Home Cronaca Santo Stefano Roero: “Operazione Feudo”, 4 persone agli arresti domiciliari

Santo Stefano Roero: “Operazione Feudo”, 4 persone agli arresti domiciliari

Le accuse sono di peculato, truffa aggravata ai danni dello Stato e turbativa d'asta

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Costante l’azione delle Fiamme Gialle della “Granda” nella prevenzione e repressione di tutti gli illeciti economico finanziari sul territorio della Provincia, ivi comprese quelle condotte delittuose finalizzate allo sperpero di denaro pubblico, che, soprattutto in un momento di notevole crisi socio-economica a causa della pandemia, devono essere contrastate con determinazione, avvalendosi delle migliori professionalità che il Corpo della Guardia di Finanza può esprimere.

Va in questa direzione, l’operazione che, dalle prime ore dalla mattina di oggi, sta conducendo il Comando Provinciale di Cuneo, nel settore dei reati contro la Pubblica Amministrazione e gli odiosi sprechi che da questi derivano.

In particolare, militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cuneo, Reparto specializzato nelle investigazioni di più alto spessore tecnico-professionale, da questa mattina, stanno dando esecuzione ad ordinanze di misure cautelari personali e reali disposte dal G.I.P. del Tribunale di Asti, Dott.ssa Francesca Di Naro, nei confronti di un ex Sindaco e del Segretario comunale del Comune di Santo Stefano Roero nonchè di un architetto e di un geometra ai quali l’Ente locale ha frequentemente conferito incarichi tecnici.

Tutti e quattro gli indagati sono stati posti agli arresti domiciliari e nei loro confronti è stato eseguito un sequestro preventivo di beni e valori per un ammontare complessivo di oltre 70 mila euro.

Il provvedimento del G.I.P. astigiano costituisce l’epilogo di un’articolata indagine, diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Asti, Dott. Davide Lucignani, che trae origine da un’attività di polizia erariale eseguita dal citato Nucleo PEF di Cuneo su incarico della Procura Regionale della Corte dei Conti, volta ad accertare presunti sprechi di denaro pubblico da parte dell’Amministrazione comunale (destinataria, negli ultimi 15 anni di circa 15 milioni di euro di finanziamenti statali), che avevano determinato, nel 2019, un deficit finanziario per oltre un milione e 300 mila alle casse dell’Ente locale roerino, peraltro commissariato da settembre 2020.

Le indagini hanno permesso di accertare molteplici condotte delittuose in capo ai soggetti colpiti dalle misure cautelari, gravemente indiziati, a vario titolo, di truffa aggravata ai danni dello Stato (art. 640 bis C.P.), turbata libertà degli incanti (art. 476 C.P.) e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici (artt. 476 e 479 C.P.); al sindaco pro tempore sono contestati anche i reati di peculato (art. 314 C.P.), minacce (art. 612 C.P.) e detenzione abusiva di armi (art. 697 C.P.).

I finanzieri del Nucleo PEF, portando alla luce le cause dell’ingente dissesto finanziario del Comune di Santo Stefano Roero, hanno accertato l’esistenza di un sistema fraudolento, messo a punto dal Sindaco pro tempore e dalla sua compagna (il Segretario comunale) con l’ausilio di professionisti compiacenti, basato sulla canalizzazione di ingenti contributi pubblici per la realizzazione di opere edilizie, talvolta inutili o inutilizzate.

Ad esempio, è stata accertata la realizzazione di un’area camper sprovvista di strada per l’accesso e quindi del tutto inutile; oppure l’accensione di un mutuo, nonostante l’enorme dissesto, per la realizzazione di un campo sportivo costruito su un altro già esistente, peraltro ad oggi del tutto inutilizzato.

All’interno delle progettazioni per la realizzazione delle varie opere, venivano inserite spese ingiustificate e gonfiate, in modo tale da ottenere ingiusti profitti per sé e per i professionisti coinvolti; il tutto a danno delle risorse Comunali.

Il modus operandi si concretizzava nell’alterazione di procedure di gara a favore sempre degli stessi professionisti e nella stesura di atti di rilevanza pubblica materialmente falsi, redatti esclusivamente per giustificare le spese a livello amministrativo.

Le indagini hanno rilevato che la coppia di funzionari comunali si è avvalsa dell’architetto e del geometra anche per le loro entrature presso gli Enti erogatori dei contributi, grazie alle quali riuscivano ad agevolare l’assegnazione al Comune dei fondi necessari per la copertura finanziaria dei lavori.

Tale attivismo per la realizzazione di opere pubbliche ha permesso, da un lato, ai professionisti di guadagnare maggiori profitti grazie ai ricorrenti incarichi di progettazione che l’Amministrazione comunale conferiva loro, peraltro gonfiando sovente i propri onorari, e, dall’altro, all’ex sindaco di guadagnare consensi presso la cittadinanza locale; consensi che gli hanno consentito di ricoprire a lungo la carica di primo cittadino riuscendo nel tempo a consolidare una gestione privatistica del Comune.

Tale gestione si è determinata anche a causa di comportamenti intimidatori nei confronti di diversi dipendenti comunali, a tal punto da creare, anche quando non ha più ricoperto alcuna carica, una situazione di generale asservimento alle sue pretese, scaturita non solo dall’atteggiamento violento e minaccioso, ma anche dalla millantata vicinanza a personalità in ambito politico, giudiziario e militare.

Le Fiamme Gialle hanno ulteriormente accertato che egli ha distratto somme di denaro dalle casse del Comune per almeno 35 mila euro; inoltre si è appropriato di beni del Comune (tra i quali un’autovettura) ed ha fatto eseguire lavori agricoli nei propri terreni addebitandoli fraudolentemente al bilancio comunale; dalle indagini è altresì emerso che era solito organizzare cene in ristoranti rinomati invitando personalità ed importanti autorità locali e talvolta nazionali, le cui (considerevoli) spese venivano totalmente addebitate al Comune nonostante l’allarmante situazione finanziaria.

Le indagini sono tutt’ora in corso, anche per la ricostruzione del complessivo danno all’erario provocato dalle suddette condotte illecite, e nei prossimi giorni gli arrestati saranno sottoposti ad interrogatorio da parte degli inquirenti.

L’operazione odierna non è che un tassello della costante vigilanza delle Fiamme Gialle sul corretto impiego dei fondi pubblici, che aiuta la crescita produttiva e occupazionale e contribuisce, nell’attuale congiuntura, ad arginare l’impatto negativo della crisi economica e sociale conseguente all’emergenza pandemica e sostenere il rilancio del Paese.

c.s. Gdf Cuneo