Nell’ultimo anno i cinghiali in Italia sono aumentati del 15% arrivando ad essere 2,3 milioni di esemplari. Questa proliferazione è dovuta alla ridotta presenza dell’uomo all’aperto a causa dell’emergenza Covid-19. I cinghiali sono ormai un problema di ordine e sicurezza pubblica, non riguardano solo il mondo dell’agricoltura: invadendo città e campagna, causano un incidente ogni 48 ore con 16 vittime e 215 feriti.
È quanto emerge dalla stima di Coldiretti in occasione della protesta in piazza Castello, a Torino, con gli agricoltori esasperati insieme al Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, Roberto Moncalvo, al Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu a cui si sono uniti il Governatore Alberto Cirio, il Vicepresidente Fabio Carosso, l’Assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, i capigruppo e consiglieri di maggioranza e minoranza i cittadini, i Sindaci e le Istituzioni, oltre all’Associazione Familiari e Vittime della Strada con il presidente Giacinto Picozza. Alla protesta in piazza hanno partecipato 20 Sindaci dei Comuni della Provincia Granda: sul palco, per evidenziare i problemi di sicurezza dei propri territori hanno preso la parola Laura Capra, Sindaco di Santo Stefano Belbo e Luciano Sciandra, Sindaco di Priola anche in rappresentanza dell’Unione Montana Alta Val Tanaro.
Oltre un italiano adulto su quattro (26%) ha incontrato dal vivo un cinghiale con gli animali selvatici che dalle campagne hanno invaso città e luoghi di villeggiatura, tanto da diventare ormai ospiti fissi del paesaggio urbano. L’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero secondo il sondaggio Coldiretti/IXÈ.
Un allarme condiviso dall’Autorità per la sicurezza alimentare Europea (EFSA) che ha lanciato un appello agli Stati dell’UE chiedendo misure straordinarie per evitare l’accesso dei cinghiali al cibo e realizzare una riduzione del numero di capi per limitare il rischio di diffusione di malattie come la Peste Suina Africana (PSA). Un allarme reale anche in Italia dove i cinghiali sempre più spesso razzolano tra i rifiuti delle città.
“I cinghiali – evidenzia Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – stanno veramente chiedendo le chiavi delle nostre città piemontesi, arrivando ad invadere anche i luoghi turistici e simbolo del Made in Piemonte. La situazione è diventata insostenibile non solo nelle aree rurali della nostra Regione, ma anche nelle città tanto che viene compromesso l’equilibrio ambientale degli ecosistemi territoriali con la perdita della biodiversità e sono in costante aumento gli incidenti che mettono a rischio la pubblica sicurezza. Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021, pubblicato dal Ministero della Salute. In Piemonte in soli 5 mesi, da gennaio a maggio 2021, sono aumentate del 63% le richieste di indennizzo dei danni da parte degli agricoltori, motivo per cui sono di assoluta priorità alcune azioni che abbiamo individuato e presentato alla Regione per garantire continuità alle aziende agricole e tranquillità ai cittadini”.
“Per questo il Piano – chiosa Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – deve essere volto alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette”.
Coldiretti Cuneo chiede che la Regione si coordini strettamente con lo Stato e operi in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali, affinchè:
· le richieste di intervento degli agricoltori abbiano un riscontro immediato;
· gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse Forze dell’Ordine, da guardie venatorie volontarie, da cacciatori e da altri proprietari o conduttori dei fondi iscritti ad un apposito Elenco regionale;
· il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio
· la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza”.
Per maggiori informazioni visitare il sito web https://cuneo.coldiretti.it
c.s.