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Castellinaldo d’Alba – La festa per il “sì” alla sottozona del Barbera: un risultato di territorio

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Un giorno con la forma di un grappolo: del vitigno Barbera, ovviamente. E che, a guardarlo bene, è davvero come il frutto della vite e del lavoro dell’uomo, giusto per scomodare la citazione con i rituali liturgici: perché, qui a Castellinaldo d’Alba, il lavoro che dalla vigna arriva sin dentro al bicchiere ha un qualcosa che c’entra con la sacralità.

Esagerato? Forse no: perché il riconoscimento di questo paese -che ha la viticoltura “dentro”, fino al midollo: basti guardare il gonfalone comunale- come sottozona del Barbera d’Alba è il risultato di anni fatti di dialogo, collaborazione, voglia di sviluppare un’idea. E di risultati, appunto: portati in viso al mondo in questo sabato 25 settembre in cui Amministrazione civica, Vinaioli di Castellinaldo ed Enoteca Regionale del Roero hanno voluto celebrare e festeggiare sulla piazza l’ufficialità di questo obiettivo raggiunto. Con tanto di ufficialità data dalla pubblicazione del “nomen” sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

Un grappolo, dicevamo: in cui gli acini, non solo ideali, portano i nomi dei paesi che rientrano ora nella sottozona. E di tutte le realtà che hanno lavorato per arrivare qui.
Così come, del resto, ben rappresentato dal sindaco Giovanni Molino: «Si è lavorato squadra con i Comuni vicini, con caratteristiche geomorfologiche simili: ed è anche così che dal vino si è passati a parlare di territorio, di Roero. Ecco, in questo modo ci si è messo davvero a parlare di Roero: con i sindaci che nel frattempo si sono succeduti, con i produttori, i Vinaioli di Castellinaldo, con il Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco – Alba, Bra, Langhe e Dogliani (qui rappresentato dal presidente Matteo Ascheri, ndr), le associazioni di categoria con un pensiero particolare alla Coldiretti, la Regione che ha seguito da vicino questa pratica in modo che non si perdesse a Roma, per coronare questo gioco di squadra in tempi brevi».

La vicinanza “in spirito” con Torino è stata strategica: e resa possibile anche grazie ai buoni rapporti che storicamente Castellinaldo intesse con il Governatore Alberto Cirio e il consigliere regionale Francesco Graglia, ambedue amici del territorio e specialmente del vigneron Roberto Costa, predecessore di Molino e già leader dei Vinaioli. Presenti anche loro, sabato: insieme all’assessore regionale alla sanità Luigi Genesio Icardi, in un parterre in cui l’Enoteca roerina è stata a sua volta rappresentata dal senatore Marco Perosino e dal direttore Pier Paolo Guelfo.

Il primo cittadino ha aggiunto: «Non è solo Castellinaldo: è la storia nostra ma anche dei paesi di Magliano Alfieri, Castagnito, Priocca, Guarene, Canale e Vezza d’Alba, collegati insieme nello spirito ma anche fisicamente, dal progetto della Strada del Barbera, dagli Steli di Pietra».

E sì che territorio e cultura viaggiano a braccetto, qui, da tempo: riflettendo su questo menzionato progetto nato da una sinergia con l’architetto Luca Colombatto. Ma anche su “Gateways”, un’iniziativa di arte a tutto tondo che trova i propri geni in Maria Giulia e Serenella Desogus, castellinaldesi d’adozione, che nei giorni scorsi si sono viste premiare questa idea dalla Fondazione Crc. C’è stato anche questo, sabato, a mo’ di anteprima. Ne parleremo ancora: tutte cose che fanno onore e attrattiva per il Roero.

Da applausi, a nome dei Vinaioli, l’intervento dell’attuale presidente Fabrizio Cravanzola: «Ogni cosa è il frutto di una volontà di confronto attorno ad un prodotto di qualità eccezionale, che merita di essere conosciuto. Ed è stato importante, oltre che bellissimo, vedere produttori provenienti da altri paesi che hanno scelto di investire qui. Un pensiero particolare per Giancarlo Montaldo il cui ruolo è stato fondamentale, alla memoria di Luigi Malò, e per i Vinaioli tutti: mossi sempre dall’unità di intenti».

Tante, tantissime, le persone che ci hanno creduto: «Grazie a loro per non aver avuto dubbi nel partecipare alla raccolta delle 600 firme necessarie per tentare di ottenere la sottoponga, ai produttori anche di Langa che hanno appoggiato convintamente la nostra proposta, ai produttori amici di Govone e al sindaco canalese Enrico Faccenda che ha fatto molto in questa fase».

Un nuovo inizio, dunque, per una storia -quella dei Vinaioli- iniziata nel 1992 proprio per quel bisogno di unire le forze e far congregazione di fronte alle nuove sfide. Dai tempi eroici e un po’ goliardi del campionato europeo di bocce quadre, passando per azioni mirate come l’adozione del protocollo produttivo “Liberanatura”, i rapporti di collaborazione con la Cina: ma anche la registrazione del marchio collettivo “Castellinaldo” del 2016, e infine il 2019, anno d’inizio dell’iter per vedersi riconoscere questa sottozona specifica. Succedeva alla vigilia dell’impensato, questa pandemia di cui stiamo ancora sentendo ancor oggi il gusto amaro: si è riusciti, anche in un anno complesso come questo, con il Roero in copertina anche per le avversità meteo della primavera e dell’estate.

Il sole è ancora in volto, e nel bicchiere, a Castellinaldo: nonostante tutto. E già si pensa al futuro: con ciò che potrà portare questo risultato, e con l’intento di consolidare sempre di più rapporti ed equilibri con una natura talvolta matrigna, ma che sa donare anche spunti e sorrisi sulle linee della terra e del paesaggio. Non è stato un caso, infatti, la presenza di Roberto Cerrato che è il “padre” del progetto Unesco per i paesaggi viticoli Langhe-Roero e Monferrato: si proseguirà anche in questa direzione, oltre che in quelle buone relazioni con il Gruppo Egea che a breve metteranno la parola “fine” ai problemi legati al locale depuratore. E’ tutta una questione di cercare -e trovare- quella voglia di fare bene che abita nel “paese del Barbera”.

Paolo Destefanis