La cultura del lavoro, del sacrificio, per arrivare in alto. Credendo sempre in ciò che si fa. Sono alcuni dei punti di forza di EGEA, individuati dalla professoressa Perotti, perfettamente coniugati nella figura del figlio PierPaolo, che ha reso grande il Gruppo. «Spesso i giovani non colgono lo sforzo e il sacrificio fatto da chi li ha preceduti», racconta la Signora Carla, «Arrivano con una certa prosopopea, non capiscono quanto possa essere difficoltoso progredire, lavorando. Il sacrificio e l’umiltà sono alla base di tutto. Cerchiamo di far capire a chi lavora con noi che la vita non è solo allegria, ma consapevolezza che ci si deve rimboccare le maniche». È accaduto anche al figlio PierPaolo, che aveva intrapreso una brillante carriera universitaria a Montréal: tornato a casa, papà Emanuele gli cede le Azioni EGEA. E lui comincia a lavorare, dal basso: «Prima ha fatto l’impiegato», racconta la madre, «Mi aiutava nella gestione degli archivi. Poi, l’operaio accanto al caposquadra, il signor Mellano, che è stato suo maestro». EGEA progredisce, PierPaolo impara dal padre e applica la dedizione al lavoro. «Ho portato avanti il teleriscaldamento ad Alba», ricorda PierPaolo Carini, «Ho aggiunto il ciclo idrico integrato, la raccolta rifiuti, creando la multiutility. Abbiamo unito il Territorio con l’Energia e i Servizi». In questo scenario, Alba e l’Albese sono rimasti al centro del progetto: «Un Territorio pronto ad unirsi in modo efficace dietro una progettualità», commenta l’Amministratore Delegato di EGEA. Per dare evidenza a un concetto profondo di mamma Carla, che ad Alba arrivò, un po’ titubante, molti anni fa: «Qui sono felice. È faticoso cambiare città e lavoro ma l’ho sempre accettato come arricchimento della personalità umana. Sono passata attraverso diverse esperienze di persone, città, caratteri, culture diverse. Ma c’è sempre un filo invisibile che ci unisce e che non muore: è la nostra umanità, una linfa vitale nascosta, un’onda primordiale che ci aiuta a superare le avversità, a crescere sempre vicini uno all’altro».