È boom di presenze per i rifugi montani della provincia di Cuneo. Sono tanti infatti gli amanti della montagna che scelgono le vallate cuneesi per praticare sport o concedersi un week end all’aria aperta.
In questa seconda estate post pandemica, tra dubbi, cambi di passo e nuove norme, i rifugi si sono attrezzati al meglio per rispettare tutte le normative, garantendo il distanziamento sociale, riducendo la capienza e controllando il green pass a chi consuma un pasto all’interno dei locali.
“La stagione estiva sta dando ritorni positivi a un settore fortemente penalizzato dalla pandemia” – commenta il Presidente di Confcooperative Cuneo, Alessandro Durando – “È una boccata di ossigeno per le nostre cooperative. Chiediamo alle istituzioni preposte di perseguire con determinazione la campagna vaccinale per arginare possibili nuove chiusure nell’autunno che potrebbero dare un colpo mortale all’intero comparto”.
La stagione è decollata velocemente sia per quanto riguarda l’ambito ricettivo sia per tutte le attività collaterali organizzate: serate musicali, eventi e anche l’estate ragazzi.
“Abbiamo avuto un ottimo riscontro in termini di numeri sia nelle presenze al rifugio sia nella partecipazione all’estate ragazzi organizzata al Centro Marguareis cui, grazie al servizio navetta, hanno aderito famiglie da diversi comuni del territorio. ” – spiega Edda De Mauri, coordinatrice del rifugio “Pian delle Gorre”, nel comune di Chiusa di Pesio, gestito da Proteo cooperativa sociale – “Per quanto riguarda il rifugio ci siamo organizzati con l’allestimento di un grande dehors e un servizio grill da asporto. In questo modo abbiamo ridotto le possibilità di assembramento e offerto un servizio aggiuntivo alle persone che hanno apprezzato notevolmente. La proposta dell’estate ragazzi, inoltre, è stata una novità molto apprezzata che ha permesso anche di organizzare gite al fiume e al rifugio con bambini e ragazzi, che hanno ritrovato il piacere di trascorrere del tempo all’aria aperta e immersi nella natura”.
Situazione simile anche per il “Rifugio della Pace”, gestito dalla Cooperativa Sociale Il Ginepro di Alba, che gode di una posizione unica: alla frontiera italo-francese, tra la Valle Stura in provincia di Cuneo e la Valle dell’Ubaye nell’Alta Provenza.
La struttura, nata originariamente all’inizio del secolo scorso come dogana presso il colle della Maddalena, venne convertita poi in rifugio alla metà degli anni ’80 ed affidata alla “Compagnia del Buon Cammino” e propone itinerari trekking e serate musicali.
“Abbiamo approfittato del primo lockdown del 2020 per effettuare alcuni lavori” – racconta Massimo Maja, Presidente della cooperativa sociale “Il Ginepro” – “dalla tarda primavera, seguendo le disposizioni Governative e Regionali siamo ripartiti, riducendo la capacità ricettiva in ottemperanza alle norme e privilegiando l’utilizzo degli spazi aperti. Quest’anno stiamo procedendo sulla stessa linea, proponendo attività”.
All’esperienza del rifugio si lega quella della comunità terapeutico–residenziale “Campo Base”, sita in Cuneo e finalizzata all’attuazione di programmi riabilitativi dedicati al re-inserimento socio-lavorativo di persone con problemi di dipendenza.
“Il nome Campo Base, associabile più ad un rifugio, lascia già intuire quanto nello staff della struttura sia presente la passione per la montagna, unita alla convinzione che tale ambiente possa rappresentare anche un prezioso strumento terapeutico e riabilitativo, attraverso le diverse forme di sfida e crescita che consente di sperimentare” – prosegue Maja – “Detto questo non appare quindi così strano che una struttura terapeutica decida di assumersi l’onere di gestire anche una struttura ricettiva di questo tipo. La sfida però è impegnativa: essere competitivi e credibili sul libero mercato nel settore turistico, senza tradire la propria natura sociale e riabilitativa”.
c.s.