Le note dell’ “Autunno” di Vivaldi, eseguito da un giovanissimo quintetto d’archi, risuonano sulle fotografie di Bruno Murialdo, immagini che cristallizzano in paesaggio il perfetto equilibrio tra uomo e ambiente. Così il Gruppo Egea ha scelto di aprire il convegno “Insieme per la Sostenibilità”, il cui oggetto è stato proprio quel fragile equilibrio, messo a rischio dall’impatto sempre più rovinoso dell’attività umana. A parlarne, lunedì 25 ottobre al teatro sociale “Giorgio Busca” di Alba, sono state diverse personalità del mondo scientifico, introdotte e moderate dall’albese Roberto Cavallo, divulgatore e amministratore delegato della cooperativa Erica. I saluti istituzionali dell’assessore al Turismo della città di Alba Emanuele Bolla e del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio (quest’ultimo costretto ad affidarli a un video, dati gli impegni che l’hanno costretto all’estero) hanno sottolineato come la transizione ecologica verso una maggiore sostenibilità sia un percorso quotidiano, da affrontare con equilibrio. In quest’ottica hanno auspicato che le istituzioni locali collaborino per poter avanzare proposte tanto al governo nazionale quanto a Bruxelles, facendo del Piemonte una delle aree propulsive di questa grande trasformazione.
Tra gli interventi più attesi, quello di Mario Tozzi, primo ricercatore al primo Consiglio Nazionale delle Ricerche e divulgatore scientifico. «Parlare di transizione, una parola di cui ci si riempie la bocca, non mi piace, sembra quasi che sia qualcosa che dipende dal fato. Mi pare più corretto impiegare il termine “riconversione”, a indicare un processo che presuppone una volontà. Nella fattispecie, quella di cambiare alcuni dei meccanismi produttivi su cui si regge la nostra economia. È questa ormai è una necessità, dato che il nostro pianeta è popolato da 8 miliardi di individui di una specie prepotente che incide sull’ambiente che la circonda tanto da cambiarlo. È l’unica specie che lo fa perché è l’unica specie che accumula».
Dopo aver mostrato con chiarezza ed efficacia l’ipocrisia di un sistema che dice di voler limitare le emissioni ma continua a sovvenzionare l’estrazione di idrocarburi, il celebre geologo ha chiuso domandandosi: «Chi può fare qualcosa? Chi produce beni e servizi, chiaramente, ma anche chi consuma. Consumare è un atto di voto e la conversione delle attività produttive può avvenire anche attraverso azioni e scelte personali. Il cambiamento climatico è frutto di un processo economico e produttivo consolidato, transfrontaliero che di certo sarà il libero mercato a risolvere. Noi, in questa parte fortunata di mondo, dobbiamo anticipare con intelligenza quello che altrimenti subiremo per trauma e allora dimostreremo che siamo “sapiens” sul serio».
Nella stessa scia si è inserito anche il contributo di Guido Saracco, presidente del Comitato Scientifico Tecnico di EGEA e Magnifico Rettore del Politecnico di Torino, che ha incentrato il proprio discorso sul concetto di responsabilità. «Per troppo tempo abbiamo giocato a un gioco fallace, abbiamo costruito un’economia che bada solo al profitto, semplificando dinamiche complesse. Ora è tempo della responsabilità, che la politica in primis deve iniziare ad assumersi. Sappiamo tutti di dover affrontare processi di una riconversione ecologica, sociale, digitale che sono facce diverse di un’unica grande riconversione. In questo processo le imprese “multiutility” hanno un ruolo fondamentale perché possono farsi promotrici di politiche virtuose, di un modello da esportare, come quello che EGEA sta creando in questo territorio, in collaborazione con le istituzioni locali».
Il Magnifico Rettore ha poi sottolineato la centralità della formazione, tassello indispensabile per poter costruire un sistema produttivo più sostenibile: «Per realizzare una vera riconversione ecologica servirà formare 30.000 nuovi professionisti che abbiano competenze in più settori al contempo. Per questo EGEA ha creato un’academy che si occupa della formazione continua dei suoi dipendenti e collabora con futuri ingegneri del Politecnico ponendo loro delle problematiche cui gli studenti, a gruppi, devono trovare una soluzione. Così l’azienda ha modo di vedere all’opera ragazzi che poi potrà assumere, di affiancarli e di aiutarli a lavorare in gruppo fin da subito, all’insegna della multidisciplinarietà. EGEA ha colto la sfida ed è al fianco del Politecnico in questa grande opera di formazione di “ingegneri della transizione”. Non posso che essergliene grato».
La stessa multidisciplinarità ha caratterizzato i lavori del convegno, durante il quale si è affrontato il concetto di sostenibilità impiegando diverse chiavi di lettura e punti di vista. All’approccio scientifico e tecnico messo in campo dai primi relatori è infatti seguito quello sociologico del professore associato dell’Università di Torino Giuseppe Tipaldo; con vivacità e ironia il professore ha posto in evidenza alcune storture legate in particolar modo al mondo dell’informazione e a come viene comunicato il tema della crisi climatica. Non meno rilevante e ricco di spunti per la discussione a seguire è stata la riflessione circa la percezione del rischio climatico da parte delle diverse popolazioni europee e delle diverse generazioni e l’atteggiamento spesso paternalistico con cui gli adulti si rivolgono ai più giovani in merito alla questione del clima. Sono seguiti, poi, i collegamenti via Skype con due altri ospiti, in dialogo con il presidente del Comitato di Gestione di Egea PierPaolo Carini (il cui intervento è riportato nel box delle pagine iniziali, ndr): il professore Luigi Cantone dell’Università Federico II di Napoli, si è soffermato sul valore sociale che può vantare un brand come EGEA, e Virginia Stagni, la più giovane manager del Financial Times, che in collaborazione con l’Istituto di Ricerche tedesco Statista GmbH ha recentemente classificato EGEA al primo posto tra le imprese italiane di servizi energetico-ambientali e all’86esimo posto sulle 300 europee, premiando l’impegno dell’azienda nel campo della sostenibilità e a favore del benessere dei territori in cui opera. In una presentazione imperniata sul concetto di finanza sostenibile, Virginia Stagni ha anche evidenziato, dati alla mano, quanto per le nuove generazioni di lavoratori la reputazione dell’azienda, in primis in materia di sostenibilità, sia un parametro cruciale nella ricerca di un’occupazione.
Infine, un momento inatteso: emozionato ma estremamente determinato è salito sul palco Nicolò, rappresentante del movimento “Friday for Future” di Alba. Il suo appello all’azione e all’unità, a un’intesa finalmente intergenerazionale che richiami tutti alla responsabilità e all’impegno, ha riscosso il consenso di pubblico e relatori, mostrando una consapevolezza che fa ben sperare.
Articolo a cura di Valentina Viglione