«Dopo il periodo in cui siamo stati isolati, causa “lockdown”, abbiamo capito che era necessario unire le forze per ritrovarsi. E il miglior luogo per ritrovarsi è nei racconti. Siccome, però, i racconti da fare erano tanti, avevamo bisogno di qualcuno che ci prestasse la penna». Così Lucetta Germano, presidente dell’Opera Pia Ravina, ente secolare che opera a Gottasecca, spiega il senso dell’iniziativa portata avanti nell’ultimo fazzoletto di Granda che guarda alla Liguria per fare tesoro delle memorie di chi lo abita.
L’idea di partenza è tanto semplice quanto ben congegnata e si può riassumere così: gli organizzatori mettono a disposizione di uno scrittore vitto e alloggio a Gottasecca per una settimana, permettendogli di incontrare a proprio piacimento e confrontarsi con gli anziani. Quindi gli lasciano un mese di tempo per produrre (dietro compenso di 1.300 euro) le circa 80.000 battute che andranno a costituire il libro delle storie degli abitanti di Gottasecca.
Come l’idea si stia concretizzando, lo chiediamo direttamente a Lucetta Germano.
Presidente, da che presupposto siete partiti?
«Abbiamo constatato una grande ricchezza, come esperienza e come storie, nelle persone anziane; ricchezza che rischia di andare persa e sarebbe davvero un peccato. Con il lockdown le loro già poche relazioni sociali sono state ancora più ridotte. Questo è il momento in cui iniziare a riprendere le interazioni sociali, entrando in contatto con chi le intervista e magari anche tra di loro, in gruppo, per raccontare la proprie esperienze di vita. Anche i giovani del paese, i quali magari non vivono più qui, ci hanno detto che vorrebbero far rivivere la memoria dei loro nonni e genitori, raccontando quello che sanno di loro».
Potevate affidare direttamente l’incarico a uno scrittore, invece avete preferito aprire uno spazio per le candidature. Perché?
«Pensavamo che in questo modo potessero esserci più proposte interessanti, tra cui scegliere quella maggiormente adatta».
E come è andata?
«Sono arrivate oltre 100 autocandidature…».
Una risposta davvero sorprendente, forse dovuta anche all’eco avuta sui media nazionali, con l’articolo sul Corriere della Sera e il passaggio a Rai Uno Mattina Estate. Cosa l’ha colpita, a parte il numero delle candidature?
«Siamo stati spiazzati dalla trasversalità dei pretendenti, sia da un punto di vista geografico che in termini di età. Abbiamo avuto una risposta di ampio respiro: parecchie candidature da vicino, ma anche da diverse parti d’Italia. Persone giovani e scrittori affermati; qualcuno, peraltro, anche rinunciando al compenso, perché mosso dall’interesse per il progetto. Ci è piaciuto vedere che la nostra iniziativa ha messo in movimento molte energie: ha raccolto l’adesione di persone interessanti e che ci sembravano davvero interessate. La cosa più difficile è stato scegliere».
E alla fine avete scelto…
«La cheraschese Sara Matteodo (che i lettori di IDEA ben conoscono, essendo una delle firme che quasi ogni settimana compare sulla nostra rivista, ndr). La cernita iniziale è stata fatta valutando le ragioni della candidatura. Il pezzo mandato da Sara ci ha colpito, come pure le modalità della presentazione; dopo di che abbiamo fatto un colloquio online che ha confermato il parere su di lei. Ci interessava avere un prodotto finito, bello da leggere, ma anche che la persona fosse delicata, accogliente e capace di ascoltare».
Ora come prosegue l’iter?
«Come previsto, Sara risiederà a Gottasecca una settimana e avrà la possibilità di incontrare, intervistare, farsi raccontare le storie dai nostri anziani o degli anziani, per voce di nipoti e figli. Terminata la settimana, entro una data decisa insieme, ci sarà la consegna delle 80.000 battute, per poi prevedere a inizio novembre la presentazione del volume. Essendo stati colpiti dalla partecipazione, abbiamo deciso di invitare chi non ha vinto a settembre da noi, per una giornata letteraria in cui presenteremo anche altri progetti a cui stiamo lavorando e che finirà a pane, salame e vino».