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Pnrr, un’occasione storica da non perdere assoltamente!

Riforme e investimenti pari a 191,5 miliardi di euro

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Per l’Italia il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) costituisce un’opportunità unica in termini di sviluppo, riforme e investimenti. Al nostro Paese, infatti, è stata destinata una dotazione finanziaria che ammonta a circa il 28% dei 750 miliardi di euro del Next Generation EU. Basti pensare che il secondo Paese per risorse attribuite è la Spagna con il 22%, ma il terzo è la Polonia con il 10%, mentre tutti gli altri Paesi hanno percentuali inferiori al 10%, fino al 1% che sarà destinato a paesi come l’Olanda, il Belgio, la Svezia, l’Austria mentre la stessa Germania riceverà il 4%.
Stiamo parlando di una dotazione finanziaria destinata al nostro Paese di 191,5 miliardi di Euro destinata alle missioni e componenti del PNRR (€ 68,9 mld in contributi a fondo perduto e € 122,6 mld in prestiti), a cui vanno aggiunte ulteriori risorse disponibili dal REACT EU (€ 13 mld) e dal Fondo Complementare (€ 30,64 mld).
Come tutti gli altri paesi, l’Italia, per beneficiare della parte di questi fondi messi a disposizione dalla UE, deve conseguire in maniera soddisfacente i target fissati nel PNRR presentato a fine aprile alla Ue e successivamente approvato.
Il Piano Nazionale affronta le sfide e le priorità individuate dalla UE al fine di rafforzare il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro e la resilienza economica e sociale del Paese. La Ue ha richiesto che almeno il 37% della dotazione del piano debba sostenere la transizione verde e almeno il 20% la trasformazione digitale e il Piano Nazionale destina circa il 25% delle risorse alla digitalizzazione. In ogni caso, sono stati premiati i piani che prevedono investimenti in innovazione sostenibile, digitalizzazione, ricerca, sviluppo, infrastrutture e formazione. Attraverso questi fondi, l’Italia ha l’occasione di far ripartire la crescita economica, evitando che lo shock provocato dalla pandemia si trasformi in una depressione se­gnata da una elevata disoccupazione e da un crollo dei consumi.
Ad agosto la Commissione Europea ha erogato, a titolo di acconto, il pre-finanziamento di circa 24,9 mi­liardi di Euro, pari al 13% dell’importo complessivo dei prestiti e dei contributi a fondo perduto di cui l’Italia potrà avvalersi solo se saranno raggiunti in maniera soddisfacente tutti gli obiettivi previsti.
L’Italia fortunatamente ha optato per la possibilità di finanziare in parte anche incentivi già avviati nel corso del 2020, tra cui quelli previsti dal piano Transizione 4.0 per cui nella Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo” sono stati stanziati circa 18 miliardi di Euro.
Lo stesso discorso vale per gli incentivi all’efficienza energetica nella Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” per cui sono stati stanziati circa 18,7 miliardi di Euro.
In un contesto così articolato, con ritmi serrati per l’ottenimento dei fondi, il potenziamento degli strumenti pre-esistenti, evitando di crearne esclusivamente di nuovi, si sta rivelando un’ottima soluzione.
Il Piano Transizione 4.0, che ha come obiettivo lo stimolo degli investimenti privati, è stato posto al centro del PNRR come un tassello fondamentale della strategia complessiva tesa ad aumentare la produttività, la competitività e la sostenibilità delle imprese italiane. Le agevolazioni previste, infatti, finanziano la ricerca di base e la ricerca applicata, ma anche lo sviluppo sperimentale e l’innovazione, favoriscono il trasferimento tecnologico, promuovono la trasformazione digitale dei processi produttivi e contribuiscono al finanziamento a fondo perduto degli investimenti in beni strumentali materiali e immateriali nuovi premiando gli investimenti 4.0.
Ma occorre rimarcare che molti altri sono gli strumenti agevolativi che si stanno delineando o che sono già operativi.
A partire dal 20 di settembre è stato aperto nuovamente lo sportello per i Contratti di Sviluppo in investimenti produttivi, nello stesso mese le PMI hanno avuto la possibilità di presentare le domande per richiedere gli incentivi previsti dalle misure Brevetti+, Marchi+ e Disegni+ (a partire da ottobre), per le quali sono state stanziate risorse complessive pari a circa 30 milioni di euro.
Il Fondo 394/81 gestito da SIMEST, che eroga contributi e prestiti agevolati a imprese italiane operanti sui mercati esteri, è stato dotato di 1,2 miliardi di Euro al fine di favorire la transizione digitale ed ecologica delle PMI con vocazione internazionale.
Sono stati recentemente pubblicati i primi decreti sull’economia circolare che finanzieranno con 1,5 miliardi di Euro la realizzazione di progetti altamente innovativi per il trattamento e il riciclo dei rifiuti provenienti da filiere strategiche. Anche la ricerca riguardante lo sviluppo di nuove fonti di energia rinnovabile e di soluzioni basate sull’idrogeno, è contemplata e sostenuta all’interno dei programmi principali del PNRR.
Con uno stanziamento di circa 13,95 miliardi di Euro, largo spazio verrà lasciato anche agli incentivi, come il Superbonus 110%, che favoriscono la ristrutturazione energetica e sismica degli edifici residenziali in modo tale da riqualificare profondamente il parco immobiliare nazionale.
Circa 600 mln di euro sono destinati invece a sostenere la costruzione di impianti innovativi per produzione di energia pulita grazie a tecnologie ad alto potenziale di sviluppo e a tecnologie sperimentali.
Gli investimenti in ricerca e sviluppo, anche attraverso una migliore interazione tra il mondo delle imprese e quello della ricerca, rappresenta sicuramente un altro di quei pillastri fondamentali. Gli accordi per l’innovazione, finanziati per 1 miliardo di euro, e il finanziamento del Fondo IPCEI, con 1,5 miliardi di euro, ne sono una manifestazione evidente.
Due le misure principali, invece, sul fronte turismo: un superbonus all’80% per gli alberghi e le strutture ricettive destinato alla riqualificazione energetica e alla messa in sicurezza degli immobili (ne potranno beneficiare anche agriturismi, terme, stabilimenti balneari, porti turistici, parchi tematici, fiere e congressi) e il tax credit al 50% dei costi sostenuti da tour operator e agenzie di viaggi per la digitalizzazione dei servizi dai portali web all’automazione per prenotazioni e vendita di pernottamenti. L’o­biettivo è quello di migliorare i servizi di 3.500 imprese di settore tra il 2022 e il 2025.
In questo contesto evolutivo, Deloitte ha attivato un osservatorio sugli incentivi (crediti d’imposta, contributi a fondo perduto, garanzie e finanziamenti agevolati) che i governi di tutta Europa stanno prontamente adottando per rispondere alla crisi causata dalla pandemia, sui piani e le strategie che i governi stanno adottando e per utilizzare al meglio i fondi del Recovery fund. Questo Osservatorio di Deloitte aiuterà a comprendere in quale modo gli Stati si stanno muovendo per affrontare il prossimo futuro, ricco di sfide e consentirà alle imprese di non perdere gli incentivi disponibili in Italia ed in tutti i paesi in cui operano avendo sempre un quadro chiaro, preciso e completo.