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In mostra ad Alba “l’irriducibile presenza” di Alberto Burri

Il percorso espositivo, ospitato in Fondazione Ferrero, aperto al pubblico sino al 30 gennaio sollecita “la poesia della materia”

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Con la mostra dedicata ad Alberto Burri, la Fonda­zione Ferrero riapre la stagione dei grandi appuntamenti artistici autunnali. La retrospettiva dedicata al grande artista italiano Alberto Burri (1915-1995), visitabile sino al 30 gennaio 2022, vuole esplorare la bellezza e la complessità del processo creativo che sta alla base delle sue opere. La mostra è a cura di Bruno Corà, presidente della Fondazione Palazzo Albiz­zini Collezione Burri di Città di Castello ed è visitabile con ingresso gratuito, nei giorni feriali dalle 9 alle 11 (per le scuole) e al pubblico dalle 11 alle18. Il sabato, domenica e festivi: 10 – 19; chiuso il martedì e 24 – 25 – 31 dicembre 2021, 1 gennaio 2022. Nei giorni 8 – 13 novembre, l’apertura della mostra alla Fondazione Ferrero è riservata ai partecipanti della Healthy Ageing Week 2021.
Il titolo “La poesia della materia” richiama ciò che Burri è riuscito a tirar fuori lavorando con le materie più diverse, riciclando qualunque cosa gli capitasse sotto mano grazie a un’energia creativa inesauribile. Catrame, carta, tessuto, sacchi di tela, combustioni di plastica, legno, ferro con le loro saldature: “Burri ha nobilitato anche le materie più povere e banali, portandole alla dimensione della bellezza, che per essere autentica deve sempre essere riconquistata”.
L’allestimento originale studiato appositamente per gli spazi della Fondazione Fer­rero e articolato in una serie di sale che accolgono quarantacinque opere, tra cui lavori di grandi dimensioni, evidenzia, come sottolinea lo stesso curatore nelle pagine del catalogo edito da Skira,ed acquistabile al termine della visita, l’intenzione di «porre in risalto attraverso le sue opere una valenza taciuta perché ermeticamente interna alla sua arte. Ciò proprio attuando un richiamo a quella formula oraziana “dell’ut pictura poesis” che si ritiene poter assegnare alla sua pittura, incredibile e dirompente apparizione nella scena dell’arte contemporanea. Nelle visite compiute ad Alba presso la Fondazione Ferrero, grazie all’ospitalità indimenticabile, riservata dalla Pre­sidente, la signora Maria Franca Ferrero, che desidero ringraziare a nome mio e dei membri della Fondazione Burri che hanno operato per la realizzazione di questa mostra, si sono rivelate numerose inclinazioni culturali tra le nostre due fondazioni e perfino tra Alba e Città di Castello in ordine ad alcuni aspetti storici, artistici, di laboriosità e imprenditorialità dei rispettivi cittadini in ambiti come le diverse filiere dell’agricoltura e dell’alimentazione: tutti denominatori comuni che suscitano la percezione di ampie e fondate affinità, favorevoli alla stima e al riconoscimento reciproco delle iniziative intraprese insieme e di altre da intraprendere in un auspicabile qualificato futuro da costruire» .
Sebbene Alberto Burri sia uno degli artisti italiani del secondo Nove­cento più importanti e conosciuti a livello internazionale, la sua opera riserva ancora molti segreti su cui questa mostra vuole fare luce.
Primo tra tutti il rapporto tra l’artista e la poesia: il progetto espositivo mantiene al centro della riflessione la materia, intesa come fonte inesauribile di sperimentazioni in una totale libertà di approccio al fare pittorico, generatrice di processi creativi in continua evoluzione. L’opera dell’artista è osservata come un laboratorio di sperimentazione incessante che ha anticipato, con la sua ricerca fondata sulla riqualificazione linguistica, molte delle questioni che hanno interessato le correnti artistiche degli anni Sessanta del Novecento, come il Nouveau Réalisme, l’Arte povera, l’Arte neuminimale o il Fluxus.
«È stato Giuseppe Ungaretti, una delle voci oracolari più grandi del XX secolo a pronunciare una indimenticabile sentenza verso l’arte di Alberto Burri: “Amo Burri perché non è solo il pittore maggiore d’oggi ma è anche la principale causa d’invidia per me: è d’oggi il primo poeta”», ha ribadito ancora Corà nel corso della presentazione della mostra. Il percorso espositivo proposto in Fondazione, dalla prima tela texana realizzata durante l’internamento in un campo di concentramento americano ai monocromi purissimi con inserti dorati, è l’essenza del pensare e dell’agire di Burri che si dipanano come una storia ben scritta. Ed assolutamente imperdibile!