Home Articoli Rivista Idea «Ma che ci fa in C?» Di Lorenzo, da Cuneo al trionfo...

«Ma che ci fa in C?» Di Lorenzo, da Cuneo al trionfo in Europa

L’intoccabile del ct Mancini otto anni fa era al “Paschiero”. L’ex allenatore Ezio Rossi: «Testa sulle spalle». In biancorosso grazie al dirigente sportivo Fabio Artico

0
259

Fa uno strano effetto pensare a Gio­vanni Di Lo­renzo che, partendo da Cuneo, è arrivato a conquistare un posto fisso in Nazionale festeggiando, dopo la finale con l’In­ghilterra, addirittura il titolo di campione d’Eu­ropa. Eppure il percorso del sogno si è materializzato, partita dopo partita. Bi­sogna dire che più di tutti, l’esterno toscano ha saputo mantenere un rendimento costante durante il torneo che ha regalato una gioia inattesa agli azzurri: entrato in formazione per sostituire l’infortunato Flo­renzi, non ne è più uscito. È stato un punto di riferimento solido, un fedelissimo di Man­cini, molto attento nella fase difensiva e molto prezioso in quella offensiva. Ha fatto vedere il meglio delle sue capacità. Se chi lo ha visto a Cu­neo ricordava certe qualità in fase embrionale, chi lo ha ammirato a Napoli si è abituato ad apprezzarne corsa e applicazione, chi infine lo ha scoperto solo nella squadra di Mancini avrà assaporato un senso di positiva sorpresa.
Nato a Coreglia Antel­minelli, paesino della Gar­fagnana (la sua famiglia vive a Ghivizzano), il 4 agosto compirà 28 anni. A vedere il potenziale coltivato da Di Lorenzo pri­ma di altri era stato si­curamente Fa­bio Artico che nel suo breve periodo a Cuneo (una stagione, nel 2012-13) come re­sponsabile dell’area tecnica, ha avuto il merito di segnalare e poi di portare in biancorosso proprio Di Lorenzo. Fu merito dei suoi buoni rapporti con la Reggina, dove Di Lorenzo era approdato (dalla Luc­chese) in cerca di affermazione e dove Artico da centravanti aveva vissuto una delle sue stagioni migliori. Sono passati solo 8 anni. Giovanni Di Lo­renzo, cresciuto nella Luc­chese, attraversò un campionato per lui significativo, con 27 presenze in Lega Pro. A fine campionato, il giocatore tornò alla Reggina mentre Artico cercò altre strade, fino a diventare osservatore per la Ju­ventus e infine, storia recente, ad accompagnare come ds l’Ales­sandria in una storica risalita in serie B.
Tornando a Di Lorenzo, la strada verso la gloria non è stata esattamente agevole. Dopo quella in Calabria (con tanto di apparizione nelle nazionali giovanili, Under 20 e Under 21) è arrivata l’esperienza a Matera, un biennio che gli ha consentito comunque di mettersi in gioco e di catturare le attenzioni dell’Empoli, da sempre club specializzato nella scoperta di nuovi talenti. Ultima tappa prima della definitiva rivelazione con la maglia del Napoli.
Re­centemente, su Sky Sport, il fratello Diego Di Lorenzo ha rivelato il momento in cui la carriera dell’ex Cuneo ha preso il volo: «È stato dopo un Empoli-Torino, stagione 2018-2019. Nel successo per 4-1 dei toscani ci fu spazio anche per un bellissimo gol di Giovanni. Durante la gara, il procuratore Mario Giuffredi è rimasto sempre al telefono con il direttore sportivo nel Napoli, Cristiano Giuntoli. Dopo il gol, arrivò l’ordine di De Laurentiis di chiudere la trattativa. Così fu: dopo la telefonata, il trasferimento al Napoli fu definito».
E ora con l’impresa di Wembley può regalare una nuova dimensione al terzino che però resta umile e concentrato come sempre. Anche se è passato dalla serie C al tetto del calcio internazionale.
