La Fondazione Ferrero di Alba presenta un nuovo progetto espositivo intitolato “Burri. La poesia della materia”, dedicato a uno dei grandi protagonisti dell’arte del Novecento, Alberto Burri, nato a Città di Castello nel 1915 e morto a Nizza, in Francia, nel 1995. La mostra, che aprirà al pubblico sabato 9 ottobre (dopo l’inaugurazione avvenuta oggi, giovedì 7), è a cura di Bruno Corà, presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri e propone un allestimento originale studiato appositamente per gli spazi della Fondazione Ferrero e articolato in una serie di sale che accolgono 45 opere, tra cui lavori di grandi dimensioni.
“Burri. La poesia della materia” e “Burri. Il Cretto di Gibellina” (di cui si parla nel box a fianco) sono entrambe promosse dalla Fondazione Ferrero, in collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, e sono aperte gratuitamente al pubblico da sabato 9 ottobre a domenica 30 gennaio. La scelta di opere presentate in mostra presso la Fondazione Ferrero copre un arco temporale che va dal 1945, con i primi “Catrami” (1948), sino alle ultime opere “Oro e nero” datate 1993 e prossime alla scomparsa dell’artista avvenuta due anni più tardi. Tra i lavori esposti, opere prime di Burri appartenenti ai cicli dei “catrami”, delle “muffe”, dei “sacchi”, delle “combustioni”, dei “legni”, dei “ferri”, delle “plastiche”, dei “cretti” e dei “cellotex”, esperienze cruciali per la pittura contemporanea che portano il nome dei materiali che l’artista umbro ha di volta in volta utilizzato trasformandoli in capitoli epici di un’unica concezione artistica. Afferma il curatore Bruno Corà: «Il titolo della mostra, “Burri. La poesia della materia”, deve essere preso alla lettera. Non si tratta affatto solo di un ennesimo generico invito a considerare l’importanza decisiva della materia nella poetica di Burri. Ai visitatori della mostra di Alba proponiamo invece di assistere a un’indagine in fieri sul rapporto strettissimo, non solo a livello di fruizione estetica, ma autenticamente strutturale, costitutivo, tra l’opera di Alberto Burri e la parola in versi, la grande poesia del ’900 e non solo». Prosegue Corà: «È stato Giuseppe Ungaretti, una delle voci oracolari più grandi del XX secolo, a pronunciare una indimenticabile sentenza nei confronti dell’arte di Burri: “Amo Burri perché non è solo il pittore maggiore d’oggi ma è anche la principale causa d’invidia per me: è d’oggi il primo poeta”».
Nell’evidenziare il rapporto tra Burri e la poesia, la mostra mantiene al centro della riflessione la materia, intesa come fonte inesauribile di sperimentazioni in una totale libertà di approccio al fare pittorico, generatrice di processi creativi in continua evoluzione.
L’opera dell’artista è osservata come un laboratorio di sperimentazione incessante che ha anticipato, con la sua ricerca fondata sulla riqualificazione linguistica, molte delle questioni che hanno interessato le correnti artistiche degli anni Sessanta del Novecento, come il Nouveau Réalisme, l’Arte Povera, l’Arte Neuminimale o il Fluxus. La mostra è corredata da un catalogo edito da Skira, curato da Bruno Corà, con i contributi critici e di studio di Corà stesso, José Jiménez, Thierry Dufrêne, Petra Richter, Mario Diacono, inclusivo di una ricca documentazione iconografica delle opere, di apparati biografici accompagnati da una antologia critica selezionata e del progetto espositivo.
Il mecenatismo è uno degli elementi portanti dell’identità della famiglia Ferrero. Per volere della presidente della Fondazione Ferrero, Maria Franca Ferrero, e in conformità al motto della Fondazione “Lavorare, creare, donare”, tutti gli eventi espositivi della Fondazione fin qui realizzati sono stati fruiti in modo completamente gratuito da parte dei visitatori di ogni età: lo stesso avverrà per la mostra che celebra Burri. L’esposizione ha già ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica ed è realizzata con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, con il patrocinio della Città di Alba e la partecipazione della Gam-Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
In occasione della mostra, la Fondazione Ferrero propone un servizio di mediazione culturale a disposizione dei visitatori con l’obiettivo di proseguire il proprio impegno a sostegno del “lifelong learning”. Sposando i metodi e i valori della “peer education”, la Fondazione ha selezionato 12 tra mediatrici e mediatori culturali, formati dalla storica dell’arte Giorgina Bertolino, per dialogare con i visitatori e introdurli all’opera di Alberto Burri. Per raggiungere tutte le fasce di pubblico è stato immaginato un programma di cinque percorsi didattici gratuiti, elaborati in collaborazione con Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri e Atlante Servizi Culturali rivolti alle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, oltre che a gruppi familiari con bambini in età compresa tra i 3 e i 10 anni. Le attività prevedono una visita guidata e un laboratorio della durata di circa due ore che stimola le sensazioni tattili e visive.
«Con Burri la materia diventa poesia»
Apre al pubblico la nuova mostra della Fondazione Ferrero che sarà visitabile fino al 30 gennaio