Centinaia di palle colorate, con sopra scritte le parole scelte dai bambini per immaginare il loro futuro, consegnate ai 72 Sindaci del territorio della candidatura.
È con questo grande flash mob che ha coinvolto oltre 800 bimbi e bimbe, che Saluzzo e le Terre del Monviso hanno voluto festeggiare la candidatura a Capitale italiana della cultura 2024. La foto sarà la copertina del dossier che entro il 19 ottobre sarà consegnato al Ministero della cultura con il titolo “Una montagna di futuro”.
Il flash mob è l’azione finale di un percorso artistico nato da un’idea delle artiste Maura Banfo e Serena Racca in collaborazione con Istituto Garuzzo arti visive IGAV, che è stato condotto nelle scorse settimane, coinvolgendo le scuole del territorio della candidatura, Con i bambini e i ragazzi si è immaginato cosa è per loro la montagna di futuro, scrivendone le parole per una consegna di mano in mano, da chi il futuro lo vivrà a chi ha il compito, delicato a fondamentale, di costruirlo a partire da ora. Il dovere delle amministrazioni è proprio prendere in carico queste parole per progettare il futuro del territorio. Una consegna che diventa dunque opera collettiva. Ad accogliere le parole dei loro bambini sono stati i Sindaci dei 72 Comuni sostenitori del progetto, che vede anche una rappresentanza francese per sottolineare come la montagna non sia un confine di divisione ma, al contrario, un segno di unione.
Alle ore 10 il fiume di bambini e ragazzi ha inondato le strade di Saluzzo per il lancio in aria dei grandi palloni blu su sono state incise le lettere che compongono le parole chiave che rappresentano la loro “Montagna di Futuro”.
Un grande evento di coesione sociale che guarda alla tradizione ma anche al futuro, che chiude due giorni di lavoro, giovedì 14 e venerdì 15 ottobre, per presentare il frutto di un percorso inclusivo e partecipato, lungo dieci mesi.
Quello della candidatura di Saluzzo Monviso 2024, prima candidatura di un territorio alpino, è un racconto che tiene conto di tanti aspetti: della tradizione, ma anche di chi quel territorio lo vive, lo trasforma e si fa trasformare ogni giorno. È un racconto che tiene lo sguardo rivolto al futuro, al dopo, ad un sentiero che è in salita ma che bene esprime il senso di appartenenza di una comunità che vuole farsi apri pista di nuovi modi di intendere il vivere montano e il dialogo tra pianura e valle. E il dossier di candidatura di Saluzzo Monviso 2024 alto non può chiamarsi che “Una montagna di futuro”, un racconto che mira a chi di quel futuro sarà protagonista, e di chi ha già iniziato a costruirlo.