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Valgrana, punto di riferimento tra esperienza e tradizioni

La celebre azienda scarnafigese, fondata da Franco Biraghi, ha dimostrato anche durante il difficile periodo storico di possedere l’arte di guardare al futuro, forte della propria storia

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Reiterando i punti di forza che, da oltre trent’anni, la confermano un’azienda leader sul territorio, la Valgrana dimostra costantemente di essere un solido punto di riferimento per quanto riguarda il vasto mondo dell’agroalimentare.
Sono innumerevoli le peculiarità che contribuiscono a rendere l’impresa, fondata da Franco Biraghi a Scarnafigi, una realtà a cui la nostra provincia non può che guardare con orgoglio e che ha stabilito con gli anni un rapporto sempre più profondo con l’ambiente che la circonda. In primis, saper trarre dal passato i giusti insegnamenti, come sottolinea Franco Biraghi la cui ambizione, unita a un’imprescindibile dose di determinazione, si è rivelata la carta vincente per dar vita a uno stabilimento lattiero caseario che cresce ogni giorno di più. «Non si tratta soltanto di uno sviluppo in termini numerici» commenta il Patron della Valgrana, «ma anche e soprattutto in termini di storia, di qualità e di cambiamenti. Gli insegnamenti di ieri sono fondamentali per costruire un presente di successo e, al tempo stesso, per aiutarci a mantenere lo sguardo costantemente vigile sul futuro».
Parole da cui emerge tutta l’esperienza che ha guidato la sua carriera e che l’ha visto entrare, fresco di diploma, nello stabilimento paterno a Cavallermaggiore, all’interno del quale si è avvicinato con dedizione e impegno ai compiti più differenti, partendo dalle mansioni operaie perché «solo in questo modo si può dirigere un’azienda: se si è in grado di svolgere il lavoro meglio di chi si trova sotto la tua direzione. È proprio questo l’insegnamento che ho trasmesso ai miei figli (Andrea e Alberto, Amministratori Delegati in Valgrana, ndr). Se vuoi essere stimato da un tuo dipendente devi dare costantemente il buon esempio».
Sette giorni su sette, dalle 8 alle 22 e la domenica fino alle 16: un ritmo serrato che ha scandito le giornate di un Franco Biraghi diciottenne, il quale ha saputo tener fede agli impegni con una grande passione, unita al desiderio di dare il massimo al fine di creare qualcosa di importante e utile, soprattutto considerato il momento storico che stava attraversando l’Italia: «Un periodo in cui la nostra nazione è decollata» ricorda con entusiasmo « animata dalla volontà di rivalsa che seguiva la miseria della guerra. Negli anni cinquanta e sessanta lavorare 12 ore al giorno era la norma». All’età di 24-25 anni arriva la totale autonomia nel settore delle vendite. Dieci anni dopo Franco Biraghi rappresenta già l’azienda presso le principali associazioni di categoria quali Assolatte e Confindustria, ricoprendo anche la carica di Vice Presidente del Consiglio del Grana Padano.
Poi, nel 1988, la svolta: Franco decide di uscire dalla Biraghi, con pochi mezzi ma forte delle esperienze maturate sul campo, del sostegno della moglie Bianca e dei figli, guidato dalla sicurezza che deriva da quell’eclettismo tipico di chi sa gestire ogni situazione. Una competenza a cui ha contribuito molto anche la sua formazione scolastica, come lui stesso sottolinea: «Devo ringraziare gli insegnamenti ricevuti all’Istituto Guala di Bra, che mi hanno consentito di padroneggiare materie come economia, chimica, diritto, con docenti a cui sono tuttora grato per ciò che mi hanno trasmesso». La decisione di iniziare a lavorare non ancora diciannovenne e a confrontarsi subito con la realtà si è rivelata vincente: con l’esperienza maturata ha potuto fondare la Valgrana partendo da zero, portandola avanti negli anni con una cognizione di causa e una competenza che «se avessi studiato più a lungo, sottraendo tempo all’esperienza sul campo, non mi avrebbe portato ad ottenere simili risultati». Questi ultimi sono frutto di una dedizione e un amore per il proprio lavoro che trovano riscontro anche nella volontà di restare legati al territorio non solo per quanto riguarda le materie prime ma anche per ciò che concerne il rispetto delle tradizioni. «Si tratta di un valore in cui crediamo fermamente» sottolinea Franco Biraghi « un suggello simbolico con le terre dove tutto ha avuto inizio e che rinnoviamo costantemente». Ecco perché ci sono appuntamenti fissi sul calendario della Valgrana ai quali l’azienda non viene mai meno, come la premiazione dei primi nati della provincia di Cuneo e il primo nato di Scarnafigi con una forma di Piemontino, il celebre evergreen dell’azienda che «rappresenta un suggello tra il presente della Valgrana e il futuro della Granda, di cui questi piccoli esponenti del domani che verrà sono un simbolo importante. È a loro che dobbiamo guardare con ottimismo e fiducia, soprattutto in questo momento storico così delicato e soprattutto all’interno di una provincia che diventa ogni anno più vecchia». Le radici della Valgrana risalgono all’inizio degli anni novanta, con l’acquisizione di un piccolo caseificio già esistente a Scarnafigi e con la produzione di formaggi: dalle 18 forme quotidiane di grana di 30 anni fa alle oltre 700/800 attuali, mediante un impianto che può arrivare fino a 1100. «Numeri di tutto rispetto se teniamo conto che il grosso della produzione è dato da una tipologia di formaggio che deve necessariamente stagionare a lungo, anche oltre 24 mesi, e che comporta tempistiche dalle quali non possiamo prescindere. Si tratta comunque di una produzione che può aumentare in relazione alla crescita della domanda» spiega orgoglioso Franco Biraghi. La Valgrana ricopre attualmente una superficie di 80.000 mq, di cui 27.000 coperti, dove troneggiano magazzini con una capacità di 360.000 forme. Quello che fa realmente la differenza, però, all’interno di questo colosso lattiero caseario è il rapporto sincero e schietto che il fondatore ha sviluppato in oltre 60 anni di attività con i suoi dipendenti: l’empatia che deriva dalla volontà di venire a contatto con loro e con le storie che li caratterizzano, l’unica maniera per dar vita a un rapporto di fiducia basato sulla comprensione e sul rispetto reciproco. Uno dei momenti più significativi nella storia dell’azienda è stata la festa a sorpresa per gli ottant’anni di Franco Biraghi in cui non è stato celebrato unicamente un compleanno importante ma anche l’aspetto umano che ha impiegato nel dar vita all’azienda. Una festa intima in cui sono stati evidenziati, mediante la consegna di una targa, tutti quei fattori che hanno contribuito a rendere il fondatore “non soltanto un imprenditore di successo ma anche un grande uomo”.

Articolo a cura di Linda Arnaudo

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