La celebrazione del 247° anniversario di fondazione del Corpo della Guardia di Finanza è stata l’occasione per fare un bilancio dell’ultimo anno di interventi ed operazioni in provincia di Cuneo.
Di seguito i principali risultati conseguiti dalle Fiamme Gialle della Provincia nei vari settori operativi.
CONTRASTO ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI
Nella scorsa annualità sono state eseguite 293 ispezioni fiscali, individuando 108 evasori totali, soggetti economici, cioè, completamente sconosciuti all’Erario.
Nell’attività di contrasto al fenomeno del “lavoro nero” sono stati individuati 40 datori di lavoro non in regola con le norme del settore e sono state fatte emergere 42 posizioni irregolari, di cui 26 completamente sconosciute agli enti previdenziali ed assistenziali, per le quali è quindi prevista la c.d. “maxi-sanzione”. Nello specifico il fenomeno ha interessato trasversalmente tutti i comparti produttivi e commerciali.
Sono stati scoperti numerosi reati fiscali relativi all’emissione/utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta, con la conseguente denuncia all’Autorità Giudiziaria di 42 persone.
Importante rilievo nel comparto in parola hanno assunto le seguenti attività di servizio:
1. Operazione “PIAZZA DI SPAGNA”, svolta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cuneo, che ha interessato, oltre alla Provincia “Granda”, anche altre località in Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Calabria e che ha permesso di scardinare un’articolata associazione a delinquere, dedita alla commissione di complesse frodi fiscali.
Le indagini sono state svolte nei confronti di un sodalizio criminale, operante su tutto il territorio nazionale, composto da imprenditori, professionisti e prestanome (11 gli indagati) che aveva escogitato un articolato meccanismo fraudolento, al fine di evadere l’erario, attraverso l’indebita formazione di crediti IVA inesistenti, mettendo in pratica un vero e proprio “modello evasivo”, sfruttando indebitamente l’istituto, previsto dalla normativa, dell’accollo fiscale.
Il sofisticato meccanismo di frode ha visto coinvolte nr. 6 società, tutte con sede in Roma, ed è stato reso possibile anche grazie alla compiacenza di due professionisti, che apponevano il visto di conformità sulle dichiarazioni fiscali contenenti il credito inesistente, venendo ricompensati di questa condotta illecita attraverso una percentuale sul risparmio tributario indebitamente ottenuto.
Tra i beni oggetto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca (per l’importo complessivo di 25 milioni di euro) figurano nr. 21 immobili (tra cui, un prestigioso appartamento in un quartiere di lusso in Roma), nr. 33 terreni, nr. 6 autovetture e quote societarie di n. 27 società (quest’ultime per un valore nominale di oltre 1 milione di euro).
2. Operazione “CAROSELLO RUMENO” del Gruppo di Bra. Il Reparto, nella scorsa annualità, ha individuato una complessa frode fiscale nei confronti di una società operante nella produzione di componenti meccanici.
Le indagini hanno consentito di individuare, quale maggiore fornitore della società verificata, un soggetto economico sprovvisto di una reale sede operativa e di una minimale struttura organizzativa d’impresa idonea a legittimare il volume d’affari attestato dalle fatture emesse, che ha sistematicamente omesso la presentazione delle dichiarazioni annuali dei redditi e dell’I.V.A. ed il versamento delle imposte dovute.
La frode, realizzata secondo lo schema delle c.d. “frodi carosello”, è stata perpetrata inserendo nella catena commerciale un’impresa nazionale, risultata essere evasore totale, tra il fornitore comunitario non residente (con sede in Romania) e la società verificata destinataria della merce, mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
A conclusione dell’attività ispettiva è stato constatato che la società verificata ha contabilizzato fatture per operazioni inesistenti, per circa 2 milioni di euro cui corrisponde un I.V.A. dovuta al fisco di circa 400 mila euro.
3. Operazione “HELI” della Compagnia di Cuneo. I militari del Reparto hanno condotto un’articolata attività ispettiva nei confronti di due società di capitali e di una persona fisica.
Nello specifico, la verifica fiscale nei confronti di una delle due scoietà, formalmente con sede legale a Wokingam (GB), ha permesso di constatare che la stessa di fatto era residente fiscalmente in Italia, a Cuneo, presso il domicilio dell’unico azionista ed amministratore.
