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«Occorrono azioni di tutela immediate»

In piazza per l’emergenza “fauna selvatica”

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Nell’ultimo anno i cinghiali in Italia sono aumentati del 15% arrivando a essere 2,3 milioni di esemplari. Questa proliferazione è dovuta alla ridotta presenza dell’uomo all’aperto a causa dell’emergenza Co­vid-19. I cinghiali sono ormai un problema di ordine e sicurezza pubblica, non riguardano so­lo il mondo del­l’a­gri­coltura: invadendo città e cam­pagna, causano un incidente ogni 48 ore con 16 vittime e 215 feriti. È quanto emerso durante la protesta or­ganizzata nei giorni scorsi da Coldiretti in piazza Ca­stello, a Torino. Presenti gli agricoltori esasperati insieme al delegato confederale di Col­diretti Cuneo, Roberto Mon­calvo, al direttore di Col­diretti Cuneo, Fabiano Porcu, a cui si sono uniti il governatore del Pie­monte Alberto Cirio, il vi­ce­presidente Fabio Carosso, l’as­­sessore regionale all’agricoltura Mar­co Proto­pa­pa, i ca­pigruppo e consiglieri di mag­gioranza e minoranza i cittadini, i sindaci e le istituzioni, oltre all’Associazione Fami­lia­ri e Vittime della Stra­da, con il presidente Giacinto Pi­cozza. Alla protesta in piazza hanno partecipato 20 sindaci dei Comuni della provincia Gran­da: sul palco, per evidenziare i problemi di sicurezza dei propri territori hanno preso la parola Laura Capra, sindaco di Santo Stefano Belbo e Luciano Sciandra, sindaco di Priola anche in rap­pre­­sentanza del­l’Unione Mon­­­­­tana Alta Val Tanaro.
In prima linea pure i consiglieri regionali del gruppo Le­ga Salvini Piemonte. «Que­sta piazza», hanno commentato i presidenti del­le Commissioni Ambiente, Tra­sporti e Agri­coltura del Con­siglio Re­gio­nale Angelo Dago, Mau­ro Fa­va e Claudio Leone, «ha de­nunciato ciò che dal­l’inizio del mandato la Lega porta all’attenzione delle istituzioni a tutti i livelli. I cinghiali sono un problema, lo sono in tutta Italia, tanto che analoghi ap­puntamenti si stanno svolgendo in ogni piazza, e lo sono più che mai in Pie­monte, per caratteristiche territoriali. Met­­­te­remo in campo soluzioni nel breve periodo per ri­spondere all’allarme cinghiali, coin­volgendo il mondo venatorio. Le Giunte precedenti hanno nicchiato sulle regole di contenimento e oggi pa­ghiamo tutti queste situazioni: agricoltori, allevatori, automobilisti e contribuenti».
«Ab­biamo a­scoltato con attenzione», hanno aggiunto du­rante il “flash mob” i consiglieri regionali cuneesi della Lega Paolo De­marchi e Mat­teo Gagliasso, «i sindaci della Granda saliti sul palco di Coldiretti. La politica regionale è con tutti loro, ci stiamo muovendo perché le risposte non siano dei risarcimenti dei danni provocati ma la prevenzione degli stessi».
Sulla questione è intervenuto anche il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle. «In Con­siglio Regionale», hanno scritto i pentastellati in una nota, «abbiamo sempre chiesto l’assunzione di agenti faunistico ambientali e la sperimentazione di metodi di dissuasione per proteggere le colture e la viabilità prevenendo pericolosi incidenti, come avviene in altre regioni e in Eu­ropa. Tuttavia dalla maggioranza non è arrivato al­cun segnale». Per i rappresentanti del Movimento 5 Stelle la soluzione è una sola: «In questo momento servono fatti concreti».