Rodello si racconta anche con il suo Dolcetto

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«Rodello è un paese a colori: quelli del vino, del paesaggio, delle stagioni, della gente, dell’arte e degli artisti. Un paese vivo che ci invia a viverlo e scoprirlo in tutte le sue accezioni». Comincia così la chiacchierata con Franco Aledda, sindaco di Rodello, paese di circa mille abitanti e zona ottima per il Dolcetto che le particolari condizioni climatiche favoriscono nel fruttato e nella corposità. E proprio a questo vitigno che prospera su colline pettinate alla perfezione è dedicato il Festival del Dolcetto che ha incorano anche per l’edizione 2021 i suoi vincitori.

Come è nata Sindaco l’idea di questa kermesse?
«Valorizzare le peculiarità e l’unicità del Dolcetto ci è parso un dovere. È un vitigno come spesso ha ribadito anche l’amico enologo Luigi Bertini, molto amato: dapprima da piemontesi, liguri e lombardi e oggi ricercato in molte altre parti d’Italia e del mondo. A caratterizzare questo una gradazione contenuta, ma vincente in piacevolezza, bevibilità e armonia. I cambiamenti climatici verificatisi nell’ultimo trentennio ed ancora in corso, hanno influenzato in maniera significativa la produzione di uva da vino in tutto il mondo, e anche il nostro Dolcetto ne ha risentito. In primis con un innalzamento naturale cospicuo della gradazione alcolica, perdendo un po’ quella connotazione di vino da “tutto pasto” ma guadagnandosi un posto tra i vini importanti. La stesura di ben 11 disciplinari Doc e Docg hanno inoltre contribuito a creare un po’ di confusione tra i consumatori».

Si può affermare che il vino Dolcetto sta rapidamente risalendo la china?
«Certo. Ed il merito è da attribuirsi all’impegno dei produttori che hanno sempre creduto in questo vino, magari reinterpretando il modo di vinificarlo senza snaturarne le caratteristiche peculiari. Que­sto, mi pare doveroso ribadirlo, è anche lo spirito che caratterizza il nostro Festival del Dolcetto, promosso dal comune di Rodello e da me fortemente voluto insieme a tutta l’amministrazione comunale, e che mantiene come fulcro significativo il concorso enologico abbinato che premia i migliori produttori. Nato in punta di piedi, nel corso degli anni questo appuntamento ha registrato un numero crescente di adesioni giungendo ormai alla settima edizione e allargando sempre più la sua comunicazione, con eventi e manifestazioni in Italia e all’estero».

Quest’anno chi si è distinto?
«Il primo premio se l’è aggiudicato il Dolcetto “Bricco Caramelli” presentato dall’azienda vitivinicola F.lli Mossio. Da sempre Remo e Valerio, sanno che territorio, passione e famiglia sono valori insiti nel loro Dna. E il loro Dolcetto ne è la prova. Il secondo premio è stato assegnato alla cantina Oriolo, F.lli Brangero ed è espressione di bravura e caparbietà. Il loro impegno è da anni proteso all’esaltazione di questo territorio, vocato per questo vitigno e nel contempo importante per mantenere in vita l’economia della Langa e non solo… Il terzo premio è stato assegnato al Dolcetto “Ert” dell’azienda vitivinicola Droc­­co Renzo, una piccola azienda a conduzione familiare. Il loro motto racchiude parte del loro carattere: “ogni persona che passa nella no­stra vita è unica. Sempre lascia un pò di sé e si porta via un pò di noi”. E il loro Dolcetto racconta tanto della loro filosofia, del loro amore verso Rodello».

Il Dolcetto è un vino che gioca una nuova partita anche sul fronte della comunicazione. Sebas­tiano Bazzano è appunto il Consigliere delegato alla comunicazione di questo prestigioso nettare di Bacco…
Come si muoveranno i consumatori in questo nuovo scenario post-Covid?

«Il post-pandemia rappresenta una vera opportunità per il Dolcetto. Infatti, tra le conseguenze dell’emergenza sanitaria che ci auguriamo non si ripresenti, vi è l’emergere di nuovi momenti di consumo, di nuovi consumatori, di nuovi modelli di distribuzione. Il successo per il Dolcetto sarà legato a saper intercettare ed interpretare queste novità accompagnando il cambiamento con un aggressivo piano di promozione ed educazione».