L’attività info-investigativa svolta ha permesso di appurare che l’amministratore della società, proprietario anche di un elicottero, conduceva un tenore di vita assolutamente non congruo con i redditi dichiarati di importi minimi. Le indagini svolte hanno fatto emergere che il soggetto era amministratore ed unico socio di una società di diritto anglosassone, con sede dichiarata, per ragioni fiscali, in Gran Bretagna e che però, di fatto, aveva la sede di direzione effettiva in Cuneo.
Pertanto quest’ultima impresa è stata riqualificata come “Società Esterovestita” operante di fatto nel territorio Italiano e, di conseguenza, tenuta ad osservare gli obblighi fiscali, contabili e dichiarativi previsti dalla vigente normativa nazionale.
All’esito dei controlli, sono stati constatati elementi positivi di reddito non dichiarati per circa 1,5 milioni di euro.
4. Operazione ““NORD SUD OVEST EST” della Compagnia di Mondovì. Il Reparto, ha eseguito diverse attività ispettive nei confronti di società nelle quali, a vario titolo, risultava cointeressata una nota commercialista della città.
Al termine dell’attività di verifica sono state constatate violazioni di natura formale/sostanziale, che hanno consentito di procedere alla constatazione di elementi positivi di reddito non dichiarati, per circa 10 milioni di euro e sono state individuate operazioni riconducibili a fatture per operazioni inesistenti, che la verificata ha utilizzato ed emesso per un ammontare complessivo di circa 2,5 milioni di euro.
A conclusione del controllo, oltre alla constatazione degli importi evasi, sono state denunciate n. 16 persone, riconducibili a vario titolo alle società che hanno avuto rapporti con la verificata, per reati tributari, societari, autoriciclaggio, ricettazione e associazione per delinquere, taluni aggravati ex art. 416-bis 1 C.P
5. Operazione “AFFARE BULGARO” della Tenenza di Fossano. Gli ispettori del Reparto, nel febbraio 2020, avviavano una verifica fiscale nei confronti di una società operante nella Provincia di Cuneo, attiva nel settore dell’installazione di impiantistica, operante con la veste di società di diritto bulgaro, ma di fatto attiva in Italia.
Dagli approfondimenti svolti nell’ambito della verifica fiscale, è emerso che il rappresentante legale della società fosse stabilmente presente sul territorio nazionale e che la società operava sul territorio italiano.
Essendo stato riscontrato, dunque, che il “place of effective management” dell’impresa e che la sua operatività fossero pressoché totalmente limitati al territorio italiano, la stessa è stata riqualificata come società “esterovestita”.
All’esito dell’attività ispettiva svolta, è stato possibile ricondurre a tassazione in capo alla società, oltre 1,6 milioni di euro.
6. Operazione “ROTTAMI MILIONARI” della Tenenza di Saluzzo. Alla conclusione di due interventi nei confronti di altrettante attività imprenditoriali di Saluzzo, operanti nel settore del commercio e recupero di rottami ferrosi, i riscontri con i loro fornitori hanno permesso di individuare soggetti economici risultati aver omesso di presentare, per una o più annualità d’imposta, le prescritte dichiarazioni fiscali e/o notevoli differenze tra le dichiarazioni all’Amministrazione Finanziaria e quanto comunicato dai clienti.
Nei confronti di 4 soggetti economici si accertavano situazioni di rilievo penale, derivanti dall’omessa presentazione delle previste dichiarazioni annuali (ai fini II.DD. e ai fini I.V.A.), e venivano ricostruite operazioni attive non dichiarate per circa 21 milioni di euro.
È stata avanzata all’A.G. competente proposta di sequestro preventivo, anche per equivalente, finalizzato alla confisca del profitto del reato, per un valore complessivo pari all’ammontare delle imposte evase (pari ad oltre 7 milioni di euro).
Inoltre, gli accertamenti di natura tributaria e le correlate indagini di polizia giudiziaria, hanno permesso di individuare nr. 15 soggetti risultati essere “evasori totali”, con imponibile sottratto a tassazione complessivamente pari ad oltre 38 milioni di euro.
