Home Articoli Rivista Idea «Parole d’ordine? Crescere, progettare e poi realizzare»

«Parole d’ordine? Crescere, progettare e poi realizzare»

Il Sindaco di Guarene Simone Manzone illustra come il suo paese si stia preparando a nuove sfide

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Alba, Bra, Centallo, Cherasco, Mon­forte d’Alba, San­to Stefano Belbo, Ca­nelli, Pralormo e Volpedo so­no stati ospiti di Guarene, per festeggiare un riconoscimento che li accomuna: le Spighe Verdi, promosse da Fee (Foun­dation for En­viron­men­tal Education, l’organizzazione che rilascia nel mondo la Bandiera Blu per le località costiere), pensate per guidare i Comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità.

Su 59 Spighe Verdi assegnate in Italia, 10 sono andate in Piemonte e addirittura 7 nella sola provincia di Cuneo.
«È stato per noi un onore ospitare i Comuni piemontesi vincitori e ringraziamo la Con­fagricoltura per il supporto datoci in questi mesi nel partecipare al progetto “Spi­ghe Verdi”» ha precisato il sindaco di Guarene, Simone Man­zone. «Questo riconoscimento rappresenta un importante traguardo che cercheremo di conservare e migliorare ancora, facendoci anche promotori dell’iniziativa presso altri Comuni della nostra area per coinvolgerne un numero sempre più ampio. È fondamentale, infatti, insistere sul concetto di sostenibilità ambientale, in quanto capace di generare concreti effetti positivi tali da rafforzare anche la necessaria sostenibilità economica delle aziende che operano sui nostri magnifici territori».
L’evento organizzato a Gua­rene aveva come titolo “Cre­scere, Progettare, Rea­liz­zare”. E proprio da lì parte la chiacchierata con il primo cittadino Simone Manzone.

“Crescere, Progettare, Rea­liz­­zare” è un titolo che sembra riassumere bene il senso che dovrebbe avere l’azione di un’Amministra­zione Co­muna­le. È così?
«Io sono un ragazzo, diciamo uomo che è meglio, di 34 anni; l’età media della mia maggioranza è di 42 anni. Chiaro che quando abbiamo iniziato il nostro mandato è stato necessario crescere. In questo senso, il Covid ci ha dato una bella “concimata ai piedi”. Crescere è qualcosa che riguarda anche le nuove generazioni, che non sono il nostro futuro, ma il nostro presente! Progettare significa trasformare un’idea in azione, ma le idee vanno prima selezionate, poi occorre trovare il modo di finanziarle e quindi realizzate. Le cose vanno fat­te. Magari fare meno, ma fare e fare bene».

Ha citato i giovani. C’è chi dice che è meglio affidarsi a loro per la gestione della cosa pubblica, perché co­struiscono qualcosa di cui vivranno le conseguenze. Altri ritengono che le persone più grandi, non avendo più niente da dimostrare, posso dedicarsi al bene del paese. Lei cosa pensa?

«Una cosa non esclude l’altra. I giovani hanno freschezza, idee ed energia per portarle avanti ma, per esempio, se non avessi il mio vicesindaco Piero Ghiglione, geometra di cantiere, da 30 anni in Amministrazione, sarei capace di sapere dove sono collocati tutti i tombini di Guarene? Occorre mischiare le due componenti e venirsi incontro per andare a diminuire gli effetti della diversità anagrafica».

Qual è la criticità più grande sul suo tavolo di Sindaco?

«Ce n’è più di una, ma se dovessi indicare la preoccupazione maggiore direi la regimazione acque e il dissesto idrogeologico. Nei mesi scorsi due “bombe d’acqua” sono cadute sul paese. Se andiamo da chi ha il fango in casa, ci guarda negli occhi e dice: “che cosa è stato fatto per evitarlo? È giusto che la signora Maria non sappia che io da un anno e mezzo lavoro alla fase progettuale e sono passato dallo studio di fattibilità al definitivo».

Altre priorità?

«I servizi. Le persone non vengono a vivere in un paese se non ci sono i servizi. Noi abbiamo ottenuto da poco 566mila euro per il polo scolastico di Vaccheria, per esempio. E poi ci tengo che il mio paese sia pulito. Deve luccicare, per rispetto ai miei concittadini in primis, e poi di chi ci viene e trovare».