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Nuova produzione Marvel

Il film “Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli” è lontano dagli standard della compagnia cinematografica, perché la pellicola è stata pensata per essere apprezzata (e fare incassi consistenti) sul mercato asiatico

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La “febbre Marvel” ha contagiato anche l’Asia. Da ieri, mercoledì primo settembre è uscito al cinema il 25esimo film del Marvel Cinematic Universe: “Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli”. Basato sull’omonimo fumetto, è il primo film della famosa casa di produzione che vede come protagonista un supereroe asiatico. Unendo l’impronta vincente dei film Marvel e quella delle classiche pellicole di arti marziali, il regista Destin Daniel Cretton ha dato vita ad un “super Bruce Lee” interpretato da Simu Liu; con lui ci sono Awkwafina, Benedict Wong (interprete di Wong in “Doctor Strange”) e Michelle Yeoh (“Memorie di una Geisha” e “I guardiani della galassia vol. 2”). Sean vive e studia a San Francisco e lavora in un albergo insieme alla sua amica Katie. Una sera, viaggiando su un autobus, il ragazzo viene aggredito da alcuni uomini che cercano di rubargli un amuleto di giada; messo alle strette Sean inizia a combattere mostrando a Katie le sue capacità di guerriero e rivelandole la sua vera identità. Il realtà è Shang-Chi, un assassino addestrato fin da piccolo dal padre Wenwu “il Mandarino”, il capo di un organizzazione terroristica chiamata “I dieci anelli”. Per salvare la sorella Xialing dagli sgherri del padre, parte per Macao insieme a Katy: sarà l’inizio di un’incredibile avventura. Il film ha l’ambizione di ampliare verso Oriente la mitologia Marvel e di certo i suoi personaggi torneranno in altre pellicole o serie ancora da annunciare. Alla Marvel sanno quello che fanno: se Shang-Chi non sembra molto un film Marvel è perché somiglia parecchio ai blockbuster che funzionano in Cina. Quel mercato è l’obiettivo vero della pellicola, lì deve piacere.