È conosciuta per essere la terra natale del famoso formaggio Dop Castelmagno, prodotto dal latte delle vacche della razza piemontese che alpeggiano nelle conche del territorio dell’omonimo Comune. È l’unica valle di questo settore alpino che non si origina dallo spartiacque principale, ma, con andamento est-ovest, s’incunea tra le Valli Stura e Maira. Il suo corso è anche il più esiguo, circa 24 chilometri.
Per gli appassionati di sport è anche un’imperdibile occasione per tortuose ed emozionanti esplorazioni cicloturistiche, spesso palcoscenico di campioni mondiali. Frequentata dai cicloamatori per quel Colle Fauniera celebrato nel 1999 persino dal Giro d’Italia, la Valle Grana riesce oggi ad accontentare anche gli escursionisti più esigenti grazie ad un’offerta eterogenea adatta a tutta la famiglia.
I non professionisti possono tentare di misurarsi con la salita cronometrata da Pradleves al colle Fauniera. Fra le altre attività di rilievo vi sono lo sci alpinismo, lo sci di fondo, il pattinaggio su ghiaccio, il “free climbing” e il volo libero.
I confini della valle si estendono sino a Vignolo e Bernezzo, caratteristici per un paesaggio ricco di castagneti che producono la castagna d’alta qualità cuneese.
La capitale della Valle è Caraglio, antico insediamento dell’età del ferro che tra il 700 e l’800 divenne uno dei più rilevanti centri di lavorazione della seta.
Testimonia questo passato glorioso il Filatoio Rosso, splendido esempio di archeologia industriale.
In Valle Grana è molto radicata la cultura provenzale che ha a Coumboscuro di Monterosso Grana il suo baluardo per il mantenimento di antiche tradizioni.
Tra le lavorazioni artigianali la Valle Grana si distingue per quella del cuoio, della ceramica raku e della seta, oltre a una gastronomia che ha conosciuto la riscoperta di antichi sapori come quello della pera Madernassa o dei funghi Pisacan di Cervasca e di Bernezzo.
24 chilometri di tradizioni e sapori unici
Pascoli che sfiorano il cielo e poi quel colle... celebrato dai cicloamatori