Il network di relazioni con il mondo degli chef è oggi un importante patrimonio dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, un paniere di competenze ed esperienze che, accanto ai cuochi di trattorie e osterie di Langhe, Roero e Monferrato, custodi della tradizione gastronomica locale, rappresentano, con i grandi produttori di vino e di materie prime agroalimentari, il capitale umano su cui costruire una nuova svolta della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba. Svolta che è alla base del progetto “Dawn to Earth”. «Questo territorio è divenuto una delle destinazioni per il turismo enogastronomico più importanti al mondo e il tartufo bianco d’Alba, con i grandi vini del territorio, è un cardine di quello che si può definire un “distretto enogastronomico di qualità”», afferma il presidente dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Liliana Allena (riquadro sotto, a sinistra), aggiungendo: «Alba ha saputo più di ogni altro valorizzare il “tuber magnatum Pico”, comprendendo il valore della sua immissione nel già ricco paniere di prodotti di qualità, non fermandosi alla semplice commercializzazione. Qui, grazie soprattutto alle intuizioni di Giacomo Morra, il tartufo non viene solo venduto, ma è un ingrediente della cucina locale, una materia prima che l’intero mondo ci invidia». Oggi, tuttavia, occorre ripensare il modello che la pandemia da Covid-19 ha fortemente scosso ed è necessario progettare il passaggio da “distretto” a “ecosistema di relazioni”, mettendo al centro le risorse umane e il paesaggio delle colline patrimonio dell’umanità Unesco. L’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba vuole dare una nuova svolta all’evento e mettersi a disposizione del territorio per accompagnare un processo di cambiamento che veda al centro il tartufo e gli chef. La Fiera si vuole porre al servizio del mondo della ristorazione, non solo locale, per stimolare un dibattito a livello globale che affronti in modo contemporaneo i grandi temi del nostro tempo, strettamente legati alla terra e al cibo: i cambiamenti climatici e la sostenibilità. I tempi sono maturi per questa svolta culturale. E il percorso avviato per una certificazione di sostenibilità dell’evento ne è ulteriore prova. «Il bene del pianeta e di noi che lo abitiamo non è un affare riguardante alcuni settori prima di altri: è un’emergenza universale che, a vari livelli, deve interessare ogni uomo dotato di buon senso. Si parte dalla natura per arrivare alle persone, proprio come accade con il tartufo bianco d’Alba, che nasce come figlio prezioso dei boschi piemontesi, prima di viaggiare, diventando un ambasciatore d’eccezione sulle tavole di tutto il mondo», dichiara Paolo Vizzari (foto sotto, a destra), curatore gastronomico e anima del progetto “Dawn to Earth”. È sulla scia di questo pensiero che, nell’ambito della Fiera del Tartufo, nasce un ciclo di incontri di “Sostenibilità Incrociate” (https://www.fieradeltartufo.org/sostenibilita-incrociate/) che, partendo dall’ambito della ristorazione e dai prodotti agroalimentari d’eccellenza, i più vicini alle abituali attività della Fiera, coinvolgeranno mondi diversi (ciascuno dei quali negli ultimi anni ha visto insorgere una rivoluzione umanitaria e morale senza precedenti, che lascia oggi una scia positiva di intenzioni e direzioni in grado di far sperare in un futuro migliore) per giungere a una contaminazione con l’alta finanza, con il mondo dell’innovazione digitale, con l’artigianato d’eccellenza e l’alta moda, l’arte e la musica, il design e la cultura. Tutte realtà che ruotano intorno e spesso si intersecano con l’universo della cucina d’autore. Esponenti di spicco di questi settori si confronteranno tra loro e saranno protagonisti di incontri aperti al pubblico durante la 91a edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, sabato 30 e domenica 31 ottobre, presso il Teatro Sociale della “capitale delle Langhe”.
Home Articoli Rivista Idea In programma diversi incontri che aiutano a “riconnettersi” con la natura