Si evidenzia inoltre che, nel 2020, al fine di soddisfare il credito erariale, i Reparti della Provincia hanno sottoposto a sequestro per equivalente beni e valori per oltre 25 milioni di euro di euro ed avanzate ulteriori proposte ablative all’Autorità Giudiziaria per ulteriori 32 milioni di euro.
CONTRASTO AGLI ILLECITI NEL SETTORE DELLA TUTELA DELLA SPESA PUBBLICA
Nello specifico settore, tra le altre, sono state eseguite le seguenti attività degne di nota:
1. Operazione “TRE CUNEI” del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cuneo, che, nell’ambito di un’attività info-investigativa intrapresa nel settore del riciclaggio, ha acquisito informazioni relative ad un gruppo familiare originario della Provincia di Cuneo che avrebbe riciclato in Italia proventi di attività illecite poste in essere in Spagna.
Al fine di svolgere approfondite attività investigative in territorio spagnolo, necessarie a corroborare le ipotesi investigative formulate in Italia, la competente Procura della Repubblica di Asti ha intensificato i contatti con le Autorità Giudiziarie Spagnole avvalendosi degli strumenti di cooperazione previsti dalle convenzioni internazionali.
Le informazioni acquisite in territorio nazionale ed estero sono state compendiate in una proposta di costituzione di una Squadra Investigativa Comune (Joint Investigation Team) tra la citata Autorità Giudiziaria nazionale e la Fiscalia Especial Contra la Corrupcion y la Criminalidad Organizada di Madrid (e conseguentemente tra questo Nucleo e la Polizia Giudiziaria Spagnola), al fine di determinare compiutamente l’origine delittuosa del denaro riciclato in Italia.
Le risultanze di dette attività hanno permesso alla polizia giudiziaria spagnola di ipotizzare i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, al riciclaggio, al traffico di influenze ed all’evasione fiscale nei confronti di un sodalizio operante nella zona della Costa del Sol (Andalusia) nonché di richiedere ed ottenere dall’A.G. iberica l’emissione di provvedimenti giudiziari (arresti, denunce a piede libero, perquisizioni e sequestri di beni mobili, immobili e valori) nei confronti di 18 persone (di cui 3 indagate anche in Italia).
La collaborazione con le Autorità spagnole ha consentito altresì di acquisire importanti informazioni circa la pericolosità sociale di un soggetto che ha commesso plurimi reati in Italia (fino alla fine anni “80) ed anche in Spagna (dagli anni “90 fino ad oggi).
E’ stato pertanto richiesto ed ottenuto l’emissione di un decreto di sequestro di una villa di pregio e di 52 ettari di terreni agricoli ad essa annessi, siti nel Comune di Albaretto della Torre (CN), per un valore complessivo pari a 5 milioni di euro.
2. Operazioni “TITANIO 1 e 2” del citato Nucleo PEF di Cuneo. I militari eseguivano una complessa attività, coordinata dal locale Procuratore della Repubblica nel settore del contrasto alle frodi in danno del Servizio Sanitario Nazionale e dei reati contro la Pubblica Amministrazione.
L’attività delittuosa si estrinsecava attraverso il pagamento da parte dell’Azienda Ospedaliera cuneese di ingenti fatture per l’acquisto di specifici dispositivi medici, in realtà mai consegnati.
Dalla documentazione esaminata emergeva, infatti, come i dispositivi medici oggetto di indagine venissero formalmente scaricati, attraverso il sistema di gestione del magazzino ospedaliero, in numero palesemente difforme e sproporzionato rispetto all’eventuale ed effettivo utilizzo in Sala Operatoria.
Le successive indagini consentivano di accertare come i registri operatori, in data successiva alla redazione e firma da parte dell’equipe chirurgica, venissero modificati da un pubblico dipendente, caposala responsabile del magazzino del blocco operatorio polivalente dell’Ospedale, che si era prestato al meccanismo fraudolento a fronte di un illecito compenso.
Al termine delle indagini, è stato eseguito il sequestro del profitto di reato conseguito ai danni dell’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo, quantificato in oltre 1 milione di euro.
Successivamente l’attività in parola, estesa anche all’Ufficio giudiziario di Torino, è stata conclusa con l’esecuzione di un ulteriore decreto di sequestro preventivo per oltre 2 milioni di euro, nei confronti di due nuovi soggetti collegati all’Azienda Ospedaliera Universitaria “Città della Scienza e della Salute” di Torino, nonché con la segnalazione alla Corte dei Conti di un danno erariale di 3 milioni di euro.
