«La fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia». Dopo l’Inno di Mameli, sui megaschermi allestiti al Teatro Sociale il direttore di Confindustria Cuneo Giuliana Cirio mostra una frase di Adriano Olivetti, l’imprenditore illuminato italiano e piemontese per eccellenza. Un punto fermo da cui prende il via il pomeriggio dedicato all’Assemblea Generale di Confindustria Cuneo, venerdì scorso, inserita nel programma degli eventi di Alba Capitale della Cultura d’Impresa 2021. Quasi un mantra, visto che lo riprende, in chiusura, Carlo Bonomi, presidente nazionale di Confindustria, atteso e poi trattenuto a Roma da impegni urgenti.
Gli ospiti più attesi dell’evento, una sorta di talk show in cui i protagonisti si danno il cambio sul palco aperto sia sulla sala storica che su quella nuova, come accade nelle grandi occasioni, il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie del Governo Draghi Mariastella Gelmini e il giornalista e conduttore televisivo Massimo Giletti. Il Ministro sale sul palco insieme al presidente della Regione Alberto Cirio dopo il confronto tra i direttori della Stampa, Massimo Giannini, e del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, per rispondere alle domande del giornalista di Sky Tg24 Andrea Bignami. Si comincia con le indicazioni più operative: innanzitutto, anche se i dati sono in miglioramento, chiarisce, non è ancora il momento di togliere la mascherina. Sui vaccini: «Credo nella persuasione prima che nell’obbligo». E sullo stato di emergenza: «La valutazione è in corso», spiega, «Ci sono due esigenze. Da un lato, la prudenza, legata alla variante “delta”, che stiamo monitorando con attenzione, in particolare vista la decisione della Gran Bretagna di prorogare le restrizioni e di rinviare le riaperture. Al principio di precauzione si affianca la consapevolezza che nessuno vuole abusare delle limitazioni alla libertà. Si prenderà a breve una decisione».
Gelmini si sofferma poi sul tema del turismo: «Abbiamo lavorato al Decreto Sostegno per dare quantomeno delle agevolazioni soprattutto per le attività che sono rimaste chiuse per molto tempo e per le quali adesso il tampone diventa un modo per tutelare la salute ma anche per poter lavorare», dice, «Il “Green Pass” agevolerà moltissimo il turismo profondamente colpito dalla pandemia, e c’è voglia di Italia. La Merkel chiedeva ai tedeschi di non spostarsi per limitare il contagio ma ne vedo molti nella mia zona: sono fiduciosa per il futuro e questo vale anche per il Piemonte, dove sul discorso montagna Alberto Cirio è stato una specie di stalker per chiedere soldi. Alla fine è stato accontentato e dei 700 milioni per il comparto della montagna una buona parte andrà alla vostra regione». Il Ministro si sofferma infine sul tema delle autonomie: «Non ci sarà un ritorno al centralismo. Quando la morsa della pandemia si allenterà dovremo riprendere il percorso riformista sull’autonomia, sul federalismo fiscale e sulla perequazione, cercando di evitare divisioni. Il Governo deve unire il Paese. Si può parlare di autonomia, dentro un sistema nazionale. Il percorso delle riforme deve andare avanti».
Poi tocca a Giletti, nella doppia veste di comunicatore ed erede di una famiglia biellese di imprenditori del tessile: «È un’azienda con una cinquantina di operai», racconta, «Stamattina quando, insieme ai miei fratelli, ho firmato un aumento di migliaia di euro per i macchinari, ho pensato a quello che diceva mio padre: non si delocalizza. Guadagneremo zero? Terremo in piedi un nome, sosterremo cinquanta famiglie. È un dovere morale».
Interpellato da Giuliana Cirio su quale soluzione sia ipotizzabile dalla difficile situazione in cui versa il Paese, afferma quindi: «Sono un uomo che ha peccato e continuerà a peccare nella vita, ma se non si rimette la morale al centro non ci sarà via d’uscita».
Articolo a cura di Adriana Riccomagno