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“Amici miei”, una canzone incisa da più di 300 artisti e in tante lingue, utilizzata anche in musicoterapia

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Sul palco a Coazzolo con Piero Montanaro c’era il figlio Daniele, che lo ha reso nonno di due nipotini («Il primo, Vittorio è nato 100 anni esatto da mio padre e porta il suo nome; la nipotina cuneese è qualcosa di eccezionale. Loro rappresentano un po’ il cerchio della vita che si chiude».
Professionalemtne invece, il cerchio è chiuso? Alla domanda Piewro Montanaro risponde sollevando qualche rammarico: «Non mi posso lamentare di quello che ho fatto, anche se forse avrei potuto ricevere qualcosa in più per le cose che ho fatto e la passione che ci ho messo». Tra le “cose fatte” non si possono non citare alcuni brani “storici” come “Canterò” o “Amici miei”. Rispetto a quest’ultima canzone, Montanaro spiega: «è la versione italiana di “Viva j’amis”, anche se con un significato diverso. Il brano è stato suonato da un or­chestra, poi da altra e adesso sono più di 300 gli interpreti che l’hanno incisa. È un brano che viaggio per conto suo si diffonde attraverso il passaparola, che ha superato i confini nazionali, viene cantata in diverse l’ingue, dal francese al tedescio, dall’olandese alla spagnolo, oltre alle versioni nei vari dialetti regionali e viene eseguita anche in Australia. Pensi che “Amici miei” è stata utilizzata anche da uno psicoterapeuta per fare fare musicoterapia. “Amici miei” è davvero qualcosa di particolare all’interno del mio repertorio, che mi sopravviverà sicuramente».