CONTRASTO ALLA CRIMINALITA’ ECONOMICO FINANZIARIA
In ragione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 in atto, l’attività dei Reparti operativi del Comando Provinciale di Cuneo è stata anche indirizzata a tutela della collettività, in particolare effettuando quotidianamente sul territorio appositi controlli nei confronti dei cittadini e delle imprese finalizzati a reprimere condotte illecite connesse all’emergenza sanitaria, in parte ancora in atto.
Nel comparto ha avuto particolare eco mediatica l’attività svolta dal Gruppo di Bra, denominata Operazione “SECUR MASK”. I militari del dipendente Reparto, nel corso di un’autonoma attività istituzionale, posta in essere a seguito di una segnalazione pervenuta da un Reparto del Corpo nel bergamasco, hanno intrapreso un controllo nei confronti di una società milanese con sede operativa nel Comune di Bra importatrice di n. 50.310 Dispositivi di Protezione Individuali (FFP2 KN95) importati dalla Cina che, successivamente allo sdoganamento avvenuto presso la Dogana di Milano Malpensa, risultavano immessi sul mercato ancorché non conformi ai requisiti richiesti
Per tale fattispecie l’Amministratore delegato della società è stato deferito alla Procura competente presso la quale è stato acceso un apposito procedimento penale. In tale ambito l’A.G. emetteva un decreto di sequestro penale probatorio da eseguirsi presso i clienti che risultavano aver acquistato i prodotti. Nel medesimo provvedimento l’A.G. disponeva il Sequestro Penale Preventivo Urgente di ulteriori n. 65 mila D.P.I. che, a seguito di indagini, risultavano facenti parte di una seconda partita di merce importata dalla medesima società, ugualmente non conformi alle disposizioni di legge.
Altri 24 Reparti del Corpo, appositamente sub-delegati all’attività richiesta, eseguivano il Sequestro Penale Probatorio di ulteriori 17 mila D.P.I. ancora nella disponibilità dei clienti.
L’efficace sinergia operativa tra i diversi Reparti del Corpo, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Asti, ha quindi consentito di intervenire in maniera immediata portando al sequestro, sul territorio nazionale, di complessivi 82 mila dispositivi di protezione individuali (mascherine) modello FFP2 KN95, evitando che gli stessi prodotti, non assistiti dalle richieste certificazioni di conformità previste dal Regolamento UE 425/2016, né legittimati dalla procedura in deroga introdotta dal Governo in considerazione dello stato emergenziale derivante dall’epidemia da Covid-19, venissero acquistati da ignari consumatori.
Più in generale, in linea con i compiti affidati loro le Fiamme Gialle di Cuneo, anche per il prosieguo del 2021, continueranno nella loro opera di contrasto ai fenomeni distorsivi che alterano la regolare concorrenza tra le imprese sul territorio della “Granda”, danneggiano le risorse economiche pubbliche e riverberano negativamente sul carico fiscale che grava sui cittadini onesti.
Attenta e costante, è l’azione per prevenire eventuali tentativi di infiltrazione della criminalità economico-finanziaria, anche in forma organizzata, nell’economia legale della Provincia, in particolar modo in un momento storico, ancora così difficile per molti settori dell’imprenditoria e del commercio, che deve ripartire e risollevarsi, evitando “scorciatoie” o il ricorso a “capitali facili”, ma di dubbia provenienza.
Testimonianza concreta di questo impegno è stata l’azione di servizio espressa in tutte le indagini di polizia giudiziaria, nell’ambito delle quali i Reparti della Granda, oltre ad affrontare articolati contesti avviati d’iniziativa, di norma, ma non sempre, sulla scorta delle risultanze degli accertamenti tributari, vengono impiegati per evadere le crescenti richieste di indagine, ben 357 nel periodo, delle Procure della Repubblica che insistono sul territorio provinciale, alle sedi di Cuneo ed Asti.
Di rilievo, nel settore dei reati contro la Pubblica Amministrazione, risulta l’Operazione “CASH” della Tenenza di Fossano nell’ambito della quale veniva tratto in arresto un ingegnere residente nel torinese per fatti di concussione ex. Art 317 c.p.
