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Racconta “storie di passi e di ombre, di giorni e di fantasmi”

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Paolo Castellino ci conduce, un passo dopo l’altro, nelle viscere di una montagna profonda dove le rughe del tempo si sovrappongono alle luci e alle ombre del presente. In questa “antologia ricca e varia” come l’ha definita nella sua bella prefazione Giuseppe Miotti, non troviamo cronache alpinistiche puntuali con riferimenti tecnici e temporali. Al contrario ci immergiamo in una montagna più recondita che si allontana dalle copertine e dall’apparenza. Un mondo alpestre che deve essere cercato, capito e ascoltato, tra le braccia del quale si rincorrono i fantasmi della nostra esistenza. Castellino si muove con agilità tra le pareti della Grigna e del Mongioie, accarezza storie e leggende incastonatesi nelle rocce o sui pascoli, pennella angoli di paesaggio che brillano sotto la coperta della notte. Nel suo vagabondare per colli, borghi e vallate traspare la malinconica ricerca di un superfluo senza il quale non può esserci crescita interiore. Grazie a una scrittura asciutta, sicura e incisiva Castellino mette a nudo le fragilità personali e quelle del mondo contemporaneo, dando vita a racconti esperienziali che si fanno plastici e avvolgenti. Stampato in tiratura limitata e indissolubilmente legato a progetti di beneficenza, il volume è richiedibile su www.uncastellosullemontagne.com.