“Prevenzione” è un termine che siamo abituati a collegare alla medicina: “fare qualcosa per” evitare una conseguenza spiacevole o, semplicemente, per prendersi cura di sé stessi. Ma non sempre ricordiamo che la “prevenzione” si applica pure all’attività di pubblica sicurezza, concretizzandosi in una serie di misure che possono contenere determinate tipologie di reati, incidendo sulla qualità di vita complessiva. Lo ha ben evidenziato il questore di Cuneo, Nicola Parisi, in un recente incontro con i giornalisti: «L’attività del questore», spiega Parisi, «si estrinseca in modo predominante ed esclusivo attraverso le misure di prevenzione, un deterrente notevole per quanto riguarda la commissione dei reati. Troppo spesso non si riconosce a tali misure l’importanza che meriterebbero. Per quanto mi riguarda, ho sempre creduto nell’attività preventiva di Polizia di sicurezza».
Oggetto specifico dell’incontro è stata, in particolare, l’applicazione di una misura preventiva piuttosto “nuova”: «Per la prima volta, la Questura di Cuneo ha emesso sei Daspo (Divieto di Accedere a Manifestazioni Sportive) ribattezzati “Willy” nei confronti di altrettanti soggetti, che si erano resi responsabili di atti di violenza e rissa lo scorso 27 settembre nel centro storico di Bra, tra via Cavour, via Principi di Piemonte e via Marconi».
Un passo indietro: l’episodio aveva destato parecchio clamore, anche per la cassa di risonanza fornita dai social media e soprattutto da Facebook, tra le cui pagine era stato pubblicato un video dai contenuti piuttosto forti, in cui si vedeva un Suv nero parcheggiato a centro strada preso letteralmente d’assalto da un gruppo di giovani che tra urla, calci e pugni se la prendevano con il veicolo e con i suoi occupanti. All’origine dei fatti un possibile apprezzamento non gradito nei confronti di una ragazza. Sei, appunto, i denunciati dai Carabinieri, intervenuti sul posto, di età compresa tra i 24 e i 33 anni, cinque italiani e un albanese, tutti residenti nel Braidese, tranne uno, di Pomezia. Poi, sui social, il rimbalzo della notizia, diffusasi anche a livello nazionale; la polemica, dai risvolti politici; il paragone del centro di Bra con Caracas e, pure, un’interrogazione in Consiglio comunale.
Ora, la misura preventiva firmata dal Questore: «Per i sei soggetti», ha aggiunto Parisi, «è stato emesso il Daspo “Willy”, con divieto di accesso a determinati servizi e locali pubblici e di intrattenimento». Il particolare provvedimento prende il nome da Willy Duarte Monteiro, il 21enne di Paliano ucciso tra il 5 e il 6 settembre 2020 durante un pestaggio a Colleferro, nel tentativo di difendere un amico. «All’indomani dei fatti di sangue di Colleferro», prosegue il questore Parisi, «è stato modificato il Decreto Legge Sicurezza ed è stata potenziata l’applicazione del Daspo, che è una misura in realtà mutuata dall’ambito sportivo. Nasce nel 1989 per limitare gli atti di violenza attorno agli eventi sportivi, in particolare al calcio: quando ero vicequestore vicario a Bergamo, avevamo a che fare con circa 4-500 soggetti sottoposti a Daspo, altrettanti, all’incirca, a Genova. La misura di sicurezza, poi via via inasprita, ha fatto in modo che si verificassero meno atti di violenza rispetto a quelli, decisamente numerosi, che negli anni passati accadevano domenicalmente». Insomma, il “divieto di accesso”, misura preventiva, sembra funzionare, pur non essendo di fatto una misura restrittiva della libertà personale. Così anche il Daspo “Willy”: «I sei partecipanti alla rissa», prosegue il Questore, «considerati pericolosi per la sicurezza e l’ordine pubblico, non potranno avere accesso né stazionare nelle immediate vicinanze di determinati esercizi pubblici per un anno». La forza del provvedimento sta tutta nelle pesanti sanzioni applicate in caso di violazione delle misure imposte: «È prevista la reclusione da 6 mesi a 2 anni, oltre a una multa da 8 a 20mila euro», spiega Parisi. Un ulteriore modo di far riflettere, e con molta attenzione, chi si appresta a commettere questo genere di “bravate”, sulle possibili gravi conseguenze che possono scaturire da atti di violenza gratuiti e fuori controllo. «Non so quante altre Questure abbiano applicato questo Daspo», osserva in conclusione Parisi, «non è il solito Daspo urbano che riguarda lo stazionamento presso luoghi sensibili come stazioni ferroviarie o aeroporti. È strettamente collegato al regolamento di Polizia Locale, che pone l’accento su altri luoghi sensibili». Come, per esempio, i luoghi della movida, quelli maggiormente frequentati, esattamente gli scenari dell’episodio specifico di Bra. Un provvedimento, insomma, che assicurando attenzione al territorio e alle sue dinamiche può far dormire sonni più tranquilli.
«Con la prevenzione la nostra provincia è ancora più sicura»
Il questore di Cuneo Nicola Parisi ha illustrato una nuova misura che tutela l’incolumità pubblica