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«È sempre un piacere giocare nello Stadio dell’esordio»

Emiliano Campana, “il Buffon della Granda”

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Dai Pulcini ad oggi, sempre con i guantoni indossati e lo stesso spirito. Un ritorno là dove tutto era cominciato, nella Cuneo biancorossa, allo Stadio “Paschiero”, per Emiliano Campana: l’esperto portierone, classe 1978, originario di Caraglio dove da piccolo si è avvicinato al pallone, proprio nel Cuneo che fu, è cresciuto calcisticamente. Partendo dai Pulcini fino all’arrivo in Prima Squadra, a 16 anni in Serie D, l’inizio di una lunga e intensa carriera piena di maglie, squadre, stadi diversi: Saluzzo, poi l’esperienza in Sardegna (Sassari Torres in C1, Castelsardo e Atletico Cagliari), il secondo viaggio lontano da casa, al Benevento, prima del ritorno al nord con Alessandria, Derthona, Aosta, Nicese, Cre­scentinese, Baveno. E, poi, il rientro definitivo a Cuneo, dal 2014, con l’Olmo: ora, il “Buffon della Granda”, che nel frattempo dirige la Scuola Calcio Portieri “One”, è chiamato a difendere i pali dell’AC Cuneo 1905 Olmo, attuale e sorprendente (ma forse neanche tanto), capolista in Eccellenza.

Emiliano, sei tornato a difendere i pali del “Paschiero”, dove è partita la tua carriera. Sensazioni?
«È un piacere tornare a giocare nello stadio dove ho iniziato con i “grandi” e sono felice di essere rimasto dopo gli anni con l’Olmo: la conferma non è mai scontata, anche vista la mia età, ma ho accettato con entusiasmo, anche rifiutando offerte come preparatore dei portieri. Ma ho deciso di continuare a giocare e sono contento».

Con l’Olmo sei tornato a casa dopo un lungo peregrinare…

«Ho trovato un ambiente sereno, famigliare, una società che lascia lavorare senza mettere pressioni. In questi anni siamo stati sempre competitivi: a volte abbiamo fatto bene, a volte faticato un po’ di più pur centrando sempre la salvezza. Da parte mia sono sempre sceso in campo dando il massimo e trasmettendo ai giovani la mia esperienza: spero di essere stato, e di essere, di aiuto ai ragazzi».

Sei allenato da mister Michele Magliano, tuo compagno di squadra (e di difesa) quando debuttasti in Serie D con il Cuneo. Strano eh?
«Fa effetto, è vero. C’è grande stima nei suoi confronti. Lui, Pier Calandra e Antonio Caridi in quel reparto erano già allenatori in campo e guidavano i più giovani: dei predestinati per la panchina».

Il progetto AC Cuneo 1905 Olmo finora è una scommessa vinta. In Eccellenza siete lassù…

«Siamo in alto, è vero: ci godiamo il momento. La nostra forza è il gruppo, fatto di ragazzi stupendi che, innanzitutto, sono amici: forse è questo che ci permette di essere lì serenamente. Ma sappiamo che arriveranno momenti difficili: ora cerchiamo di fare più punti possibili, poi vedremo. Intanto sognare non costa nulla».

Nella tua carriera hai vestito molte casacche, alcune delle quale prestigiose. Qualche rimpianto?
«Se ci penso, sicuramente il mancato trasferimento al Livingston, nella Serie B scozzese. Una piazza importante: sembrava tutto fatto, ma per questioni burocratiche l’affare saltò. Chissà cosa sarebbe accaduto…».

E il futuro? Ti vedi ancora in campo?

«Al momento vado avanti domenica per domenica: ringrazio la società AC Cuneo 1905 Olmo e, in particolare, il preparatore dei portieri Renato Moroni, lo stesso che ebbi, incredibile, quando ero un Pulcino biancorosso, il quale mi permette di entrare in campo nella maniera possibile. Vorrei giocare altri 10 anni, la passione c’è, così come la voglia di un ragazzino. La sfida è quella di lasciare un bel ricordo quando smetterò: magari vincendo un campionato».

Chiudiamo con una curiosità che riguarda il nostro gruppo editoriale. Sei infatti “l’uomo dei record” degli Idea Awards, gli oscar dello sport cuneese: sempre a premi nelle edizioni precedenti. Che significato ha per te?

«Sono arrivato a Roma ma non ho mai visto il Papa (ride, ndr): sono sempre salito sul podio, ma il premio di Miglior Portiere finora l’ho solo sfiorato. Manca la ciliegina ma è un riconoscimento che fa piacere: per questo ringrazio chi mi ha votato e soprattutto la mia famiglia, grazie alla quale continuo a giocare e divertirmi a 43 anni».