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Processi di ottimizzazione nel nome della sostenibilità

Partner qualificato nell’attrezzamento e commercializzazione di macchine utensili a controllo numerico per la lavorazione dei metalli con asportazione dei trucioli

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Da vent’anni la Pro­tech srl, con competenza e professionalità si pone al servizio delle aziende, mettendo in campo una continua ed in­stancabile selezione di prodotti tecnologici per il settore manifatturiero, senza dimenticare at­trezzature, accessori e utensileria che hanno reso celebre nel nord-ovest il marchio creato nel 2002 dai fratelli Accomo e Company.

Organi meccanici, ingranaggi, motori e stampi per confezioni sono solo alcune delle produzioni agevolate dai mac­­chinari commercializzati da questa vivace realtà della Granda.

Oggi, Protech guarda anche ad un settore specifico come quello dei fluidi, vero signor Accomo?
«I fluidi, spesso erroneamente considerati gioia e dolori della lavorazione meccanica, sono uno degli ambiti dove la nostra realtà, grazie a partner tecnologici di primo livello, ha molto da dire. Abbiamo fatto scelte ben precise, fornendo sia oli lubrorefrigeranti che rappresentano un riferimento per il mercato, che per una gamma completa di prodotti complementari, come i sistemi di trattamento dei fluidi di processo, disoleatori e aspiratori industriali di diversa taglia. Mettere in campo le migliori tecnologie è una scelta che Protech condivide con Ridix e con Blaser Swis­slube, aziende costantemente tese al miglioramento dei propri lubrorefrigeranti, sia dal punto di vista della qualità, sia da quello della sostenibilità, con un forte orientamento alla ricerca e sviluppo di nuovi concetti che anticipino le esigenze del domani».

Sempre al fianco dei vostri clienti, dunque?
«Certo. Sappiamo che è im­portante considerare la ne­cessità del mondo manufatturiero di aumentare la produttività, salvaguardando lo standard qualitativo e di contenimento dei costi di processo. Ed aggiungo non solo… Oggi sta emergendo il concetto di sostenibilià, anche per ciò che riguarda la lubrorefrigerazione, e le lavorazioni meccaniche più in generale».

È corretto parlare di lubrorefrigerante come un utensile liquido?
«Assolutamente sì. E significa comprendere i tre compiti fondamentali a cui deve assolvere: raffreddare, riducendo così al minimo le dilatazioni termiche e le tensioni del materiale e della macchina; lubrificare, minimizzando l’attrito fra pezzo, utensile e truciolo ed infine detergere. Così facendo il lubrorefrigerante diventa a tutti gli effetti un player attivo nella lavorazione».

E sul fronte dei batteri?
«Un buon lubrorefrigerante deve avere un comportamento costante nel tempo, anche se non più “fresco”. Ciò significa avere stabilità biologica che può essere raggiunta in maniera biostatica o biodinamica che è la nostra filosofia d’approccio. Si tratta di un concetto controcorrente: attraverso lo sviluppo naturale di flora aerobica non patogena, si ottiene una difesa naturale ­senza uso di battericidi che aumentano la tossicità dei lubrorefrigeranti, innalzando anche i rischi per l’uomo e l’ambiente».