L’attività trae origine dalla denuncia sporta da un imprenditore il quale rappresentava di essere stato costretto da un professionista, incaricato di pubblico servizio in quanto direttore dei lavori di un appalto pubblico, a corrispondergli, una prima somma di denaro al fine di evitare vessazioni relative ai lavori effettuati dalla propria impresa per un Ente pubblico.
Durante l’esposizione dei fatti, l’estensore della segnalazione rappresentava di dover consegnare al professionista ulteriori 6 mila euro, da consegnarsi il giorno 19.02.2020.
Notiziata la competente Procura, su direttive del P.M. titolare delle indagini, prima dell’incontro fissato per la consegna del denaro, venivano annotate e fotocopiate le banconote che avrebbero costituito oggetto della illecita dazione di denaro.
Nel giorno stabilito per lo scambio di denaro le Fiamme Gialle si appostavano in prossimità dei locali e dell’orario previsto per lo scambio del denaro. All’uscita dai citati locali, all’interno del soprabito, il professionista custodiva un plico contenente numerose banconote che, dai successivi riscontri, sono risultate essere le medesime annotate nei giorni precedenti presso gli uffici del reparto operante.
L’ingegnere veniva, pertanto, tratto in arresto e tradotto presso la Casa Circondariale di Cuneo, a disposizione dell’A.G. procedente. All’esito delle attività di polizia giudiziaria venivano, inoltre, sottoposti a sequestro € 6.000 in contanti, uno smartphone ed una chiavetta USB nella disponibilità dell’indagato.
In ordine alla prevenzione del fenomeno del riciclaggio, nella scorsa annualità, le Fiamme Gialle della Provincia hanno esaminato ed approfondito più di 100 Segnalazioni di Operazioni Sospette (S.O.S.), addivenendo a notevoli risultati nel settore fiscale ed extra-tributario.
I Reparti dipendenti hanno anche fornito riscontro a più di 600 richieste di “informative antimafia” pervenute dalla Prefettura di Cuneo.
CONTROLLO ECONOMICO DEL TERRITORIO E OPERAZIONI DI SOCCORSO
Per quanto concerne il dispositivo a presidio del territorio e della sicurezza stradale, implementato dal “Dispositivo permanente di contrasto ai Traffici Illeciti”, nel corso del 2020, sono state impiegate circa 1.700 pattuglie, che hanno controllato quasi 7000 persone e mosso 170 contestazioni per infrazioni al Codice della Strada, procedendo al ritiro di 13 patenti.
Con riferimento all’emergenza sanitaria, l’attività, svolta in sinergia con le altre Forze di Polizia, con il coordinamento della Prefettura di Cuneo, ha permesso di controllare oltre 3.000 cittadini ed ha portato, nella prima fase in cui era prevista la violazione costituente reato, alla denuncia di 9 soggetti sorpresi a circolare senza valide giustificazione.
Successivamente, una volta entrata in vigore la norma che ha introdotto specifiche violazioni di natura amministrativa con conseguenti sanzioni pecuniarie (Decreto legge 19 del 25 marzo 2020), i finanzieri della “Granda” hanno verbalizzato 172 cittadini che avevano violato le direttive sul contenimento e hanno controllato 271 attività/esercizi commerciali, con conseguente irrogazione della sanzione in capo ai titolari di tre attività ai sensi dell’art. 4 comma 4 del citato Decreto (sospensione dell’attività per un periodo massimo di 5 giorni).
Intensi anche i controlli presso l’aeroporto internazionale di Levaldigi “Langhe e Alpi del Mare”, nell’ambito del quale vengono svolti servizi di vigilanza e riscontro doganale in occasione dei voli “extra-Schengen” da e per il Marocco e di arrivi/partenze di voli privati principalmente provenienti dalla Svizzera e, talvolta, anche da Russia, Ucraina e Stati Uniti.
Costantemente presente ed operativa sul territorio di competenza, anche la Stazione di soccorso alpino (S.A.G.F.), che, unitamente alle unità cinofile a disposizione, con l varie specializzazioni possedute, tra le quali quelle ricerca macerie e valanghe, hanno operato decine di interventi in montagna, recuperando n. 10 persone decedute e n. 33 persone infortunate sulle piste da sci ed alpinisti e/o escursionisti in difficoltà.