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Dopo oltre 600 anni torna a Saluzzo da Parigi lo “Chevalier Errant”

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Per la prima volta dopo oltre 600 anni, la Fondazione Artea riporta a Saluzzo il prezioso codice miniato dell’opera del marchese Tommaso III, “Le livre du Chevalier errant”. L’elegante manoscritto, conservato nelle collezioni della Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi, verrà esposto dal 5 al 10 ottobre al Monastero della Stella all’interno della mostra “Tesori del Marchesato di Saluzzo. Arte, storia e cultura tra Medioevo e Rinascimento” e sarà oggetto del convegno internazionale “Le Chevalier Errant: amore, fortuna e conoscenza.

Le vie della cultura nel Medioevo europeo”, venerdì 8 ottobre alle ore 15.30, presso la sala conferenze dell’ex monastero (Piazzetta della Trinità, 4). Per partecipare all’incontro è necessario essere muniti di green pass e prenotarsi sul sito www.monasterodellastella.it. Per l’occasione, apertura straordinaria della mostra nei seguenti orari: martedì – sabato, 10.00-13.00 / 14.00-18.00, domenica, 10.00-13.00 / 14.00-19.00. Info su www.fondazioneartea.org.

Tra il 1394 e i primi anni del Quattrocento, in un clima di inattesa “renaissance chevaleresque”, Tommaso III, figlio primogenito del marchese Federico I di Saluzzo, ideò la narrazione di un viaggio virtuale tra realtà e finzione, di tradizione dantesca, come cornice per divulgare le leggende più apprezzate nel suo tempo, utilizzando una tecnica narrativa decisamente innovativa nel suo intreccio: Le livre du Chevalier errant. Manifesto dei legami politici e culturali che legarono il piccolo Marchesato di Saluzzo alla Francia di Carlo V e di Carlo VI e capolavoro della migliore produzione miniaturista parigina trecentesca, il prezioso manoscritto sarà esposto eccezionalmente a Saluzzo per soli sei giorni, rappresentando un valido ulteriore motivo per visitare la mostra “Tesori del Marchesato” allestita al Monastero della Stella, al Museo Civico Casa Cavassa e alla Castiglia fino al 31 ottobre prossimo.

“Siamo felici e molto emozionati per questo prestito assolutamente eccezionale che riconferma i legami storici, mai interrotti, tra la Francia e Saluzzo – dichiara Marco Galateri, presidente della Fondazione Artea –. Le Chevalier Errant descrive un mondo ideale cavalleresco che seppur al tramonto era ancora vivo a Saluzzo, quasi fosse la Camelot di un regno fantastico che gli affreschi del Castello di Manta ci ricordano ancora oggi”. Davide De Luca, direttore di Artea, sottolinea come la presenza del codice di Parigi a Saluzzo sia “un’occasione unica e imperdibile per la storia dell’antico marchesato, frutto di un intenso e lungo lavoro diplomatico con la Bibliothèque Nationale de France. Per la prima e forse unica volta, dopo oltre 600 anni, il pubblico potrà ammirare dal vivo il prezioso manoscritto, fra le cui righe sono raccolte le chiavi dell’identità storica di questo territorio”.

“Il manoscritto de “Le Chevalier errant” che dalla Biblioteca nazionale di Francia a Parigi torna a Saluzzo è un motivo di grande orgoglio e vanto – afferma Mauro Calderoni, sindaco di Saluzzo. È un libro che ha segnato la storia d’Europa 600 anni fa e, anche se non è molto conosciuto dal grande pubblico, è una delle testimonianze dell’importanza del nostro marchesato nel Vecchio continente, nel periodo fra la fine del Medioevo e il Rinascimento. Pagine che raccontano viaggi e gli incontri di un marchese aperto al mondo, agli scambi, alla conoscenza e alla cultura, proprio come vogliamo sempre più la nostra Saluzzo di oggi e del futuro”.

Venerdì 8 ottobre, alle 15.30, presso il Monastero della Stella si terrà il convegno “Le Chevalier Errant: amore, fortuna e conoscenza. Le vie della cultura nel Medioevo europeo” che vedrà come relatori alcuni tra i massimi conoscitori dell’opera come Hélène Bellon-Meguelle (Università di Ginevra), Laura Ramello (Università di Torino), Antonella Amatuzzi (Università di Torino) e Marco Piccat (Università di Trieste).

“Grazie alla Fondazione Artea – conclude il professor Marco Piccat, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo – apriamo il primo capitolo di una nuova avventura, l’Europa dei Saluzzo, con la presenza per qualche giorno di un testimonial assoluto: il manoscritto parigino commissionato da Tommaso III. Il mio ringraziamento non va solo al difficile risultato ottenuto con l’autorizzazione di un’opera così preziosa ad un’esposizione locale, ma anche alla promozione del quaderno che vedrà raccolti saggi sul manoscritto dello Chevalier Errant da parte di studiosi di università italiane e straniere, di cui i primi quattro interventi presentati al convegno dell’8 ottobre non sono che un approfondito quanto appassionante invito. Un modo essenziale ma duraturo per datare un evento e riconfermare un legame storico-culturale tra Saluzzo ed il suo Cavaliere ‘Errante’ in Europa, a testimoniare l’esistenza e la vitalità di un magnifico territorio”.

c.s.