Rivivere le stesse esperienze e le stesse sensazioni del passato “come un serpente che si morde la coda” è la sensazione di Mariam, una delle protagoniste di questo stupendo thriller di Silje O. Ulstein ed edito da Marsilio. Nel libro, ambientato in Norvegia, Mariam e Iben (la figlia) sono in giro a fare spese quando, dopo una frivola discussione, la ragazzina se ne va facendo perdere le sue tracce. L’idea di una possibile sparizione volontaria fa cadere Mariam nell’angoscia e la memoria ritorna a quattordici anni prima, nel periodo in cui frequentava Liv, una studentessa dall’infanzia difficile che, oltre a cercare di reprimere le sue sofferenze attraverso l’alcol, la musica heavy metal e gli spinelli, nutriva una grande passione per Nero, un pitone moluro con il quale aveva instaurato un’oscura simbiosi.
Per indagare sulla scomparsa di Iben viene interpellato l’ispettore Roe Olsvik, un uomo ambiguo e introverso reduce da un dramma famigliare.
Tutti i personaggi sono sospettati, ognuno di loro nasconde un passato misterioso pregno di segreti e legami occulti. Che cosa centra Liv in tutta questa storia? Che legame c’è tra Mariam e la sua vecchia amica? Cosa nasconde l’ispettore?
Le loro storie, apparentemente slegate, si collegheranno l’una all’altra subendo dei continui cambi di prospettiva e annodandosi come le spire di un serpente.
Silje O. Ulstein, giovane scrittrice norrena, esordisce in maniera plateale con “Memorie di un rettile” che in Norvegia viene definito “il migliore giallo d’esordio da decenni”.