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FUTURE OF FOOD – Il futuro dell’agroalimentare passa da qui

La visione proposta da Deloitte sulle esigenze dei consumatori e i trend che ridisegneranno il settore Agrifood

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Nonostante il clima di incertezza dovuto al­la pandemia, il territorio della “Gran­­da” ospiterà importanti eventi riguardanti il settore dell’agroalimentare: dopo Chee­se, andato in scena nello scorso fine settimana, sarà la volta, tra le altre, della Fiera Internazionale del Tartufo Bian­co d’Alba.

Ma che effetti ha avuto la pan­demia da Covid-19 sulle abitudini alimentari dei consumatori?

Secondo Eugenio Puddu, socio di Deloitte & Touche S.p.A. e Sector Leader del settore Consumer Products, «La pandemia ha cambiato le priorità degli Italiani, portando in primo piano la salute». Con essa, sottolinea Puddu, «an­che il ruolo dell’alimentazione ha acquisito ancora più importanza, come confermano il 58% degli italiani secondo una recente indagine Deloitte. Queste nuove necessità ri­chiedono un ripensamento delle modalità operative di collaborazione, all’interno e all’esterno del settore, e di relazione con il cliente finale».

Come sta reagendo il mercato a questi cambiamenti?

Per Franco Chiavazza, socio di Deloitte & Touche S.p.A. e coordinatore delle attività nel cuneese e del gruppo di ricerca dedicato al settore del­l’Agrifood, «l’attenzione al benessere e l’evoluzione nei bisogni e nelle preferenze dei consumatori, insieme alla maggior consapevolezza nelle scelte di consumo, impongono per tutta la filiera e per i portatori di interessi nel settore un approccio mirato che porti allo sviluppo di nuovi prodotti o servizi proprio a partire dalle caratteristiche individuali dei consumatori nell’ottica di una nutrizione personalizzata, creando alternative che possano risultare mirate e perciò più efficaci. La risposta delle aziende dell’agrifood, abituate a operare in un mercato in continua evoluzione, non è tardata: l’ingresso sul mercato di start-up innovative così come la crescita, fino alla quotazione su mercati regolamentati di realtà dell’agrifood, sono chiari segnali che il mercato si sta muovendo rapidamente per rispondere a nuove sfide in ambito alimentare», conclude Chiavazza.

Che ruolo giocano il “Climate Change” e la “Sostenibilità” per il settore?
«Tali tematiche, di estremo interesse per l’opinione pubblica, rappresentano sicuramente una spinta allo sviluppo su cui agiscono forze convergenti. Da un lato», dichiara Alessandro Baruffaldi, dirigente di Deloitte, «c’è la domanda dei consumatori che esprime una crescente attenzione al tema della sostenibilità nelle scelte di acquisto; dall’altra, bisogna considerare il quadro normativo nazionale e internazionale all’interno del quale le aziende operano e nel quale ricadono iniziative come il Green Deal Europeo».

«Infatti», precisa Baruffaldi, «questo programma include una serie di misure che favoriscono un percorso verso la sostenibilità tramite la promozione di un uso efficiente delle risorse, del rispristino della biodiversità e della riduzione dell’inquinamento. Anche il progetto Farm to Fork, elaborato dalla Commissione Eu­ropea a fine maggio 2020, ha l’obiettivo di rendere i sistemi alimentari più sostenibili. Il programma riguarda l’intera filiera alimentare: dalla produzione al consumo, passando per la distribuzione».

Quali sono le principali azioni intraprese nel settore agricolo?

«La transizione verso un’economia circolare rappresenta un fattore di sviluppo, crescita e competitività fondamentale per le imprese del settore», spiega Franco Chiavazza, che, tra le iniziative più rilevanti, cita il Precision Farming, cioè l’agricoltura di precisione. Si tratta di un metodo di coltivazione 4.0 «che permette di intervenire in modo mirato per soddisfare le effettive esigenze di crescita delle coltivazioni, permettendo una migliore gestione delle risorse naturali e aumentando l’efficienza pro­duttiva».

«Fondamento di questo intervento», continua Chiavazza, «è l’impiego di tecnologie che si basano sull’utilizzo dei dati e l’automazione, come ad e­sempio la sensoristica avanzata, la guida autonoma o i trattori smart». Un altro esempio virtuoso è costituito dallo Smart farming, che «facendo leva sull’utilizzo di big data, Internet of Things, o cloud mira a rendere più efficiente la gestione e il monitoraggio del­le attività agricole», conclude Chiavazza.

Quindi questo porta ad af­fiancare al settore agricolo anche il settore tecnologico?

«Esatto», riprende Puddu. «In­fatti, a fronte delle evidenti potenzialità del modello di Industria 4.0 all’interno delle aziende e delle filiere agroalimentari, si è assistito ad un crescente interesse e diffusione di questo paradigma». Co­me dimostra anche un recente studio dell’Osser­vatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE, «il mercato italiano dell’Agri­coltura 4.0 è in continua crescita, con un valore attestato per il 2020 pari a 540 milioni di euro, che segna un +20% rispetto al­l’anno precedente», precisa Puddu.
Il processo di digitalizzazione delle imprese agricole fa riferimento a un mercato «ancora giovane ma con un forte po­tenziale di crescita, visto che al momento solo il 3-4% del terreno del nostro paese è coltivato con soluzioni tecnologiche avanzate proprie dell’industria 4.0».

Possiamo quindi affermare che per trasformare l’Agri­food è necessaria un’azione di sistema?

«Il nostro punto di vista», afferma Franco Chiavazza, «è che le nuove dinamiche del mercato, anche a seguito delle nuove esigenze amplificate dalla crisi sanitaria Co­vid-19, hanno messo in luce quanto nutrizione personalizzata, sostenibilità, industria 4.0 e la capacità di fare rete siano quattro elementi chiave profondamente collegati tra di loro, per riscrivere da zero il settore della produzione alimentare».
«Questi temi, non possono essere considerati come silos, le cui evoluzioni e incidenza prescindono da quelle degli altri. Infatti, la personalizzazione dell’alimentazione va incontro a nuovi stili di vita che pongono il benessere del singolo e dell’ambiente al centro, mentre la sostenibilità fa sempre più affidamento su tecnologie proprie dell’Indu­stria 4.0; in tale quadro, ecosistemi e modelli di collaborazione diventano indispensabili per promuovere lo sviluppo nelle diverse direzioni», spiega Chiavazza.
«Per queste ragioni», conclude, «parlare di Future of Food significa valorizzare le sinergie esistenti tra ciascun ambito, mostrando il potenziale che deriva da un approccio sistemico per le persone, l’industria e il Paese».