Di Lorenzo, come ha certificato lo stesso Draghi, è entrato nella storia assieme agli altri azzurri guidati dal coach Mancini. E guardando indietro si può dire che proprio a Cuneo il difensore abbia affinato le sue armi migliori, che sono poi riassunte nella grande forza fisica che gli permette di imporsi in difesa, in transizione e anche nei cross dalla linea di fondo. Ca­ratteristiche fondamentali per ogni giocatore che aspiri a essere protagonista nel calcio attuale. Di Lorenzo le ha semplicemente rese più evidenti nel corso degli anni, ma ha fatto tutto in fretta e senza troppi aiuti. Se a Cuneo era in squadra otto anni fa, l’ultima esperienza di C è datata appena quattro stagioni fa, a Matera. Da lì al grande salto nel Napoli il passo è stato breve. E oggi colpisce che il suo nome sia presente nelle formazioni dei migliori giocatori visti all’Europeo. È vero che sull’altra fascia Spinazzola ha portato un entusiasmo e un’energia inarrivabili, ma per contare su una rassicurante continuità, Mancini non ha dovuto far altro che rendere insostituibile l’ex cuneese a destra. Se ne era accorto già Gigi Di Biagio, proprio quando il terzino azzurro giocava al Paschiero: lo convocò in Under 20 per il torneo Quattro Nazioni e intuì che si trattava di un possibile giocatore di alto livello. Stesso discorso per Ezio Rossi, tecnico di quel Cuneo: «Testa sulle spalle e piedi saldi a terra»,dice del suo ex talento in maglia biancorossa, «gli diedi fiducia e lui in cambio ebbe un rendimento impeccabile. Oltre che le doti, di lui mi colpì la famiglia: ricordo bene i signori Di Lorenzo: persone equilibrate, serie, non certo come quelli che si convincono che il figlio sia un fenomeno».
Alla fine, il giocatore sarebbe rientrato alla Reggina con la prospettiva di trovare spazio in B ma il club amaranto (proprio come sarebbe capitato al Cuneo 1905), finì per fallire. E lui si ritrovò senza squadra, per un mese temette addirittura di dover interrompere la sua carriera di calciatore.
A quel punto, il Matera si rivelò una soluzione buona per ricominciare. Qui ha conquistato anche il tecnico Pasquale Padalino: «Sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via, una fame mai vista». Mentre Gaetano Autieri, l’allenatore della stagione successiva dirà: «Ma che ci fa questo in serie C?».
Ripensandoci oggi, il suo scopritore ai tempi della Lucchese, Paolo Giovannini, non nasconde la sorpresa: «Sinceramente non mi aspettavo che sapesse adattarsi così in fretta alla dimensione internazionale, anche se sapevo che sarebbe arrivato molto in alto. Di lui mi colpì subito la fisicità e l’esplosività, doti speciali in un quindicenne. L’Udinese lo vide e voleva prenderlo, ma noi ci accordammo con la Reggina». E ora si parla addirittura di un interessamento del Manchester United. Una cosa è certa: il suo valore di mercato è raddoppiato e il nuovo tecnico napoletano, Spalletti, ha chiesto subito al club di non fare scherzi: il difensore è un punto fermo.
Nel suo post celebrativo del successo di Wembley, su Instagram, Di Lorenzo ha scritto una frase che spiega tutto: «Se ci credi, a volte i sogni diventano realtà». Un po’ il motto della sua intera carriera calcistica, non solo la fotografia di quanto accaduto agli azzurri nel corso di Euro2020. Curioso che proprio Fabio Artico, un altro dei suoi scopritori, abbia nel frattempo pubblicato un messaggio simile dopo la promozione dell’Alessandria in B: «Se puoi sognarlo, puoi farlo». Magie che si avverano, una dopo l’altra.