“Stella acuta notturna”, edito da Intrecci Edizioni, deve il suo nome a una poesia di Antonia Pozzi, “Messaggio” del 1937. Recita così: “E tu, stella acuta notturna/splendi ancora se per il solco delle strade/grida la triste anima dei cani./Sorgeranno colline d’erba magra a coprirti:/ma nel mio buio conquistato/brillerai, fuoco bianco,/parlando ai vivi della mia morte”.
Sul tipo di contesto ideale per godersi il suo romanzo, Ilaria Fulle spiega: «È una lettura da ombrellone o da camino. Il lettore, per quanto mi racconta chi lo ha già finito, ha voglia di vedere cosa succede a più livelli, perché dentro questa storia ci sono tanti elementi che si incrociano. E poi posso dire che il finale non se l’aspetta davvero nessuno».
Sabato 10 luglio alle 16,30 presso la chiesa di San Giuseppe ad Alba, Ugo Riba e Francesco Morabito presentano, insieme all’autrice, “Stella acuta notturna”. Una storia di fragilità, di ossessione, di vendetta. Un thriller psicologico che rapisce il lettore e lo trascina al confronto con temi delicati come la violenza sulle donne, l’ambizione umana, l’irreversibilità di alcune scelte e azioni.
Tornando all’evento di Alba, grande è l’attesa con cui Ilaria Fulle vive l’attesa del momento di presentazione organizzata dal Centro Culturale “San Giuseppe” e che si concluderà con un rinfresco. «Sarà la mia prima presentazione: in presenza e in assoluto. Nei mesi scorsi ho fatto un paio di incontri per parlare del libro con la casa editrice, ma tutto è avvenuto online. Ad Alba sarà la prima volta che avrò gli spettatori davanti e certamente sarà un’emozione particolare interagire direttamente con loro».
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