Dietro un grande Gruppo aziendale, una storia familiare. C’è un legame indissolubile tra la famiglia Carini e il Gruppo EGEA, oggi la prima multiutility italiana non quotata, con un fatturato di un miliardo di euro. Un legame che si è costituito attraverso l’attenzione al Territorio, con la cultura del lavoro, credendo fortemente in una “vision” basata su valori profondi. È quanto emerge dall’intervista “doppia” che abbiamo avuto modo di realizzare con PierPaolo Carini, oggi Amministratore Delegato del Gruppo, e sua madre, Carla Perotti. Iniziamo da lei: classe 1932, fortemente impegnata in azienda sin dal 1983 e ancor oggi attivissima, nata insegnante («Un mondo che mi manca molto, soprattutto per il confronto con i ragazzi. Anche se, in realtà, avrei voluto fare Medicina…»), “trapiantata” ad Alba per amore del marito, l’Ingegnere Emanuele Carini, che diede un impulso incredibile per la crescita di EGEA. I suoi ricordi eccezionalmente lucidi sono parte integrante di ciò che è divenuta l’Azienda oggi. «Tralascio volentieri la mia infanzia, dominata da guerra, paura, povertà», racconta la professoressa Perotti, «Dopo la laurea in Lettere Classiche all’Università di Pavia nel ’56, frequentai il corso da archivista presso l’Archivio Storico di Milano. Appartenevo al gruppo di Giovanissime Cattoliche della Diocesi di Tortona: da sempre ho molta fede in Dio. A quell’epoca pensavo che dovesse essere Lui a dirmi quale sarebbe stato il mio futuro. Il mio motto è sempre stato “Fiorire dove e come Dio ci ha seminato”, anche se a volte non è sempre facile e la vita ti riserva cambiamenti». Come l’incontro con Emanuele Carini. «Lo conobbi alla festa di laurea di un’amica», racconta Carla Perotti, «Mi innamorai di quell’uomo serio, garbato; ci sposammo e andammo a vivere a Parma, intanto insegnavo da precaria. “Lino” era impegnato molto, forse troppo, nel lavoro. Nel 1964 nacque PierPaolo, a settembre traslocammo a Ferrara, dove Emanuele venne chiamato come Direttore Generale dei Servizi Municipalizzati. Lo seguii lavorativamente a Ferrara, dove entrai di ruolo come insegnante al Liceo Ariosto. Lo seguii ancora, a Pavia. E, infine, ad Alba». Perché proprio l’Albese? «Per Emanuele era una grande sfida. Era in possesso di alcune Azioni della Esercizi Gas e Affini, una piccola Azienda di distribuzione del gas con Soci e Sedi sparpagliate un po’ ovunque. Tra queste, anche Alba. Due impiegati, tre operai, una sede scalcinata in via Vivaro, duemila utenti in tutto. Emanuele si trasferì nella “Capitale delle Langhe”, stava al Motel Alba, tornava a casa il sabato, lavorava parecchio. Prese a cuore la realtà albese e decise di proseguire il suo lavoro anche dopo la pensione, trasferendosi ad Alba: la sua sfida era quella di metanizzarla, come aveva già fatto per molte città dell’Emilia». La visione dell’Ingegnere Emanuele Carini punta tutto su un concetto chiave: il territorio. «Raggiunsi mio marito, abbandonando la mia professione», prosegue la professoressa Perotti, «Avevo alcune Azioni della Società. Su suggerimento di Emanuele le cedetti ai Comuni dell’Albese che così divennero Soci. È stato un momento molto intenso, un’azione compiuta con un obiettivo sociale, non per interesse. Io andavo a fare propaganda di gas metano nelle parrocchie. Siamo partiti da lì: poi, con la spinta di PierPaolo, siamo cresciuti».
PierPaolo Carini, che ha costruito la crescita dell’Azienda proprio sul concetto di Territorio da cui era partito il padre e su quello di Sostenibilità: «Ci siamo sviluppati portando avanti l’idea di una Società di ambito territoriale nella distribuzione del gas», racconta PierPaolo Carini, «un modello che papà aveva già sperimentato. E che qui, nell’Albese, ha attecchito: negli anni Ottanta si andava già oltre i singoli campanili». La capofila è stata Alba: «Il Comune entrò a far parte di EGEA con una programmazione territoriale unitaria, trascinandosi dietro tutti i Comuni di Langhe e Roero. È stata la carta vincente. Ora gli Enti Territoriali Soci di EGEA sono più di 100, oltre 200 le Aziende. È l’unione che fa la forza: da soli si pensa di andare più veloci, ma è insieme che si va lontano». Un tema, quello dell’unione, che si coniuga con un altro argomento chiave del presente: la già citata Sostenibilità. «Perché», continua Carini, «se è vero che l’Energia è vita e la vita è Energia, la Sostenibilità è legata all’ambiente in cui viviamo e si crea nel dialogo e nella relazione. Ed è qui, in “Provincia”, che abbiamo maggiori opportunità di dialogare, in un naturale anello di congiunzione che è rappresentato dalla Comunità, dalle Aziende, piccole o grandi, fino ad arrivare agli utenti». E allora torniamo alla “visione” di Emanuele Carini, e diventa ancora più chiaro il perché scelse Alba: «Il Territorio dell’Albese è un po’ il simbolo della Provincia italiana», evidenzia ancora Carini, «Costituisce una sorta di baricentro del Sud del Nord Ovest. Siamo la “bella Provincia” vicina a un bel mare, a una bella montagna, alla Francia, a Torino, Genova, Milano, soprattutto oggi in cui, per i giovani, il concetto di “distanza” è diverso rispetto al passato. Questo fa di EGEA un punto di attrattività naturale per altre aree». Quindi la “Provincia”, un tempo bistrattata e snobbata, si rivaluta? «Ha una precisa identità. Che la pandemia ha riabilitato: un tempo veniva scarsamente considerata, oggi la prospettiva si è ribaltata e questo sta facendo da traino ad elementi di crescita eccezionali».
I valori della famiglia che ispirano l’azienda
In un’emozionante intervista “doppia” l’Ingegnere PierPaolo Carini e la madre Carla Perotti ripercorrono la loro storia familiare, indissolubilmente legata a quella del Gruppo EGEA