Tutto è cominciato con il documentario realizzato da Davide Sordella (foto sopra) assieme a Pablo Benedetti, dedicato alla vita straordinaria di Lucia Bosè, l’attrice italiana che per amore di un torero si trasferì in Spagna, la mamma di quel Miguel Bosè cantante e ballerino che divenne idolo delle teenager. L’anteprima di “Lucia Bosè-L’ultimo ciak” è andata in scena al Museo del Cinema di Torino. Colonna sonora firmata dal maestro Enrico Sabena, saluzzese. Anche il film esprime il concetto del libro, attraverso le vicende umane della Bosè: il messaggio è che bisogna sempre cogliere nei cambiamenti un’opportunità, nelle sofferenze l’essenza stessa della gioia. L’intervista all’attrice, l’ultima su un set, risale al film girato nel deserto cileno di Atacama. Lucia parla tra le altre cose del suo rapporto con la morte. Lucidamente e senza retorica, come nel suo stile. Nel documentario l’attrice, morta all’età di 89 anni, è la voce narrante e la protagonista. Ricorda i suoi successi e le tante cadute, icona di bellezza che ha dovuto sempre lottare: da piccola contro gli orrori della Seconda Guerra Mondiale che la fecero fuggire da casa prima dei bombardamenti. Un altro dolore è quello del divorzio da Dominguìn, popolare torero di Spagna. Lei rimase là, assieme ai figli. Da sola, ma forte. I giudici non le riconobbero quasi nulla, lei non si piegò. I suoi capelli divennero blu: era un modo per dimostrare al mondo quanto fosse intoccabile e bella la libertà di Lucia Bosè.