Se mamma o papà sono star, non è semplice sfuggire a ombre e confronti, sottrarsi ad aspettative che schiacciano, ribellarsi a paragoni che ingombrano. Jessica Springsteen ha saputo farlo; s’è costruita un successo autonomo e diverso, paga il prezzo minimo scivolando in cronaca come figlia del Boss ma a spingerla è un’impresa sua, sportiva e preziosa: è stata selezionata per la squadra di salto a ostacoli che rappresenterà gli Stati Uniti alle Olimpiadi di Tokyo. Era il suo sogno e lo ha realizzato seguendo un percorso estraneo a rock e concerti, tuttavia spianato nel primo tratto dalla famiglia. E non solo per possibilità economiche e livello sociale, poiché l’equitazione, con naturali eccezioni, non è sport proletario, ma, soprattutto, per una scelta di vita destinata alla crescita sana dei figli: per sottrarli al luccichio e all’ovatta di un ambiente popolato da divi, i coniugi Springsteen traslocarono a Colts Neck, in New Jersey, in una fattoria perfetta per una formazione serena e per comprendere inclinazioni e vocazioni.
Sarà un caso, ma nessuno ha imitato papà. Nemmeno mamma Patti, a sua volta cantante, in verità, ma i parallelismi pesanti sarebbero stati quelli con il Boss, perché nessun livello di bravura, pur elevato, avrebbe potuto rasentarne la leggenda. Perfino il più affine, Evan, è lontanissimo: speaker radiofonico, almeno il microfono in comune, mentre Sam fa il pompiere e Jessica, 30 anni a dicembre, una sportiva. Andare alle Olimpiadi era sogno infantile, accarezzato già quando camminava appena e seguiva mamma a lezioni di equitazione o quando, mentre imparava a leggere, scorrazzava per il ranch con il suo primo pony. A Londra nel 2012 era stata riserva e adesso completa l’ascesa, sorretta da una passione infinita che trasforma in gioia gli allenamenti più duri e dallo straordinario feeling con Don Juan Van de Donkhoeve, il suo cavallo.
Ha ringraziato la famiglia, appena ottenuto il pass, pensando a quell’opportunità iniziale, alla vicinanza discreta e al tifo: i genitori le sono sempre accanto, hanno perfino ritagliato frequenti vacanze italiane da quando lei è fidanzata con il collega leccese Lorenzo De Luca, e sarà malinconico non poterla seguire in Giappone per via delle rigorosissime restrizioni anticovid. Ci saranno con il cuore, orgogliosi non solo per il traguardo sportivo raggiunto, ma per lo stile di vita che è alla base dell’amore per l’equitazione: Jessica ama gli animali e, al di là delle gare e delle medaglie, è nota per l’impegno a difesa dei loro diritti, svelata anche nell’organizzazione di eventi benefici. Campionessa per talento innato e lavoro quotidiano, con un “palmares” ricchissimo e un particolare dolce: le cavalcate più emozionanti non sono quelle che regalano medaglie, ma quelle, lunghissime, che fa con la mamma come quand’era piccina.
Ha un suo successo, Jessica, ma lontano dal palcoscenico. È figlia fiera, ma senza fardelli: innamorata del padre, non della rockstar, legata a papà Bruce e non al Boss, che pure apprezza come artista. Per questo pensiamo sia vezzo, gioco, rifugio diplomatico confessarne l’assenza in una “playlist” con Beyonce, Billie Eilish, Dua Lipa e Taylor Swift.
A cavallo di un sogno
Jessica Springsteen, figlia del boss, ha saputo costruirsi un successo autonomo e diverso rispetto a quello del noto genitore, arrivando a conquistare un posto nella nazionale americana di equitazione che parteciperà alle olimpiadi di Tokyo