«La donna del mio amico mi piace molto e…»

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Gentile allegro chirurgo, più penso a come sono messo e più mi vien da dire che non è possibile: neanche nei film succedono cose del genere! La mia, tanto per capirci, è una grana sentimental-lavorativa, condita da amicizia di lunga data a serio rischio. Da tre anni, uno dei miei più cari amici (compagno delle superiori e dell’Università), è sposato con una nostra coetanea, diventata sua moglie dopo due anni di fidanzamento. Lei, io l’ho conosciuta quando me l’ha presentata il mio amico, circa quattro anni fa, e me ne sono innamorato all’istante.
Non saprei spiegare, non direi neanche che si è trattato di un colpo di fulmine, direi piuttosto che è la perfetta personificazione della mia donna ideale, nell’aspetto, nel modo di fare, per come scherza, per la testa che ha… Comunque, all’epoca avevo 33 anni, nessuna intenzione di impegnarmi con una ragazza e, soprattutto, nessuna intenzione di rovinare il rapporto con il mio amico.
Mi son detto: “Passerà” e intanto ho tenuto sempre un profilo basso, cercando di frequentarli il meno possibile e di entrare poco in confidenza con lei, per la paura che potesse accorgersi del mio sentimento. Un sentimento che, dopo quattro anni, non è del tutto passato. Diciamo che sono riuscito ad arginarlo e mi stavo rassegnando a conviverci… se non fosse che, il mese scorso, il mio amico mi telefona dicendo che sua moglie ha perso il lavoro e che sta cercando una nuova occupazione.
Mi chiedeva se era ancora libero quel posto di segretaria, come sostituzione maternità, di cui gli avevo parlato la settimana prima, davanti a una birra, discorrendo del più e del meno. «Te ne saremmo eternamente grati», mi ha detto, «perché abbiamo bisogno di due stipendi almeno per qualche mese ancora, nell’attesa di trovare un altro lavoro». Non me la sono sentita di togliergli questa opportunità, così le ho fissato un colloquio ed è stata assunta. Visto che è piaciuta e ha dimostrato di avere ottime competenze, le è stato proposto un contratto vero e proprio, non solo una sostituzione maternità, e così lavorerà a stretto contatto con me.
Già adesso, non conoscendo altri, sono il suo punto di riferimento in azienda e d’ora in poi sarà sempre peggio. Averla accanto mi inquieta e mi beatifica allo stesso tempo, ma è una tentazione troppo grande. Come faccio a uscirne vivo?
Gianmario (Saluzzo)