Nella sua lunga e trionfale carriera, vissuta interamente con i colori della maglia del Milan, di cui è diventato simbolo e bandiera, Franco Baresi è stato più volte protagonista in Piemonte, come avversario di Juventus e Torino. L’altro giorno è tornato in terra sabauda non per una partita di pallone, ma per la presentazione della sua biografia “Libero di sognare” (Feltrinelli) al Salone del Libro. L’ex capitano di Milan e Nazionale, uno dei più forti difensori della storia del calcio mondiale, ha ricevuto un’accoglienza con i fiocchi da parte del territorio piemontese e, in particolare, di quello Albese. Diversi produttori della zona di Langhe e Roero (evidentemente mossi dalla fede milanista) hanno voluto omaggiare quella che è senza dubbio una bandiera del calcio italiano, donandogli un assaggio di alcune delle eccellenze più note e apprezzate. A fianco dei grandi vini albesi, sono stati offerti a Franco Baresi prodotti a base di nocciola dell’Alta Langa e, non poteva mancare, uno splendido tartufo bianco d’Alba. All’incontro eravamo presenti anche noi di IDEA e abbiamo avuto l’opportunità di scambiare alcune battute con il grande libero milanista, oggi vicepresidente onorario del club rossonero. Alla domanda: conosce il tartufo bianco d’Alba? La risposta è stata decisa come uno dei suoi formidabili tackle assestati per strappare la palla all’attaccante: «Eccome se lo conosco! Ha un profumo inconfondibile, che non si scorda più. Senti com’è intenso!», dice Baresi, lasciandosi andare a un sorriso convinto, «L’ho assaggiato diverse volte e anche a mia moglie piace tantissimo». Tocca alle altre eccellenze: nocciole e dolci che celebrano la “tonda gentile” delle Langhe. Anche qui arrivano gli apprezzamenti convinti del campione: «Ne ho sentito parlare e sembrano davvero gustose», commenta il capitano, che poi si sofferma sul vino. Si tratta di bottiglie prodotte da una piccola azienda a conduzione familiare: «Lo degusterò con piacere perché i prodotti che nascono con la passione familiare sono i migliori». Poi, via, è il momento della presentazione di “Libero di sognare”. All’interno di una sala gremitissima, a intervistare Baresi è stato il giornalista di Sky Giorgio Porrà, che con le sue domande ha di fatto ripercorso la straordinaria avventura calcistica del difensore originario di Travagliato, nel Bresciano, cercando di far emergere anche le qualità umane e sportive di un uomo che ha sempre messo il rispetto e la lealtà davanti a tutto. «Quando raccogli una vittoria dopo l’altra, in Italia e a livello internazionale, c’è il rischio di sentirsi invincibili. È in quei momenti che bisogna essere bravi a restare lucidi, senza mai mancare di rispetto agli avversari in campo, alle regole e ai tifosi», ha detto Franco Baresi, aggiungendo: «La mia forza mentale è probabilmente ciò che ha fatto la differenza; in ogni partita trovavo sempre stimoli e motivazioni a prescindere dai risultati già raggiunti». Valori unici, ribaditi nel suo messaggio finale: «Messi è un grandissimo, però mi ha amareggiato scegliendo di lasciare il Barcellona. Avrebbe sicuramente potuto trovare una soluzione. Ma forse è stato consigliato “male”… Non bisogna lasciarsi travolgere dagli interessi personali, altrimenti si deludono i tifosi, specie quelli più giovani. E sono loro a rendere il calcio magico…».
Parole che lasciano il segno, proprio come il suo braccio alzato a chiamare il fuorigioco, come il suo giro del campo nella partita d’addio, come il rigore a Usa ’94 e, magari, come la visita che farà nelle Langhe per tornare a gustare quei prodotti che tanto lo hanno colpito.
Avversario della Juve ma amico del tartufo
Ospite al Salone del Libro di Torino, la bandiera milanista Franco Baresi è stato omaggiato con alcune eccellenze albesi: «Davvero ottime»