarico di responsabile del Gruppo Analogici, Mems e Sensori, metterà a disposizione la sua competenza e passione per continuare nel solco dello sviluppo tecnologico che, unitamente al lusso, rende unico il marchio italiano. E non importa se è un volto noto nell’elettronica e nella ricerca, ma non del settore “automotive” (il Financial Times ha definito “grande sorpresa” la sua nomina), perché Vigna non solo inventa, ma sa reinventarsi, ama raccogliere sfide nuove e aprire le porte del futuro: «Il mio sogno era seguire la carriera accademica», ha raccontato, «poi sono stato coinvolto in progetti di ricerca e dopo qualche tempo ho voluto qualcosa che fosse più vicino alla realtà, per questo motivo sono andato a lavorare in Stmicroelectronics. Mi hanno assunto perché ero bravo da un punto di vista tecnico e perché avevo voglia di provare nuove sfide, a volte invece buoni tecnici non hanno voglia di andare oltre alla loro zona di comfort». «La sua profonda conoscenza delle tecnologie che guidano gran parte del cambiamento della nostra industria», l’accoglienza di John Elkann, presidente Ferrari, «le sue comprovate capacità di innovazione, l’approccio imprenditoriale e la sua “leadership” rafforzeranno ulteriormente Ferrari scrivendo nuovi capitoli della nostra storia irripetibile di passione e performance nell’era entusiasmante che ci attende».